Una sera di pioggia

Selphie era triste...aspettava affacciata alla finestra. Perché non arrivavano? Era il suo compleanno, il 10 di luglio. Aveva dato una festa e gli invitati erano tutti i suoi amici più cari: Rinoa, Quistis, Squall e Zell. Selphie era tornata a vivere a Trabia; Zell era rimasto a Balamb con la sua famiglia; Rinoa e Squall erano scappati insieme e abitavano a Esthar; la professoressa Quistis insegnava al Garden di Balamb. Certo, erano lontani ma le avevano promesso che il 10 di luglio si sarebbero ritrovati tutti a casa di Selphie. E lei sapeva che i suoi migliori amici avrebbero mantenuto la promessa. Tranne Irvine, che si diceva in giro che era morto l'anno prima a causa di un incidente con la moto. Sospirò. La polizia aveva trovato il mezzo ammassato contro un albero ma non era stata ancora trovata alcuna traccia del suo corpo. Nell'ultimo anno aveva passato molte notti insonne con la speranza che un giorno sarebbe tornato da lei...ma non era mai successo. Selphie non sapeva che cosa provava per Irvine: a volte odio, a volte amore, indifferenza, simpatia...Lui aveva fatto trascorrere alla ragazza tutti i momenti "più" della sua vita: più brutti, più belli, romantici, tristi, divertenti...E poi, basta. La compagnia di amici si era allontanata e così non si erano più visti. Finché un giorno il suo telefono squillò e la voce di Rinoa la informò della fine di Irvine...il suo Irvy...Si era chiesta molte volte il vero significato della morte. A cosa serve morire? Fa solamente star male le persone, soprattutto quelle molto sensibili come Selphie. Ma nessuno lo avrebbe detto perché la ragazza era sempre allegra, sorridente, aiutava gli altri e sembrava non avere mai problemi. Ma chi aiutava lei? A quello nessuno ci aveva mai pensato. L'unico suo problema era che riusciva perfettamente a mascherare le sue preoccupazioni e i suoi sentimenti. WROOOMMM...una moto si sentì in lontananza. Un brivido le percorse la schiena. Gli faceva sempre questo effetto perché il ricordo di Irvine si faceva vivo nella sua mente. Forse erano Squall e Rinoa e fra un po' avrebbero varcato la sua porta. Ma non erano loro. Fuori pioveva, anche se era luglio, e questo non migliorava il suo umore. Nessuno si era ricordato di lei. Rassegnata si distese sul letto e si addormentò. Quando si svegliò, erano passate un paio d'ore e non era ancora arrivato nessuno, altrimenti avrebbe sentito suonare il campanello. Fuori pioveva ancora e l'unico suono che si udiva era quello della pioggia che toccava terra. Ma no...qualcuno stava bussando alla finestra! "Oh no, un ladro!" questo fu il primo pensiero di Selphie. Ma poi "sono diventata matta? Figurati se un ladro bussa per entrare!". Il bussare si faceva più insistente. Selphie si diresse alla finestra... "AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" Tirò un urlo agghiacciante...era Irvine!!! Aprì subito la finestra ma si tenne a distanza dal ragazzo. "Sefie...finalmente ti ho trovata...non ti preoccupare, sono io!" "Perché s-sei qui..." Selphie non era ancora convinta che fosse realmente lui. "Sefie...sono io, Irvy..." "Sei veramente tu...mi sei mancato!" E corse ad abbracciarlo. Era bello stare fra le sue braccia, si sentiva protetta. Lui la stringeva forte. Avvicinò le sue labbra all'orecchio della ragazza "Sefie...buon compleanno..." e le mise in mano una bellissima giada verde. "Grazie Irvy..." Selphie sorrise e dette uno sguardo alla finestra; aveva smesso di piovere e aveva cominciato a nevicare. "Guarda Irvy...un regalo delle fate" ma quando si voltò per guardarlo... "Irvy...Irvy...IRVYYYYYYYYYYYYYYYYYYYY!!!!!!!!!!!!!!!!!" Selphie era disperata: Irvine era scomparso. Pianse molto a lungo e provò a convincersi che si era trattato tutto di un sogno: ma non era così perché aveva ancora in mano la giada. Passarono gli anni ma Selphie non aveva mai smesso di amare Irvine e il suo regalo. Lo teneva sempre con sè, ovunque fosse e qualunque cosa stesse facendo. Si prendeva cura della pietra e le parlava come se avesse potuto ascoltarla. Una notte, prima di dormire, le disse "Vorrei tanto che tu fossi mia figlia...mi sento tanto sola!" e le diede il bacio della buona notte. A quel punto la giada cominciò a brillare e ad ingrandirsi e ad allungarsi: era di una luce accecante, talmente forte che Selphie fu costretta a chiudere gli occhi. Quando gli riaprì, davanti a lei c'era una bellissima ragazza. "C-chi sei tu..." "Mi hai protetta ed amata come se fossi stata una persona vera...non potrò mai dimenticarmi di tutto quello che hai fatto per me...e sono qui per esaudire il tuo desiderio: sta parlando tua figlia, Giada. Nata dall'amore di due persone stupende anche dopo la morte...io sono nata dall'amore".

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