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MOVIMENTO SOCIALE FIAMMA
TRICOLORE
PER L'UNITA' NAZIONALE
CONTRO I NEMICI DELLA PATRIA
Chi ama veramente l’Italia
non può permettere alcuna “devoluzione”.
Non è solo la politica della Lega Nord ad attentare contro l’unità nazionale. E’
sempre più palese, alla luce di quanto accade in Parlamento, che quanti mirano
da tempo ad indebolire il ruolo e le prerogative dello Stato hanno un’utile
“sponda” in questo governo e in questa maggioranza. I guasti di questa politica
governativa appaiono destinati a perseguitare gli Italiani per lungo tempo
ancora. Non bastava che sessant’anni di malgoverno e di malcostume trascinassero
i nostri connazionali in una situazione nella quale venisse messo in dubbio
anche il benessere conquistato con il lavoro di intere generazioni, alzando la
soglia della povertà dapprima al livello delle famiglie monoreddito, oggi
addirittura a quelle nelle quali ormai tutti i componenti sono ossessivamente
impegnati, in una prospettiva alienante, a “far quadrare” i conti di fine mese,
mentre gli sprechi di regime continuano. Oggi si pongono le basi per distruggere
l’unità stessa della Nazione, dando il via, a partire dal cosiddetto Senato
Federale e dalla riforma “devoluzionista” più in generale , a quella serie di
misure antinazionali che sono frutto di meri accordi partitici e di
consociativismo di governo, ma che, alla fine e come sempre, presenteranno il
conto a tutti gli Italiani. Uno scenario umiliante quello in cui ci dibattiamo:
mentre la Nazione è assediata da minacce che richiederebbero atteggiamenti
virili ed orgogliosi da parte del Governo, non si trova di meglio che indebolire
vieppiù il ruolo dello Stato. Ma il Presidente del Consiglio e i suoi Ministri
leggono i giornali? La domanda è pleonastica: basterebbe infatti sfogliare un
qualunque quotidiano italiano per rendersi conto che la disoccupazione galoppa a
ritmi di “delocalizzazione selvaggia”, che gli Italiani devono quotidianamente
fare i conti con i salassi erariali sull’auto e sulla casa e con un’inflazione
bugiarda resa possibile da un governo che anziché vigilare sul caro-euro era
evidentemente impegnato a prendere “i soliti ordini” da Washington, che
l’immigrazione clandestina e irregolare continua a ritmo incessante nel
susseguirsi di sbarchi di disperati sulle nostre coste, attirati magari dal
miraggio di una nuova Bossi-Fini. Mentre tutto ciò accade, la preoccupazione del
governo Berlusconi e delle forze politiche che lo sorreggono è quella di attuare
la riforma devoluzionista. Ad uno Stato che è messo colpevolmente dalla sua
classe politica dirigente nella situazione di non dare risposte agli italiani
disoccupati, agli Italiani tartassati, agli Italiani minacciati nella loro
cultura, lingua, tradizione e civiltà, si vogliono togliere anche le proprie
inderogabili prerogative in ruoli chiave quale la sanità, l’istruzione, l’ordine
pubblico. Ma ciò che deve preoccupare ancor di più è l’aspetto culturale della
vicenda: la picconata alle peculiarità costituzionali del ruolo dello Stato si
inserisce in un alveo che per decenni ha introdotto in maniera subliminale nella
mente degli Italiani il tarlo liberista e antinazionale di una cultura per la
quale l’amore per la Patria e per la Nazione non erano più valori assoluti per
la cui difesa si giustificasse, come nel passato, anche l’estremo sacrificio
della vita. Contro questi disegni di disfacimento nazionale occorre chiamare al
risveglio la coscienza degli Italiani, prima che sia troppo tardi, prima che la
marea mondialista monti.
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