Delle tre metamorfosi dello spirito

Il brano ripercorre le tappe di cui si è detto sopra: il cammello rappresenta l'uomo sottomesso, che accetta la morale della tradizione; il leone simboleggia la rottura con questa morale, anzi, la negazione della morale come tale; il fanciullo, infine, è l'uomo nuovo, creatore di valori terreni. Il riferimento alle metamorfosi indica che ogni singolo individuo deve percorrere questo cammino: il superuomo non può essere una conquista sociale, ma è essenzialmente il risultato di un rinnovamento interiore.

Per comprendere più a fondo le tre figure, si presti attenzione agli aggettivi e alle immagini con le quali Nietzsche le associa. Infatti, qui più che altrove, egli procede per metafore e non per argomentazioni, in modo da rendere palpabile l'atmosfera morale di tre diversi stili di vita.

a. Il cammello rappresenta la morale del dovere, nel senso cristiano più che kantiano. L'uomo fa ciò che deve fare, a prescindere dal fatto che ciò lo renda felice o meno. Anzi, è proprio quello che umilia, che punisce l'orgoglio e l'affermazione di sé a dover essere perseguito. Le espressioni e le immagini che caratterizzano questo stadio dell'uomo suggeriscono l'umiliazione, la rinuncia, il sacrificio, la sopportazione paziente.

b. La figura del leone è introdotta dall'iperbole del deserto ancora "più solitario". Si noti che anche il cammello è un abitatore del deserto, il che significa che nemmeno la morale del dovere ha una destinazione sociale. Il dovere non è finalizzato alla convivenza con gli altri, ma è un modo di essere dell'individuo, è interiorizzato. Il leone, però, è ancora più solo del cammello, la sua forza di critica e di demolizione della morale è indirizzata verso se stesso e non verso valori sociali. Con questa immagine, Nietzsche sottolinea la necessità di un rinnovamento interiore - una metamorfosi, appunto - l'esigenza di rimuovere il dovere, potremmo dire, dal proprio inconscio. Si è detto che è stato Nietzsche a coniare il termine "Es" che Freud farà poi proprio. Oltre al termine e al concetto, è delineata la dinamica alla quale essi rinviano: la morale della rinuncia e del risentimento non è un insieme di costrizioni esterne, ma è interiorizzata dall'individuo ed è diventata il suo modo d'essere.

Il "tu devi", il drago dalle mille scaglie d'oro, rappresenta la sedimentazione dei valori secolari che danno un significato al mondo, presentandolo all'individuo come una realtà compiuta e fornita di valore. Al leone è assegnata la funzione di liberare l'essere profondo dell'individuo, cioè l'inconscio. Si tratta di un'opera di distruzione per creare uno spazio vuoto. Il pericolo maggiore di ogni morale non è, secondo Nietzsche, il suo contenuto, ma il suo sostituirsi all'individuo ed imporgli valori già fatti ("tutti i valori sono già stati creati"). Per questo, la sua critica non è rivolta soltanto alla morale cristiana, ma alla morale in quanto tale. Il leone non crea, distrugge: ma così facendo recupera la dimensione della possibilità, del non determinato, e quindi prepara il terreno per la creazione.

c. Al fanciullo è associata la rinascita, la mancanza di un passato, l'oblio. Il fanciullo non ha valori da accettare, e nemmeno da rifiutare, non ha valori esterni a se stesso. Egli non crea una nuova morale. L'immagine della ruota che gira da sé indica che il nuovo uomo, il superuomo, deve essere un creatore di valori sempre nuovi, vitali, tali cioè da non sedimentarsi in nuovi condizionamenti interni. La creazione è definita un "giuoco", cioè qualcosa che si rinnova continuamente, che non ha un fine esterno - in particolare non ha il fine di erigere una nuova costruzione, nuove regole o nuovi comandamenti. Dominano in questo paragrafo l'accettazione della vita per se stessa e l'affermazione dell'io che dà significato al mondo.