Don Giovanni

Una favola. Il don Giovanni della conoscenza: non é stato ancora scoperto da nessun filosofo e da nessun poeta. Gli manca l'amore per le cose che conosce, ma nella caccia e negli intrighi della conoscenza- su su fino alle stelle più alte e lontane della conoscenza- é ingegnoso, formicolante di desiderio e ne gode, finchè non gli resta più nulla cui dar la caccia se non quel che nella conoscenza é assolutamente nocivo, come fa il bevitore, che finisce per darsi all'assenzio e all'acquavite. Così, alla fine, s'incapriccia dell'inferno- é l'ultima conoscenza, quella che lo seduce. Forse anch'essa lo delude, come ogni cosa quando é conosciuta! E allora dovrebbe starsene immobile per tutta l'eternità, inchiodato alla delusione, trasformato lui stesso nel convitato di pietra, con un desiderio di un'ultima cena della conoscenza che non gli toccherà mai più- poichè l'intero mondo delle cose non avrà più un boccone da offrire a questo affamato. (Aurora, af. 327)