Onorevole, non ce la faccio più

ovvero

Tagli(ate di facci), Truffe, Inefficienze

di

Carlo Boccadifuoco

 

“Saggio è chiunque muta il proprio pensiero assecondando la Verità. Sciocco è chiunque muta la verità assecondando il proprio pensiero”. [Anonimo arabo]. “Se non siete attenti ed acuti osservatori, la propaganda vi farà odiare tutti quelli che sono oppressi ed amare gli oppressori”. [Malcolm Little detto M_X]. “Tutte le cose parlano, ma per capirle bisogna conoscere la lingua”. [Pellerossa Cherokee]. “Stando così le cose solo i … non sono d’accordo”. [Kiriosomega il Monitore].

 

 

Ubiquitariamente e sempre più di sovente si ascoltano frasi a cui, spesso istintivamente, non abbiamo dato credito. Ma esse, per i concetti contenuti, nel tempo ci trovano infine tutti concordi nell’accettarle o ripudiarle. Da quando l’euro ha colpito anche questo Paese ci siamo accorti che la povera Italia, che già andava a due velocità differenti tra Nord e Sud, ha ora ampliato la sua forbice. Così da una parte ci sono le famiglie con patrimoni a nove zeri, mentre all’altro estremo ci sono disgraziati con patrimoni –chi ddisci- senza patrimoni, ah, viri, accussì è bonu! Questi ultimi, i nuovi veri poveri, non sono come una volta le forti braccia rurali, perché esse ormai possiedono discreta autonomia avendo riscattato le terre che lavorano. I poveri-poveri non sono nemmeno tutti quelli che vivono di un lavoro professionale condotto in maniera autonoma. I poveri-poveri, quelli nuovi, ampie sacche d’umanità sofferente in giacca e cravatta, sono tutte quelle genti che dipendono da un reddito fisso. Ormai da tempo inurbati, essi non possiedono nemmeno un fazzoletto di terra sì da poterlo sfruttare per le proprie esigenze, né, possedendolo, sarebbero ormai capaci a farlo fruttare. Costoro, lo affermo senza tema alcuna d’essere scambiato per polemista, realmente non ce la fanno più a sbarcare il lunario per completare il mese. Infatti, le miserie salariali che percepiscono sono assai inferiori al reale costo della vita e, quando agli smodati e gonfiati prezzi di mercato si aggiungono quelli della scuola dei figli e della pigione… il dramma conduce gli sventurati genitori alla disperazione. Come fu calcolato il rapporto Lira/Euro, perché la parità fu posta proprio a £ 1936,27. Perché si scelse un numero così strano che chiunque, anche tra i più incompetenti psicologi, avrebbe detto difettoso per la gran parte dei tanti ritardati mentali, ma anche per i furbastri che vi avrebbero speculato fingendo che il quasi “duemila” si riducesse ad “un mille” perché tutto il resto della cifra non doveva essere analizzato. E’ chiaro che i primi loschi furbastri non sono stati i privati per quanto ignoranti e malfidati. Infatti, i primi e maggiori responsabili di questo gioco al massacro condotto sulla pelle dei cittadini sono stati i grandi capitalisti dai ventri obesi e dai cuori a forma di salvadanai che, con le loro banche e le forti speculazioni di borsa, sempre reggono o affossano qualunque titolo che loro faccia comodo. In questo modo le borse nervose, come i commentatori ormai comunemente le descrivono, ed i generi indispensabili come i combustibili per qualsiasi uso, sono stati smisuratamente gonfiati nella loro realtà, facendo sì che in un “gioco di cartello”, altro che libero mercato, una realtà fittizia trainasse con sé il costo d’ogni genere necessario o voluttuario.

