Dopo la caduta dell'Impero
Romano d'Occidente, nel 476 d.C., le invasioni barbariche e l'instabilità
politica rendono insicure le campagne: le società si ritirano in luoghi chiusi e
protetti, i castelli e i monasteri, che diventano i luoghi di riferimento per la
civiltà e la cultura durante il lungo arco dell'epoca Medievale.
Anche l'arte dei giardini, come le altre forme della cultura, in Europa, viene
preservata attraverso queste strutture, laiche e religiose, dove si definiscono
due tipologie che racchiudono l'essenza del giardino medievale: quella dell'
"hortus deliciarum", giardino paradisiaco fonte di piaceri terreni, frutto della
cultura cortese e troubadour, e quella dell' "hortus conclusus", simbolo
della Chiesa, in cui si esprimono i principi fondamentali della religione
cattolica.
Tra le diverse forme di giardino
presenti all'interno di monasteri ed abbazie, e spesso legate a funzioni
utilitaristiche - l'orto, il frutteto, il "giardino dei semplici" ovvero delle
erbe medicamentose - il
chiostro
rappresenta l'elemento carico del maggiore significato simbolico nell'ambito
della comunità religiosa: spazio raccolto della meditazione, della
contemplazione e della ricerca di Dio, racchiude i principi fondamentali della
vita monastica nella sua forma ricorrente di spazio quadrangolare, ripartito in
quattro parti da due percorsi disposti ortogonalmente a croce, che definiscono
un fulcro centrale segnato da un elemento simbolico come una fontana, un pozzo
(che richiamano alla sorgente di vita rappresentata dall'acqua benedetta) o un
albero (che rimanda al legno della Croce).
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