Gibbone
hylobates syndactylus,
hylobates hoolock,
hylobates pileatus,
hylobates concolor,
hylobates klossi,
hylobates muelleri,
hylobates moloch,
hylobates agilis,
hylobates lar |
Classe: Mammiferi
Ordine: Primati
Famiglia: Ilobatidi |
Habitat: È presente nell’India orientale sino a sud
della Cina, a sud attraverso il Bangladesh, l’Indocina sino alla Malesia, ad
ovest verso Java e il Borneo.
Descrizione: Gli arti sono molto lunghi e consentono
una presa ed un appoggio sicuri e rapidi nel passaggio da un ramo ad un
altro. Inoltre il gibbone riesce a mantenere una posizione eretta e a
compiere dei salti notevoli.
Il colore della pelliccia varia molto con la specie e talvolta tra i sessi.
Sono evidenti dei colori distintivi sulla faccia. Ad esempio ci sono alcune
specie con i maschi bruni con il pelo sulle guance rosso, le femmine dorate
e i giovani biancastri (H. concolor); in altre specie i maschi sono
completamente neri e le femmine sono dorate con il contorno degli occhi
bianco in entrambi i sessi (H. hoolock).
In generale la lunghezza complessiva di questo Primate è di 40-70 cm ed il
peso oscilla tra i 4 e i 7 kg. Al di fuori dalle dimensioni medie si pone
H. syndactylus che può raggiungere i 90 cm di lunghezza per un peso di
oltre 10 kg. Il maschio e la femmina sono simili come dimensioni
(diversamente dai gorilla o dagli oranghi, tra i quali maschi e femmine
differiscono notevolmente).
Abitudini:
Il gibbone possiede delle peculiarità che lo rendono unico tra i Primati, è
monogamo (quindi il maschio e la femmina sono fedeli l’uno l’altra),
territoriale (difende una specifica area dagli intrusi) e si nutre di
frutta.
Predilige habitat con foreste sempre verdi ed infatti la forma e la
struttura del corpo riflettono un ottimo adattamento alla vita arboricola
(tra gli alberi).
Le diverse specie emettono differenti vocalizzazioni che richiedono uno
sforzo notevole. I suoni emessi riflettono lo “stato d’animo” dell’animale,
ad esempio possono esprimere irritazione, richiami amorosi, aggressività,…e
servono ad inviare chiari messaggi di riconoscimento tra individui dello
stesso nucleo familiare e ad escludere gli estranei della medesima specie o
di specie diverse. Sembra che questi suoni non servano tanto a creare dei
nuovi legami, quanto a mantenerli. Inoltre questi “canti” consentono
continuamente di definire il territorio e ad informare ed allontanare
eventuali intrusi. Alcune specie possiedono delle sacche all’altezza della
gola che consentono di elaborare particolari suoni. Oltre alle
vocalizzazioni, altra fondamentale interazione sociale è sicuramente il “grooming”,
ossia la pulizia del pelo tra adulti e subadulti, tra adulti e giovani.
Altro importante momento di interazione è il gioco soprattutto tra adulti e
giovani.
La ricerca di cibo coinvolge gruppi numerosi per 9-10 ore al giorno. Il
gibbone si ciba soprattutto di frutta, entrando in competizione più con gli
uccelli che con altre scimmie, ma anche di giovani foglie e di piccoli
invertebrati. Durante l’anno si nutre di frutti diversi e in quantità tali
da permette alla pianta di riprodursi: questo equilibrio fra animale e
pianta è fondamentale perché in questo modo il gibbone si assicura cibo per
il futuro.
Una coppia di gibboni adulti di solito genera un unico piccolo ogni 2-3
anni. Dopo 7-8 mesi di gestazione nasce il piccolo che è accudito con
estrema attenzione per i primi due anni di vita. A circa 6 anni il giovane
inizia ad interagire sempre più frequentemente con gli altri componenti del
gruppo; con il passare del tempo le interazioni, che inizialmente erano
amichevoli, divengono più violente sino a sfociare, verso l’ottavo anno di
vita, con l’allontanamento del giovane dal gruppo. Questo trascorre molto
tempo ad emettere dei richiami atti ad attirare l’attenzione delle femmine,
senza avere però gran successo. Note:
Il gibbone riveste un ruolo particolare tra i popoli della foresta. Infatti,
per l’intelligenza, per la posizione eretta e per l’assenza di coda è
considerato molto simile all’uomo. Per questo motivo tende a non essere
cacciato ed anzi venerato come spirito buono della foresta. Dobbiamo
ricordare che la sopravvivenza di queste specie è strettamente legata alla
conservazione del suo habitat e quindi alla tutela delle foreste pluviali. |