"Ecce homo" é la biografia di Nietzsche, il testo
con cui egli si presenta una volta per tutte al suo popolo di lettori:
nell'inoltrarsi dell'autunno del 1888, egli decide di dar vita in una sola
settimana al libro conclusivo della sua opera, con cui fornisce una spiegazione
anche degli altri testi. Ne parla agli amici, a Gast,
a Overbeck come di un preludio alla
grande opera della trasvalutazione di tutti i valori e annuncia con tono
apocalittico che fra un pò di anni il mondo sarà in rovina.
La previsione della crisi era esatta, poiché si può dire che la crisi
iniziata nel 1914 é la stessa che Nietzsche si attendeva.
In "Ecce homo" Nietzsche riprende tutte le sue teorie classiche, dall'eterno
ritorno all'attacco al cristianesimo.
Quest'opera é un qualcosa di più che una semplice autobiografia, é
un'interpretazione della propria vita e della propria opera. Scrive appunto
nella prefazione di "Ecce homo":
"Poichè prevedo che fra breve dovrò presentarmi all'umanità col più grave problema che le sia mai stato posto, mi pare indispensabile dire chi sono. [...] Io non sono affatto un orco, un mostro di immoralità: sono il contrario di quella specie d'uomo che finora é stata onorata come virtuosa.[...] Sono un discepolo del filosofo Dioniso, preferirei essere un satiro piuttosto che un santo. [...] L'ultima cosa che io mi sognerei di promettere sarebbe di migliorare l'umanità. Io non innalzo nuovi idoli; gli antichi forse potrebbero imparare da me che cosa significhi avere i piedi d'argilla. Rovesciare gli idoli- così io chiamo gli ideali- ecco il mio compito.[...] Chi sa respirare l'aria che circola nei miei scritti, sa che é l'aria delle grandi altezze, che é un'aria fine. [...] La filosofia nel senso in cui finora l'ho interpretata e vissuta io, é libera vita tra i ghiacci, in alta montagna, é la ricerca di tutto ciò che vi é di strano e di enigmatico nell'esistenza, di tutto ciò che finora era inibito dalla morale" .
E così si avvia la riflessione nietzscheana sulla propria
esistenza, che talvolta si estende ad indagare sull'esistenza del genere umano
in generale; e il resoconto della propria vita, viene da Nietzsche intrecciato
abilmente alle opere, che sono quel che dureranno anche dopo la sua morte.
Particolare amore e predilizione Nietzsche dimostra per lo Zarathustra,
il suo libro in cui affiorano tutte le sue teorie: la critica della
morale, del cristianesimo, l'eterno ritorno, l'oltreuomo...
un libro che non sempre é stato compreso, e d'altronde il suo sottotitolo
("un libro per tutti e per nessuno") lo lasciava intendere.
Nietzsche con "Ecce homo" dimostra di nutrire grande amore nella vita
e nella sua stessa personalità: e così per tutta l'opera egli proverà a
spiegare al lettore "perchè sono tanto saggio", "perchè sono
tanto accorto" e "perchè scrivo così buoni libri"; la prima
parte dell'opera é dedicata alla vita di Nietzsche, la vita movimentata, i
numerosi soggiorni in Italia e, soprattutto a Torino, città di cui era
entusiasta.
Dopo di che egli passa ad un'introspezione, cimentandosi nell'analizzare il suo
carattere: "io sono per natura battagliero",
dice, e riassume in quattro proposizioni la sua tattica di guerra: 1) attaccare
solo le cose vittoriose o aspettare finchè non diventino tali; 2) attaccare
solo le cose in cui si é certi di non trovare compagni che supportino: occorre
agire da soli; 3) non attaccare mai le persone, bensì servirsi di esse per
rendere visibile qualche male comune, ma difficile a essere colto; 4) attaccare
solo cose da cui é esclusa qualunque antipatia personale".
Detto questo, Nietzsche spiega perchè é tanto accorto: lo é
perchè non ha mai "riflettuto su problemi che non sono problemi", non
si é mai sprecato. Egli é "accorto" perchè ha smascherato Dio come
supposizione dell'uomo, come "no" alla vita: ma Nietzsche ci tiene a
specificare che il suo non é un ateismo "volgare", ma é un istinto:
"In me l'ateismo non é nè una conseguenza, nè tanto meno un fatto nuovo:
esso esiste in me per istinto. Sono troppo curioso, troppo incredulo, troppo
insolente per accontentarmi di una risposta così grossolana. Dio é una
risposta grossolana, un'indelicatezza contro noi pensatori: anzi, addirittura,
non é altro che un grossolano divieto contro di noi: non dovete
pensare!".
Un altro grande problema che Nietzsche si pone in "Ecce homo": si
tratta ora di rispondere alla domanda "perchè scrivo libri così
buoni?": il primo problema da affrontare, comunque, secondo Nietzsche, é
se essi sono o non sono compresi: il pensatore tedesco deve constatare che essi
non sono ancora compresi, ma un giorno lo saranno:
"Sarei in aperta contraddizione con me stesso se mi aspettassi di trovare già oggi orecchie e mani disposte ad accogliere le mie verità: che oggi non mi si ascolti, che non si voglia prender nulla da me, mi sembra non solo naturale, ma anche giusto".
Ed é proprio per questo che Nietzsche si ritiene un ottimo scrittore, perché non lo si comprende ancora, perchè parla alle razze future, perché i suoi scritti, per quei pochi che sanno comprenderne il significato profondo, sanno portare ad alta quota. Ma la domanda ultima e nello stesso tempo più significativa che Nietzsche si pone é "perché sono una fatalità?"; egli sostiene di conoscere il proprio destino: un giorno si riconnetterà il suo nome a qualcosa di terribile, di una crisi come non ce ne furono altre, del più tremendo urto di coscienza, d'una sentenza pronunciata contro tutto ciò che era stato creduto: " Io non sono un uomo, sono dinamite". Ma ciò di cui Nietzsche ha paura é di diventare un "santo", di essere venerato come un fondatore di religioni: "Non c'é nulla in me del fondatore di religioni: non voglio credenti, non parlo alle masse; ho paura che un giorno mi facciano santo"; dice esplicitamente di preferire essere un buffone piuttosto che un santo: i santi hanno sempre mentito e nel futuro ci sarà un'enorme lotta tra la verità e la menzogna: "Ci saranno guerre come non ci sono mai state sulla terra. Soltanto a cominciare da me c'é al mondo una grande politica". Ed é lui, l'uomo Nietzsche, ad aver scoperto la verità, ad essersi differenziato per aver smascherato il cristianesimo: "Il concetto di Dio fu trovato come antitesi a quello di vita, in esso fu riunito in una terribile unità tutto ciò che vi era di dannoso, di velenoso, di calunnioso, tutto l'odio mortale contro la vita. Il concetto dell'al di là, del vero mondo fu creato per disprezzare l'unico mondo che ci sia, per non conservare più alla nostra realtà terrena alcuno scopo, alcuna ragione, alcun compito! I concetti di anima, di spirito, e, infine, anche quello di anima immortale, furono inventati per insegnare a disprezzare il corpo, a renderlo malato- cioè santo- per opporre a tutte le cose che meritano di essere trattate con serietà nella vita".