LAVORI IN CORSO.

DEMOLIZIONE DELLA LINGUA ITALIANA !

 

                            

                                                                                

 

Hoc scio pro certo: quoties cum stercore certo, vinco seu vincor semper ego maculor! [Questo so per certo: ogni qualvolta lotto col letame, vinco o perdo, sempre mi sporco].

 

 “Ogni popolo ha il governo che si merita” spesso ho l’ardire di proferire, e sempre più mi si acuisce la sensazione che il mio pensiero è vero! Tutti noi che possiamo vantare con orgoglio natali non comuni, tutti noi che potevamo essere ITALIANI, siamo invece ancora trattati come “maccaroni” o “spaghetti”, e forse la maggioranza delle genti della nostra amata Italia a tutto oggi lo è per colpa dei politicanti che vivono di lucrosi d’appannaggi tolti al contribuente, e di leggine costruite per tutelare la loro impunità. Non se ne può più; ma quelli che vorremmo l’Italia fiera e forte, i gabbiani Jhonatan Livingston, i figli o nipoti delle verghe riunite in fascio, siamo pochi di fronte agli stormi dei corvi rapaci che infestano il Paese tra loro adulandosi ed imbrogliandosi.Ma veniamo al fatto. Da beniamino d’Almirante e segretario del Fronte della Gioventù dal 1977 al 1983, da parlamentare del M.S.I. dal 1983 e segretario del Partito in cui successe alla guida del suo Leader storico dal 1987 sino al 1990, a disertore politico il passo è lungo. Ma di traditori e tradimenti dell’idea e della causa, purtroppo, questo Paese è pieno. Potremmo cominciare la sfilata di costoro dai Savoia con i loro militari e politici palafrenieri per giungere ai camaleontici Mastella e Buttiglione, si badi che questi sono solo nomi a mo’ d’esempio tolti dal gran calderone, a cui aggiungere anche Luigi Caruso che nessuno conosce e che nemmeno intervenne allo scorso Congresso Nazionale di Fiuggi. Ma il massimo del disdoro e dell’incredulità ci giunge con [largo al nuovo che avanza] il radicale Pannella che ha superato se stesso e tutti gli altri vendendosi, ignominiosamente, alla “Casa delle Libertà” [le loro] che, per paura dell’incipiente sconfitta elettorale, ha raccattato anche questo 1% di voti mettendo insieme drogati e sedicenti proibizionisti.  

Per l’attuazione della scandalosa manovra, il Cavaliere deve proprio sentirsi sul collo, oltre che il dolore del treppiedi mandato da Dio, anche il fiato della Signora Boccassini e del Signor Colombo, e, giusto per restare in tema e completare il concetto, tremo all’idea di ciò che la dottoressa deciderà davanti ad un’offerta irrinunciabile che le sarà proposta da sua Emittenza per tornare all’ovile del Polo almeno per le prossime elezioni nazionali.

Questo pensiero non vuole essere una cattiveria, e mi auguro di rivelarmi maligno profeta”.

Anche la persona di cui già abbiamo accennato si è politicamente creata un nido per ambizione personale circa dieci anni fa, ma, dobbiamo affermarlo, anche con ingegnosità. L’innominato, infatti, trasformò il M.S.I. in un diverso apparato che, già dal suo statuto di fondazione dimostrò la volontà di abbandonare l’Italianità per rifugiarsi nel qualunquismo più esasperato e, in ogni modo, nell’arrivismo smodato.

