Tracce di Animali e Uccelli

Spesso durante le gite nei boschi montani capita di scorgere sul terreno tracce animali che a volte vengono erroneamente confuse con tracce di cane o di animali domestici; dopo un esame più approfondito potremmo fare delle curiose scoperte. Certo gli animali rimangono spesso nascosti o lontano per essere visti, ma se ci forniamo di penna e righello e ci informiamo preventivamente della tipologia di flora e fauna presente nella zona, con un po' di attenzione si possono scorgere segni della loro presenza. Per esempio l'Orso è totalmente assente in tutto il territorio dell'Italia Nord-Occidentale, mentre il Tasso è piuttosto comune fino a 2000 m in tutto il territorio nazionale. Di seguito troverete alcuni esempi che potranno aiutarvi nelle vostre prossime escursioni.

Le Impronte

Ogni animale che cammina lascia un impronta, soprattutto nel fango e sulla neve. Dalla forma di quest'ultima possiamo capire di che animale si tratta. Ci sono animali che appoggiano tutta la pianta del piede (Orso e Tasso) altri che poggiano solo le dita e hanno dei cuscinetti plantari (Volpe, Lince, Lupo). Altri, infine, specializzati ad appoggiare solo il terzo e quarto dito (Camoscio, Stambecco, Cinghiale). Di seguito potrete trovare alcune impronte di animali con la loro descrizione; potranno esservi utili nelle vostre future escursioni per capire che tipo di animale è di li transitato.

Cinghiale
Dimensione dell'impronta di  circa 6÷9cm di larghezza con forma a trapezio, gli speroni sono quasi sempre impressi.

Lupo
Dimensione dell'impronta di  circa 6÷9cm di larghezza con forma a trapezio, gli speroni sono quasi sempre impressi.

Camoscio
La dimensione dell'impronta è di circa 6 x 3,5÷5 cm di forma rettangolare con zoccoli di forma e aspetto più allungato e rettilineo rispetto allo stambecco.

Capriolo
Dimensione dell'impronta di circa 4÷5 cm x 3 (le sue sono le più piccole impronte tra tutti gli ungulati selvatici dell'Europa occidentale). Gli zoccoli sono piuttosto appuntiti e sottili.

Faina
L'orma è arrotondata-ovale di circa 3,5÷4 cm. L'impronta del dito più interno è spesso solo accennata.

Stambecco
La dimensione dell'impronta di circa 7÷10 cm x 6 è di forma rettangolare e bombata. Gli zoccoli sono piuttosto arrotondati e incurvati.

Tasso
L'orma è più schiacciata (circa 5÷7 x 4cm) con artigli molto sviluppati e cuscinetti delle dita allineati e paralleli tra loro (come le dita di una mano). Le orme anteriori lasciano impressi i segni delle unghie per circa 2÷3 cm, quelle posteriori solo per 1 cm.

Lepre Alpina
Le impronte della Lepre, meritano un discorso a parte; sono spesso poco identificabili, perché le piante dei piedi sono pelose e lasciano un' orma confusa, ma nell'insieme hanno un caratteristico aspetto a "Y" che denota la particolare andatura a salti tipica di questo animale. La lepre muovendosi a salti, posa le zampe posteriori l'una accanto all'altra davanti a quelle anteriori.

Lince
L'impronta ha la forma tondeggiante, misura 5÷8 cm di lunghezza per 5÷7 cm di larghezza. E' bene riconoscibile sulla neve fresca e fango.

Volpe
Sono presenti i segni delle unghie. Impronta lunga 5 cm e larga 3,5 cm di forma ellittica ben visibile.

Per quanto riguarda gli uccelli, contrariamente ai mammiferi, bisogna dire che è molto difficile riuscire ad identificarli dalle tracce: dato lo scarso peso lasciano in genere solo qualche segno del loro passaggio. In linea di massima però le impronte che gli uccelli possono lasciare sono di quattro tipi: gli uccelli nuotatori lasciano impronte di piedi palmati, i trampolieri e i limicoli, abituati a camminare nel fango, lasciano l'impronta di piedi dalle dita lunghe, sottili e ben aperte; un discorso a parte meritano le impronte di svassi e folaghe che, anche se appartenenti ad ordini diversi, hanno sviluppato un tipo di zampa simile, a dita lobate, utile sia nel nuoto che nella deambulazione. L'impronta dei passeriformi è caratterizzata da tre dita rivolte in avanti e da uno rivolto all'indietro.