Solo un commerciante di pubblicità televisiva con i suoi avvocati ed affiliati, e l’I.S.T.A.T., affermano che tutto va bene nell’economia della Nazione, o meglio, dell’Azienda Italia. Anzi, l’Istituto centrale di Statistica, dal dopoguerra sempre al servizio delle forze maggioritarie di governo, nel suo “paniere” per verifica dei costi tendenziali pone ciò che vuole, ed è notizia di qualche giorno fa che sono usciti i rilievi d’alcuni generi, considerati antichi, per farvi entrare i “pasticcini”. Sì, perché noi tutti compriamo giornalmente chili di dolciumi per avere un diabete tutto nostro, forse nella segreta masochistica speranza di affermare che esso, essendo esclusivamente nostro non è tassabile, e così, novelli Napoleone, strepitiamo: “Guai a chi ce lo tocca”! Ma, forse retorica domanda, è lecito chiedersi dove fossero i controllori che dovevano vigilare sul cambio della moneta e su questi scassati ed eterogenei governi sempre grondanti lucrosi e grassi affari per sé e per gli amici. Governi in cui nemmeno la cultura scolastica è di casa, figuriamoci quella politica. Governi dominati dall’orrendo mostro della partitocrazia che ora vuole colpire, tra essi, i più piccoli numericamente, in ogni modo sempre strombazzando sulla tanto bistratta democrazia. Ma si sa, chi più urla meno ha verità da spendere! Il Potere mostra, con questa sua scelta, di temere l’ondata di contestazione e d’assenteismo elettorale. Ma teme ancor più la vera Destra Laica e Liberale, quella delle verghe unite nel fascio dello Stato, quella che sempre è forte nella sua idea e che può tornare forte anche nella propria espressione elettorale. Insomma, anch’io, da uomo della strada certo non paragonabile ai soloni dell’economia governativa, mi accorgo dei guai e delle “minchiate” che gli onorevoli dell’insipienza con i loro dicasteri combinano attuando finti tagli agli sperperi statali, e spacciando come veri fasulli ribassi fiscali creati come specchietti per allodole in favore della campagna elettorale 2006. Non illudiamoci però che questi avvenimenti sono solo corbellerie, non sono portato a crederci sottovalutando gli avversari, al contrario in molti casi sostengo che troppi avvenimenti sono “taroccati”, preparati e studiati per fregare il popolo dei contribuenti che sono sempre i soliti, quelli del reddito fisso, perché, massima iattura per loro, sono sempre totalmente controllabili. Però, aldilà della disperazione che ci coglie bisogna darsi da fare, provando ad inventarsi “li mejio mortaci loro”. L’Italia non è però la Germania o la Francia, tutti lo sanno. Lì, lavorando di più, anche tornando alle quaranta ore settimanali, si può star meglio, qui, non solo non se ne deve parlare, ma per esempio, ci sono intere bande di nulla facenti che devono inventarsi la giornata per non annoiarsi. Così questi dipendenti hanno ottenuto la pausa caffé, quella per il breack ricreativo, quella per “ogni cazzata inventata” e per… centomila altre scuse. Intanto negli uffici magistrali, in quelli economici, in quelli postali… le scartoffie si ammonticchiano in maniera tale che, quando si perdono pratiche, non potendosi mai i capiufficio giustificare, leggi compiacenti colpevolizzano i cittadini come inadempienti, perché, i disgraziati, avendo traslocato o avendo subito un furto “non trovano quella maledetta ricevuta”. Così qualcuno più esagitato sgriderà la moglie, che darà un ceffone al bimbo, che tirerà una pedata al cane, che morderà il gatto, che mangerà il topo alla fiera d’Italia. Da noi, inoltre, un nemico stretto, il fisco, è socio di maggioranza d’ogni nostra attività, ed esso è così esoso che se rientriamo anche di pochi spiccioli nella fascia di reddito superiore il salasso monetario che ci pratica è catastrofico al punto tale che conviene lavorare di meno per non guadagnare di più sforando un prefissato budget.

