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F.U.A.N
STORIA
Il FUAN (Fronte Universitario di
Azione Nazionale) fondato nel 1950 per iniziativa di universitari dei
raggruppamenti giovanili del M.S.I., riuscì a coagulare intorno ai gruppi di
ateneo consensi crescenti ponendosi su posizioni di dura contestazione dei
bizantinismi degli altri gruppi ( INTESA CATTOLICA, U.G.I., A.G.I.) incapaci di
rappresentare un serio punto di riferimento per la gioventù universitaria,
estranea ai giochi politici di vertice che facevano dell'U N.U.R.I. (organismo
rappresentativo nazionale universitario) l'ala marciante dei fautori
dell'incontro tra cattolici e socialisti. Attraverso una lunga serie di successi
nelle elezioni universitarie, il FUAN, tra la fine degli anni cinquanta e fino
al 1967, raggiunse vittorie significative in molti atenei; fanno storia le
maggioranze ottenute a Roma, Perugia, Catania, Messina, Napoli, Modena, Parma,
Camerino, ma soprattutto l'efficace denuncia del fallimento dell'UNURI, nel cui
consiglio nazionale i rappresentanti del FUAN - da Lo Porto a Cerullo, da Della
Bona a Masi a Laffranco - contestavano le equivoche gestioni di centrosinistra
assolutamente lontane dai problemi studenteschi.
Oggi il FUAN esiste sotto altre
denominazioni, fatte proprie dal Movimento Sociale Fiamma Tricolore dell’On.
Luca Romagnoli e di Alleanza Nazionale dell’On. Gianfranco Fini: il primo ha
adottato la dicitura Fiamma Universitaria Alternativa Nazionale, il secondo
Fronte Universitario Alleanza Nazionale. Quest’ultimo poi, attraverso vicende
non ben note, si è tramutato in Azione Universitaria, quasi a voler recidere
ulteriormente il legame con il proprio passato, sebbene sia da notare come
l’appellativo “FUAN” sia ancora stato utilizzato in seno alla propaganda
elettorale del marzo 2004 in molte città d’Italia.
Per ciò che riguarda il FUAN della
“Fiamma” è chiaro che, essendo agli esordi in molte realtà italiane, sopporti la
mancanza di una struttura più presente nel territorio, ma sta crescendo grazie
ad una nuova dirigenza più aperta ad un dibattito comune con le altre forze
giovanili.
I consensi della Fiamma
Universitaria Alternativa Nazionale fanno leva sui giovani alla ricerca di un
punto di riferimento per una nuova esperienza politica, ma anche su coloro che,
avendo già militato tra le file di Azione Giovani, cercano una risposta alle
proprie battaglie più sincera e, soprattutto, più coerente. Questa è una
osservazione che non stupisce nessuno, soprattutto considerando il
“riposizionamento” che Fini ha voluto dare ad AN in seguito al congresso di
Fiuggi, creando una ulteriore divergenza tra la base (che tuttora utilizza le
croci celtiche durante le manifestazioni) ed il partito (che riconosce
nell’antifascismo un passaggio essenziale). LA NOSTRA
UNIVERSITA’
Tra le iniziative del Governo inerenti alla
legge finanziaria, emerge una clamorosa proposta di cui nessuno parla, né gli
esponenti stessi del Governo, né l’opposizione. Neanche gli organi di stampa,
forse distratti da altre urgenze, hanno dato il giusto peso a quella che si
rivelerà come un’altra “patata bollente” per la maggioranza di Centrodestra. E’
apparso solo un piccolo articolo sul Corriere della Sera del 1 Marzo 2002 – “la
riforma … ha introdotto il principio della trasformazione di strutture
dell’amministrazione pubblica in società per azioni o fondazioni. Un processo
che sarà avviato nei prossimi giorni, a partire dalla graduale trasformazione –
dove possibile e dove voluta – delle Università in fondazioni”. Queste sono le
dichiarazioni del ministro Moratti e di Tremonti (ai tempi anch’esso ministro).
In poche parole, viene espressa l’intenzione di procedere al più presto alla
privatizzazione delle Università attraverso la trasformazione delle stesse in
fondazioni di Diritto Privato. L’art. 28 della legge finanziaria costituisce lo
strumento per operare tale trasformazione, giustificata dalle difficoltà di
bilancio delle Università italiane, oltre che ovviamente dalla dilagante ottica
iperliberista. Questo è sicuramente il più grave attacco che le Istituzioni
Universitarie abbiano mai subito negli ultimi decenni. Vengono colpiti i
principi basilari dell’Università Italiana, il diritto allo studio in primis, ma
anche la libertà d’insegnamento e di ricerca e l’autonomia delle istituzioni di
alta cultura. L’obiettivo di tale provvedimento e fin troppo semplice: si vuole
dequalificare l’Università pubblica a vantaggio di pochi centri privati
attraverso un’energica riduzione del personale e dei servizi, e quindi anche
dell’offerta formativa e delle competenze. Coerentemente ai dettami della logica
del mercato, si vuole subordinare la creatività culturale, umanistica e
scientifica a logiche di contabilità aziendale, trasferendo contemporaneamente
alle famiglie in maniera diretta il prezzo della formazione superiore
universitaria. Appare quindi non più procrastinabile il dovere di sviluppare una
decisa azione di opposizione a tale progetto. La nostra Fiamma Tricolore, con la
sua storia e le sue radici, non può tacere su questo tema essenziale per il
futuro dei giovani che intendano intraprendere una carriera universitaria. Il
Governo di Centrosinistra (con il fantomatico 3+2) si è reso responsabile della
distruzione del sistema universitario italiano, oggi il Governo di Centrodestra
sta operando scelte nella medesima direzione. Siamo noi gli unici ad avere le
carte in regola per parlare, non possiamo lasciare l’opposizione a simili
progetti nelle mani della sinistra e delle sue strumentalizzazioni.
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