Le Piume

Un'altra traccia importante, propria degli uccelli, è la presenza di piume o di penne, cosa abbastanza comune visto che gli uccelli mutano il piumaggio almeno una volta all'anno. Rinvenire una penna può essere un utile indizio della presenza o meno di un dato uccello in una certa zona o, se la penna è danneggiata, sul tipo di animale che l'ha ucciso o divorato.

Tracce di alimentazione

Spesso durante il cammino in montagna troviamo pigne rosicchiate o nocciole spaccate: raccogliamole e osserviamole attentamente perché anche esse ci possono dire molto sull'animale che le ha mangiate e sul suo comportamento alimentare.

Il Picchio Rosso
Nocciole con buco sul guscio attorno al quale sono visibili i segni delle beccate non andate a segno. Per tenere ferme le nocciole durante l'operazione di estrazione dei semi l'uccello utilizza la stessa tecnica delle pigne. Comuni sono i gusci vuoti incastrati nelle cavità degli alberi.

L'aspetto generale della pigna è disordinato e devastato le squame sono spezzate e strappate. Per tenere ferme le pigne durante l'operazione di estrazione dei semi l'animale utilizza spesso cavità a fessure chiamate "fucine". Come per la nocciola possiamo trovarne i resti incastrati negli alberi.

Lo Scoiattolo
La base della pigna appare sfrangiata, spesso rimangono resti di squame che pendono dall'asse della pigna ; l'aspetto generale è di pigne disordinatamente sfilacciate con al vertice un ciuffo di squame e tutto attorno una grande quantità di squame strappate.

Il Topo selvatico
L'aspetto della pigna è molto ordinato l'asse è rosicchiato con cura dall'inizio alla fine e alla base è arrotondata; al vertice della pigna restano a mo' di ciuffo poche scaglie intere.

Tane di Mammiferi

Molti mammiferi preferiscono costruire dei rifugi sotterranei, dove ripararsi durante la stagione fredda o dove allevare i piccoli al sicuro dai predatori.
Rivelatore sicuro di una tana è il foro d'entrata: dalla sua dimensione, dalle tracce e dagli escrementi che si possono trovare all'esterno, è possibile avere un'idea dell'animale che ci vive.
Molto conosciuta ad esempio è la tana della Talpa. Questo animaletto ammucchia il terriccio proveniente dai suoi scavi in monticelli di terra; sotto al più alto vi è la camera del nido. Anche topi, ratti e arvicole scavano le loro tane sotto terra.

Altre tracce

In autunno, si possono osservare ai piedi dei noccioli o di altri alberi che producono frutti protetti da una "buccia" dura, gli avanzi dei gusci svuotati: ogni specie infatti ha un suo particolare modo di aprire un frutto, lasciando sulla scorza il segno inconfondibile di beccate o di morsi.
Altrettanto rivelatori sono gli escrementi, non tanto però della specie quanto di ciò che l'animale ha mangiato.

Si può dire, in generale, che le fatte dei carnivori siano di forma allungata con apici appuntiti, mentre quelle degli erbivori sono di forma arrotondata. Le fatte dei carnivori poi contengono spesso i resti indigeriti di pasti di altri animali o di fibre vegetali e ciò può darci informazioni sulla dieta di quella specie.
Ritrovare delle fatte su sassi, o su ciuffi di erba, o in luoghi molto visibili, suggerisce che alcuni animali le usano, al pari di altri segni, per marcare i confini del proprio territorio o per avvertire i conspecifici della loro presenza.

