Realtà ed Illusione

Le grandi manovre del Cavaliere

Salvare 3 milioni d’impiegati dello Stato o soddisfare 40 milioni di tartassati dal fisco?

Lo Stato è una cittadella in cui non vi possono essere antitesi né d’individui, né di gruppi. [Dicembre 1925]

Politicamente, in Italia, è avvenuta una cosa nuova, impensabile, pressoché imprevedibile, quasi fantastica. Un comunista, Gianfranco Paolillo, accusa il principale motivo di sperpero della spesa pubblica italiana indicandolo nel pubblico impiego.

Mai era successo che gli statalisti per scelta arrivassero a tanto importante traguardo, qualcosa forse si muove, cerchiamo di capire.

Paolillo era a capo della "Sezione Economica" della Presidenza durante la precedente legislatura, dunque, ben addentro alle segrete cose, eppure si è espresso come già abbiamo affermato.

Che questo concetto emerga da un uomo che, come molti tra loro sostengono, possiede i cromosomi del comunismo è esorbitante, ma a volte la realtà supera la fantasia.

In ogni modo uno dei grandi malesseri economici italiani è sito proprio in questo fenomeno, ed è stato indicato dall’On. Paolillo con l’espressione: "Il grasso superfluo sta nel pubblico impiego".

Che Paolillo si sia ravveduto dal suo mal di "comunismo"? Che quella gente stia aprendo gli occhi? E' difficile, ma auguriamocelo!

Il malessere economico finanziario italiano però non è insito, malauguratamente, solo negli oltre cinquecentomila esuberi di dipendenti statali nullafacenti. Anzi, per meglio specificare, essi, tra tante altre iniquità, sono deleteri ed inutili nei posti che occupano e dovrebbero perciò essere posti in cassa integrazione.

Questo accorto e strategico avvenimento potrebbe tuttavia avvenire solo se A.N., capofila del partito trasversale della spesa pubblica, fosse un Partito della Destra Storica Laica e Liberale al di sopra delle parti e della sua voglia matta di governare, ma essa è, nondimeno, in sottordine a Forza Italia ed al suo proprietario, un noto miliardario.

Ma sfortunatamente per quel Partito, quel Gianfranco del "male assoluto", espressione con cui certamente vuole sempre riferirsi solo a se stesso, ragazzino che un tempo tra noi allevammo con cura ma che divenne serpe per smodata megalomania e che perciò uscì dalle nostre fila, non oso nominarne il cognome da dopo che si pose sulla testa lo zuccotto

che in Israele chiamano kippà, ha una monomania, quella di salire sul colle lasciato libero dal "Cavaliere" che aspira ad un "colle" più alto.

In ogni caso, gli sprechi nazionali nel settore dei dipendenti pubblici, per volere d’interessati governanti manovratori di leggine per questi e quei soggetti apportatori di voti, non si fermano a quanto già accennato. Infatti, ad essi dobbiamo aggiungere gli inutili dispendi anche per dirigenti di non si sa che cosa e che creano susseguente malessere, poi dobbiamo sommare le spese energetiche [elettriche, di carburanti…], gli esborsi telefonici che finanziano"Telecom", e non è difficile immaginare con movimento di dare avere. Ancora, si devono addizionare i costi per i distacchi sindacali del personale, poi i rimborsi delle quote per non motivate diarie, i gettoni di presenza ed ogni altro immaginabile o celato privilegio che tocca a questo o quello.

Ed ecco che, in questo modo, la spesa pubblica dell’acquiescente clientelare statalismo per pubblici dipendenti in eccesso diviene enorme, insostenibile.

Questa generalizzata sofferenza è indice preciso del perché questo governo non appartiene alla Destra. Infatti, esso si colloca verso destra solo per la posizione geografica parlamentare dei vari "Caron dimonio dagli occhi di bragia", dei "ah raso terra" che si affanno ad offrire a sua emittenza nuove possibilità di guadagno perché è bisognoso, e dei "Pinocchio" politicamente bugiardi ma impomatati davanti all’occhio scrutatore delle telecamere…

Questo governo nulla ha di Destra perché sconosce la meritocrazia.