Cari Camerati, l’innominato ed innominabile capo d’A.N. colui che è il male assoluto, l’individuo che abbiamo allattato ed allevato con cura amorevole, sempre lo stesso che si è scagliato, da traditore, deprecando e bestemmiando contro i sacri Patrii Principi, è oggi, ahimé, Ministro degli Esteri di questa Repubblica che deve difendere ed amare, ma silenziosamente, senza rimostranze, senza colpo ferire, ci ha però lasciato rubare un altro pezzo d’Italianità e di Dignità. Infatti, nulla egli ha fatto o anche soltanto detto per rintuzzare la grave offesa che questo Paese, promotore e comunitario fondatore dell’Europa Unita, ha ricevuto per azione di un colpo di mano amministrativo che ha decretato la cancellazione del suo linguaggio da tutte le conferenze stampa dei Commissari Europei, avvenimento cui certo è stato complice lo spagnolo Barroso, però comunicato dalla sua portavoce, la gallica e sciovinista Françoise Le Bail. Il colpo di mano che ha relegato la nostra lingua tra le cose che non contano non proviene da commissioni o da valutazioni politiche d’alta strategia, ma solo ha la matrice del “forse” malevolo Barroso e certo della capoufficio della sua presidenza che così ha deciso adducendo motivi economici per i costi delle traduzioni. Come se gli interpreti impiegati per tradurre altre lingue non sono stipendiati. Insomma, il dialetto del Bel Paese, la lingua di Dante, Petrarca, Boccaccio, di Manzoni d’Annunzio e Carducci,  “la parlata degli “stenterelli” è stata cancellata da Bruxelles in favore di lingue gutturali e meno perfezionate della nostra. Solo dall’Accademia della Crusca, attraverso il suo Presidente -il professor Sabatini- si è levata un’ardita voce che ha deprecato il fattaccio con pungenti parole, ed anche da questo riconosciuto studioso, l’innominato ministro degli esteri italiano è stato apostrofato, a distanza, senza mezzi termini. Però, di là dei nostri più che ragionevoli malumori e rimpianti, chiediamoci che cosa nasconde questa volontà di cacciare dalle conferenze europee la nostra lingua, che, sino a qualche hanno fa, aveva sul pubblico colto un ascendente senz’altro maggiore dell’idioma spagnolo e tedesco o francese, perché più studiata ed apprezzata. La motivazione più verosimile, e purtroppo sembra sempre che vogliamo creare polemiche, è posta nel fatto che in Europa non siamo amati ma nemmeno semplicemente apprezzati, e questi avversi ed arroganti gesti che dobbiamo patire non trovano neppure il conforto dei nostri politici che s’ergono per porre un veto, o se non altro un monito.

Ma più d’ogni altro doveva intervenire sulla questione, come già abbiamo spiegato, il “nostro” Ministro degli Esteri che, però ha dimenticato cosa vuol dire possedere un sentimento nazionale. Così, per lassismo, per incompetenza, per scarsa cultura, per assenteismo anche da Bruxelles, noi ITALIANI siamo costretti a subire questo nuovo duro colpo che ci costringerà a patire l’arrivo d’informazioni in lingua estera, e che il siciliano di Petralia Soprana o il lombardo della Val Brembana dovranno farsi tradurre in proprio.

Questo avvenimento segna, purtroppo, anche il sempre desiderato sorpasso culturale e la smaniata supremazia d’altri Paesi sul nostro, così come anche afferma il francese Chirac, quando sostiene: “La lingua è il prestigio di un Paese”. Però, nonostante ogni evidente contraddizione, il Presidente Berlusconi garantisce che: “L’Italia ha ripreso il posto che le compete tra le nazioni moderne”.

Oh, di questa cosa se n’è accorto solo lui. Però in tanti sosteniamo che gli sia allungato il naso e speriamo che non segua l’intero processo evolutivo, perché all’antico burattino crebbero anche due magnifiche lunghe orecchie, ma almeno quello non s’occupava di politica.

In ogni modo, bisogna dare atto a questo Governo che è riuscito a trasformare il Paese Italia in qualcos’altro che non esisteva e che ora c’è, Paese in cui il sociale non c’è più e dove ogni giorno ogni cosa costa un po’ di più.

Sì, l’Italia è ormai un’azienda lottizzata e consegnata ai privati che sanno farla fruttare solamente per se stessi, infatti costoro trattengono i guadagni e dividono le spese, e ciò è avvenuto da quando fu acquistato Palazzo Chigi col marchio “Forza Italia” con la consulenza di Confalonieri dopo che il Cavaliere non volle seguire il suo maestroCraxi ad Hammamet. Ma un altro pensiero m’inquieta, però questo voglio esprimerlo con una chiarificatrice fotografia di qualche tempo fa, insieme con essa rammentando anche l’espressione “kapo” che il “nostro” Presidente proferì, a torto od a ragione, verso un tedesco.

 

 

Che ce la stiano facendo pagare, speriamo di no! Non è colpa da addebitare a tutti noi se abbiamo i Cattolici e la morale cattolica in casa per la presenza del clero che tanto intralcio dà allo sviluppo sociale, politico, economico e scientifico del Paese. I nostri giornali, tutti insieme, affermano che in ogni dove tutti amano il Papa, ma intanto nessuno lo richiede. Nemmeno i francesi lo vogliono perché avutolo ospite per un po’ ad Avignone, per l’incauta volontà di Filippo il Bello, sono a conoscenza dei problemi che sa creare. 

 

Non abbiamo risuscitato il potere temporale dei Papi, lo abbiamo sepolto. [Maggio 1929]

 

CarBoc