Fra le varie strategie messe in atto dall'evoluzione per proteggere gli animali nel delicato momento della digestione, quella adottata dagli uccelli è tesa a sveltire tutti i processi digestivi. L'apparato digerente degli uccelli è quindi semplice e ridotto: peli, piume, ossa e scheletri chitinosi di insetti, non assimilabili, vengono rigurgitati sotto forma di "borre" di varie dimensioni e di forma tondeggiante o allungata.
Aprendo una borra con una tecnica particolare, è possibile ritrovare i resti e rendersi conto di quali animali siano stati predati. Tutti gli uccelli rapaci e alcuni insettivori rigettano le borre: si pone quindi il problema di rintracciarle: molte sono piccolissime, altre si sfaldano presto, altre sono disseminate qua e là e sono difficilmente rinvenibili. Le più interessanti sono le borre dei grossi predatori notturni e diurni come gufi, allocchi, barbagianni o poiane, gheppi e sparvieri lunghe dai 3 ai 7 cm e rinvenibili soprattutto sotto i "posatoi" dove d'abitudine questi uccelli si posano per mangiare.

I Nidi

Diversi animali costruiscono dei nidi, ma si può dire che gli uccelli siano dei veri maestri in questo campo: a differenza dei mammiferi però, i nidi degli uccelli servono esclusivamente durante il periodo riproduttivo per permettere la cova e proteggere le uova da intemperie e predatori.
La costruzione dei nidi avviene di solito in primavera e in estate: il nido viene ben nascosto, oppure è situato in punti di difficile raggiungimento, anche le uova spesso sono di colore mimetico. Le forme, i materiali usati per la costruzione del nido, e la sua stessa ubicazione, variano da specie a specie, ma sono sorprendentemente omogenei all'interno della specie stessa: queste tre caratteristiche possono quindi aiutarci ad identificare i loro costruttori soprattutto quando, cadute le foglie, molti nidi diventano visibili.
Vi sono uccelli che costruiscono il nido negli anfratti, nelle cavità degli alberi (Storno, Picchio), in buchi scavati nelle pareti sabbiose (Martin Pescatore); altri preferiscono nidificare nel terreno, fra le erbe (Pavoncella, Allodola), altri ancora fissano il loro nido ai rami di alberi o di cespugli alle altezze più diverse (Merlo, Pendolino).
Per quanto riguarda la forma, i nidi appesi ai rami possono essere aperti (a cestello) o chiusi (a sacco). I materiali sono piuttosto omogenei e sono quelli reperibili nell'ambiente: paglia, erbe, rametti, muschio, fango, piume, talvolta anche materiali tipici della "società dei consumi" come carta, plastica, pezzetti di filo o di tessuto.
L'autunno è la stagione migliore per osservare i nidi perché ormai non ci sono più né uova né piccoli: è vivamente sconsigliabile invece disturbare gli uccelli durante il periodo della riproduzione, pena il quasi sicuro abbandono delle uova o della prole.

In un ambiente naturale ed inalterato, gli uccelli trovano sovente un luogo adatto dove costruire il nido. Oggi purtroppo però con la distruzione degli ambienti naturali, questo accade sempre meno frequentemente.
I nidi artificiali cercano di supplire a queste caratteristiche fornendo a parecchie specie di uccelli la possibilità di riprodursi.
Ecco in breve le norme più importanti da seguire per l'installazione di un nido artificiale:
1. Il nido artificiale deve essere fissato alla pianta usando chiodi non eccessivamente grossi e lunghi, e in tutti i casi è preferibile legarlo con filo di plastica o raffia, specie se l'albero è di dimensioni ridotte.
2. È indispensabile che il foro di entrata della cassetta-nido non sia mai rivolto verso l'alto, per impedire all' acqua piovana di entrarvi causando seri danni alla nidiata e al nido stesso.
3. È buona norma praticare sul fondo del nido artificiale alcuni fori di drenaggio, anche se accade talvolta che l'accumulo di materiale portato dagli uccelli ne diminuisca l'efficienza.
4. Il foro di ingresso (di diametro variabile dai 3 ai 5 cm) va esposto preferibilmente a sud e in nessun caso verso nord.
5. L'altezza dal suolo alla quale va collocato il nido varia a seconda dell' ambiente e della specie che l'installazione si prefigge di attirare. Generalmente quasi tutti i modelli di nido artificiale per Passeriformi vanno fissati alla pianta ad una altezza variabile tra i 3 e i 5 metri.