Ma forse le mie lamentazioni sono geremiadi di chi come me ben poco capisce, perché uno dei soloni dell’economia “dell’io sto bene e non me ne frega niente di te”, qualche giorno fa sentenziò, su una pubblicazione a tiratura locale, che il lamentarsi degli italiani assomiglia a quello di chi volutamente si compra delle calzature di numero inferiore alle sue necessità. L’avveduto e scaltro testa di… non dichiara però che dal suo lavoro indipendente e da buon conoscitore del sistema fiscale ha la possibilità d’evadere l’erario perché ai suoi clienti non consegna le ricevute per la prestazione effettuata. Allo stesso modo, nemmeno scaltramente ricorda, nel suo dire, che tra il previsto ed il congruo, per il lavoro svolto, egli paga le tasse in conformità a quest’ultimo parametro perché sa che gli spot disposti per il controllo casuale dei cittadini difficilmente colpiscono chi non si sospetta evada considerevoli cifre. E’ però, di contro, anche vero che troppo spesso i cittadini italiani ricorrono al loro sport preferito, tirare a campare fottendo tutti gli altri prossimi e lontani. Così, i “senza santo” assistono al clientelismo elettorale od al pagamento per ottenere ciò che nella Costituzione è dato per Diritto tutelato dell’uomo. E’ perciò comune, in quest’Italia, assistere a scene in cui l’ultimo arrivato supera per intero la fila dei “fessi” in attesa, perché di là della porta o dello sportello dell’ufficio ha un parente, un amico, un amante o un magnaccia che lo accudisce. Troppo spesso oppure sempre il popolo dei furbi ad ogni livello dimentica che, per ogni loro “spittizza”, qualcuno dovrà pagare un po’ di più. Insomma qui da noi manca un ingrediente sociale fondamentale, ingrediente che purtroppo non si vende e non si compra, la Dignità. Sempre il solone cui prima mi riferivo, in un Paese dove l’occupazione non è un diritto ma un favore pagato, dichiarava che quando il proprio lavoro non piace si deve avere il coraggio di cambiarlo, costi quel che costi. Proprio per questo ho visto, giuro che è così, un dirigente con provvigioni da master lasciare il suo privilegio scambiandosi di posto con un disgraziatissimo metronotte. In ogni modo però una giustizia sostanziale c’è anche in questo Paese. Perché quando i dipendenti si riuniscono giocano al pallone. Quando i capiufficio si riuniscono giocano al tennis. Quando i dirigenti si riuniscono giocano al golf. Insomma, più è alto il “grado” dei giocatori più sono piccole le palle e queste, grazie al cielo, non sono ancora soggette a tassazione. Quando questo Paese diverrà serio, quando alcune fondamentali idee sociali già dal 1920 auspicate per il popolo saranno con continuità poste in opera, anche l’Italia diverrà una nazione vivibile. Perché per ora essa lo è soltanto per i potenti che vivono sulla pelle e che passeggiano sulle palle dei disgraziati. E’ però anche necessario che i casi di finta disoccupazione, di simulata malattia cronica invalidante, di vitalizi pagati per privilegi da effimere vicende cessino. E’ ormai ora che fannulloni ed Onorevoli di non so e non sanno cosa, non trovo differenze sostanziali tra le due categorie, comincino a rientrare nella ragion logica togliendosi di mezzo e tagliando il loro numero insieme ai loro appannaggi almeno del cinquanta per cento. In tutto questo smodato marciume il nostro Movimento non comprerà l’Italia con il proprio marchio volendola trasformare in un’azienda “come dico io che mi ha mandato Iddio”. Noi non riceveremo treppiedi nella schiena perché i nostri petti sempre sono rivolti al nemico. Noi non abbiamo avvocati che pensano come inviare decime e prebende da non potersi legalmente dimostrare, perciò noi non andremo con lui ad Hammamet. Noi siamo saldi in un’idea: Il Fascismo non è soltanto azione, ma anche Idea. [Agosto 1924].

CarBoc