Questo governo nulla ha di Destra perché non capisce che "I popoli fecondi sono sempre sicuri del loro avvenire".

Questo governo nulla ha di destra perché non sostiene il concetto che la storia d’Italia deve essere dominata dal postulato: "Realizzare nel più breve tempo possibile il massimo dell’autonomia nella vita economica della Nazione".

Questo governo nulla ha di destra anche perché non ha rigirato come un calzino la deleteria, sfasciata e compromessa Pubblica Amministrazione.

Tutti però ricordiamo che Berlusconi si espose, durante la sua propaganda elettorale, nell’affermare di riformarla, ma sino ad oggi, anch’egli politico Pinocchio, nulla ha fatto per innovarla.

Questa Pubblica Amministrazione, che tutti ben conosciamo e sopportiamo, è un coacervo di diritti e privilegi, ahimé, anche in quei settori affidati a privati che hanno "vinto" gare per l’esercizio di determinate funzioni amministrative, in particolare mi riferisco ai carrozzoni che riscuotono le tasse per conto dei Comuni.

Leggi inique, sibilline, tra loro contraddittorie malversano il cittadino, mentre è solo il Governo e l’I.S.T.A.T. che continuano ad affermare che "tutto va bene madama la marchesa".

Se poi il raffronto di questo pantano amministrativo lo facciamo con i Paesi esteri europei restiamo esterrefatti, ed il risultato si compendia in una sola parola: "Vergogna".

Perché nessuno fa alcunché è ormai chiaro.

Il "Partito dei privilegi e privilegiati" elettoralmente privilegia quel Partito di maggioranza che insieme al suo capo è divenuto il "Male Assoluto".

Eppure basterebbe poco per migliorare, sarebbe sufficiente che la Maggioranza imponesse ad Alitalia, ad U.S.L., a Camere di Commercio, ad uffici di Protezione Civile, ad Università… di non avere dipendenti in esubero oltre un rapporto prefissato con il bacino d’utenza che servono.

Ma il lato comico della questione, meglio definirlo tragico, è giunto con l’apparente taglio alle tasse che il Cavaliere è stato costretto a praticare contro la volontà della sua maggioranza.

Il fatto diviene, per così dire, tragicomico, perché al misero taglio d’imposte ha fatto seguito un sostanziale aumento del costo di molti servizi che lo Stato offre dietro

pagamento. Sono perciò aumentati i costi di marche da bollo, di tabacchi, di prestazioni sanitarie…

Perché Berlusconi si è così comportato, perché ha rischiato la spaccatura della maggioranza, o hanno finto che così fosse?

Perché o compiva questa manovra o avrebbe totalmente perso la faccia di fronte a 40 milioni d’italiani per tutelare il patrimonio elettorale d’A.N., e la sua sconfitta elettorale del 2006 sarebbe stata certa anziché ancora nebulosa.

Non crediamo però che dalla sua caduta, il suo attuale contro altare –Prodi- sia migliore, o il nascosto Veltroni o Rutelli o D’alema siano più vantaggiosi di lui per il popolo italiano.

Insomma, possiamo asserire senza tema d’errore che i due Poli sono solo lobby affaristiche che nei cittadini e nel loro benessere non hanno alcun interesse.

Perciò questa maggioranza, già da questo momento elettorale, ha posto dei picchetti in corso d’opera per frenare i Partiti minori e dunque inibire l’espressione democratica delle idee.

Ha imposto, infatti, che questi numericamente piccoli Partiti si dovessero adeguare al volere del gran capo. Così hanno fatto i ridicoli Radicali che hanno chiesto al Polo ospitalità (certamente venduta e pagata). Così non ha fatto Alternativa Sociale che afferma, per bocca della sua dottoressa, di non voler cedere al ricatto.

Sulla stessa scia si trovano i Socialisti del figlio d’arte Bobo Craxi, ed i legionari di "Italia dei valori" di Di Pietro. Però, quest’ultimo, si dichiara disposto ad accordarsi con i padroni perché, insinua vasellinamente, il malessere si combatte standogli acconto ed accetta Prodi e tutto il male che porterà!

