Martin pescatore
alcedo atthis
Classe: Uccelli
Ordine: Coraciiformi
Famiglia: Alcedinidi

Habitat: Il suo habitat è rappresentato da fiumi, canali, laghi, stagni e paludi. Lo possiamo ammirare dall’Africa settentrionale sino alla Svezia e all’Estonia, in Giappone, nella gran parte dell’Asia, e in Malesia.

Descrizione: Il martin pescatore presenta un piumaggio vivace e scintillante. Il capo, il dorso e le ali sono di color turchese metallico, mentre il ventre e la parte interna delle ali sono arancioni, così come le zampe; lateralmente all’occhio è presente una macchia in parte arancione e in parte bianca.
Il peso è compreso tra i 30 e i 45 g e la lunghezza tra i 16 e i 17 cm (il becco misura 35-45 mm).
L’apertura alare oscilla da 25 a 28 cm.
Il lungo becco è adattato per tuffarsi in acqua e predare i pesci. Il martin pescatore non è in grado di inseguire le sue prede sott’acqua, in quanto le sue zampe non sono palmate.

Abitudini: Il martin pescatore non ama le acque turbolente e predilige le rive dei grandi corsi d’acqua, gli stagni e le paludi. In particolare ama le rive alberate e cespugliate dei piccoli fiumi con gli argini un po’ franati, così da poter facilmente costruire il nido.
Per quanto riguarda la tecnica di caccia, il martin pescatore si posa su un ramo e scruta attentamente lo specchio d’acqua; nel momento in cui individua la preda s’immobilizza sino a che sferra l’attacco repentino e veloce come un lampo, anche se spesso termina con un insuccesso. Quando l’attacco si risolve con la conquista di un pesce, questo è sbattuto contro un ramo o su una pietra sino alla morte. La strategia di caccia si modifica anche in relazione alla preda: per i pesci che nuotano nel mezzo del corso d’acqua, il martin pescatore s’innalza di qualche metro e si ferma, sbattendo le ali ad una velocità frenetica e mantenendo il corpo in una posizione verticale poi, all’improvviso, si lancia sulla preda con una velocità e una potenza insospettabili. Questo uccello si nutre soprattutto di pesci, ma anche di insetti acquatici, vermi, crostacei e molluschi, girini e piccole rane. Le prede vengono ingoiate con difficoltà e tutte le parti indigeste (scaglie, lische e pinne) sono rigurgitate.
Al di fuori del periodo riproduttivo è una specie solitaria, estremamente irascibile e territoriale che difende un tratto di fiume di 1-5 km. Non si fa spaventare nemmeno dalle dimensioni dell’intruso: anche un airone che si avventura su uno dei posatoi viene allontanato con dei veri e propri attacchi aerei. Il comportamento territoriale è talmente accentuato che tra le aree occupate da due individui (o da due coppie) si interpone una zona neutra, che raramente è visitata dai due vicini, e comunque in tempi diversi.
La coppia si forma tra gennaio e febbraio, e compie degli inseguimenti veloci tra i rami accompagnati da grida stridenti del maschio che cerca di conquistare la femmina prescelta. Il nido viene costruito scavando delle gallerie a 2-8 metri dal livello dell’acqua, così da evitare che eventuali piene del fiume lo inondino. Entrambi i futuri genitori partecipano alternativamente alla costruzione del nido per 1-2 settimane: così mentre uno scava l’altro fa la guardia. La realizzazione del nido inizia con la creazione di un foro sul terreno con le zampe e poi con il becco: al termine dell’operato si ha un’apertura di 5 cm di larghezza e di 6 cm di altezza, seguita da un tunnel (lungo 45-90 cm) e alla fine una camera leggermente più grande a forma di pera.
Inoltre, per evitare problemi dovuti al ristagno d’acqua il tunnel è leggermente inclinato verso l’esterno. Talvolta la coppia riadatta il nido degli anni precedenti. Il nido, ben camuffato tra i cespugli e i rami, generalmente è di difficile accesso ai predatori, anche se può essere scovato dalle donnole o dalle lucertole; altra minaccia è rappresentata dai serpenti che possono arrampicarsi anche su pareti verticali. In realtà la principale minaccia per la sopravvivenza è rappresentata dalla riduzione delle zone umide e dalla distruzione delle rive dei fiumi.
Le 6-7 uova, bianchissime, sono deposte all’inizio di maggio, e sono incubate per 19-21 giorni.
In questo periodo il maschio porta il cibo e partecipa alla cova. A questa prima deposizione ne possono seguire una o due, a luglio e a settembre: questa prolificità permette di compensare la grande mortalità tra i giovani. Dopo la nascita i pulcini rimangono nel nido per 23-27 giorni, successivamente sono addestrati alla pesca per qualche giorno e alla fine allontanati definitivamente dai genitori. I giovani devono allora cavarsela da soli e ricercare dei territori spesso molto lontani da dove sono nati. Dopo l’involo sono particolarmente vulnerabili e spesso cadono preda dei rapaci.

Note: Il martin pescatore è molto diffidente e difficilmente osservabile. L’occhio attento può notare un bolide blu che vola a fior d’acqua per sparire tra la vegetazione. Per poterlo osservare è necessario essere pazienti, rimanere immobili per lunghi periodi e, se possibile, nascondersi tra la vegetazione. In ogni caso sono necessarie numerose uscite prima di poter individuare i suoi posatoi e i suoi nascondigli.