Anche i "nuovi" Repubblicani sembrano disposti all’accordo per superare gli sbarramenti elettorali, ma si mostrano bendisposti verso la coalizione che "non dà olio" o pro "F.E.D.".

Ritornando al nostro discorso di base, quello della necessità di controllo dello statalismo assistenziale come privilegio dei furbi, osserviamo che a fronte di un introito erariale di quasi 600 miliardi di euro, circa 400 miliardi sono spesi per pensioni e stipendi.

E’ ridicolo, ma è così.

Tutti i ministri e sottosegretari della fatiscente e cosiddetta Seconda Repubblica continuano a recitare che ogni colpa è da addebitare alle trascorse partitiche gestioni con capofila la "Balena Bianca, ma dobbiamo però rilevare, da semplici persone intelligenti, che Berlusconi ed i suoi, Prodi ed i suoi, D’Alema ed i suoi, hanno una gran responsabilità in questo continuo ed immodificato andazzo.

Ma un’altra questione c’impensierisce, perché il Sindacato tace su questi foschi avvenimenti.

Però ci basta una sola fuggevole occhiata per farci comprendere ogni cosa e risponderci: "Il Sindacato non interviene, non si esprime, è muto per interesse. Infatti, nel Sindacato è importante ed assai apprezzato il numero delle "offerte" –spintanee- tolte di tasca ai lavoratori per finanziarlo, ed ancor più è importante il numero delle tessere che sono detenute".

Dunque, possiamo concludere che per il Sindacato maggiore introito è uguale a maggior silenzio.

E allora? Allora niente, almeno per ora.

"Tutto va bene madama la marchesa continuano a ripeterci i nostri governanti, però sottovoce tra loro ripetono, abbiamo perso il vigneto, l’uliveto è andato a male ed il frutteto è scomparso, ah, anche quella campagna laggiù è ormai scialacquata ma non facciamolo sapere perché ci menano".

Ma, nonostante tutto il malessere che conosciamo, personalmente mi aspetto che il Governo finalmente mostri d’essere meritocratico, perciò amo volerlo ritenere un morigeratore dei costumi che redarguisce i figli discoli.

Purtroppo nulla di tutto ciò avviene, mentre le stagioni passano veloci. Anche gli anni scorrono e ci lasciano sempre più sconforto ed amaro in bocca intanto che guardiamo i

nostri figli costretti a vivere inseguendo un deleterio sogno di divenire cantanti o calciatori, con stupefacenti e delinquenza organizzata o spicciola che non sono colpiti dalle leggi, e con gli stranieri che invadono, compiendo l’ultimo misfatto, il nostro "Bel Paese".

Il Governo, imperterrito, continua a non mostrare d’essere il padre sagace ed amorevole che senza cattiveria castiga.

Al contrario, l’attuale cultura politica o semplicemente quella faticosamente acquisita sui banchi di scuola non alligna in esso.

Essa sembra persa insieme alla misura ed al buon senso di un non lontano passato che però ritornerà. Ritornerà perché la Storia darà ragione ad un uomo che voleva un’Italia libera ed italiani forti, un uomo che forze sotterranee e viscide hanno invece sommariamente giustiziato per tappargli la bocca sì da non raccontare i misfatti che altri in Italia hanno compiuto.

Ad ogni buon conto si sussurra, in ambienti segreti, che il governo voglia istituire il centro "Onorevole, al telefono" un call center per gli onorevoli dell’iniquità e del denaro facile -solo per loro- che li aiuti con psicologi, madame compiacenti e preti che li confortano per lenire le ambasce da parlamentare lavorativa stanchezza.

Ma dopo tutte queste critiche è bene che anche pensiamo e meditiamo sulla nostra triste condizione politica, e che, finalmente, armati di buona volontà rilanciamo l’idea che storicamente non è stata uccisa, idea che tornerà a fare storia con o senza di noi.

CarBoc