Le linee essenziali del pensiero

1. Nasce in un periodo di crisi della società prussiana e dell'idealismo hegeliano. Nel biennio '48-'49 erano fallite in Prussia le rivoluzioni borghesi. La filosofia che andava per la maggiore (ma non a livello universitario) era quella pessimistica di Schopenhauer, cui anche il giovane Nietzsche si sente attratto. 

2. Nietzsche sperimenta un nuovo linguaggio, fatto di metafore ed aforismi, per criticare la società dell’Ottocento. È un nuovo modo di procedere filosofico, che rovescia il tradizionale argomentare. Ciò comporta una notevole difficoltà nell’interpretazione di certi suoi scritti.

3. Il suo primo libro, La nascita della tragedia, viene accolto  male dal mondo accademico, perché Nietzsche, per la prima volta, rifiuta di considerare l'ellenismo come un mondo di razionalità ed equilibrio. Secondo Nietzsche la decadenza della civiltà greca inizia col prevalere dell'elemento apollineo, cioè col prevalere della scienza sull'istinto, della metafisica e teologia sulla tragedia e la passione, col prevalere di Socrate e Platone su Eschilo e Sofocle, che rappresentano l'elemento dionisiaco. Dioniso è il dio della passione, della sregolatezza, dell'arbitrio.

4. Secondo Nietzsche la filosofia moderna è ancora caratterizzata dal prevalere dell'apollineo (con la mediazione del cristianesimo). Solo in Wagner egli vede, per la prima volta, l'artefice della rinascita della tragedia, perché Wagner sostituisce alla libertà morale quella artistica.

5. Con le Considerazioni inattuali Nietzsche critica la cultura occidentale, razionalista, utilitarista, repressiva. L'istinto deve secondo lui prevalere su morale, commercio, scienza e tecnica. Il filosofo è ostile anche al fatto di leggere la storia secondo lo schema di causa/effetto. La storia, come la vita,  sfugge ad ogni interpretazione. 

6. La sua grande critica dei valori morali, religiosi e metafisici tradizionali avviene con Umano troppo umano. Qui affida all'uomo il compito di dare significato alla propria esistenza, rinunciando a qualunque forma di oggettività (il mondo è caos originario, Dio è morto, non ci sono fatti ma solo interpretazioni, la verità è opinione, la scienza è convenzionale...). 

7. Nietzsche esalta il pensiero genealogico, capace di ricostruire e smascherare l’origine dei valori e quindi liberarsi da essi. Ecco quindi che il filosofo dev’essere critico, perché dubita di ogni verità, anche delle più certe, e storico, perché non ha certezze assolute ma capisce che ogni verità è circostanziale al periodo storico.

8. In altri testi (Aurora, Gaia scienza, Così parlò Zarathustra, Aldilà del bene e del male)  delinea la critica della civiltà cristiano-borghese e il suo nichilismo.

9. N. condanna di questa società ogni forma di morale, di legge, ogni valore, inclusi quelli di democrazia, uguaglianza, lavoro manuale... (transvalutazione di tutti i valori). N. dirà anche che lo spirito dell'industria ha sostituito quello militare e aristocratico.

10. Nietzsche rifiuta i concetti di Dio, Essere, Divenire. Nella vita, nella storia, nell'universo non c'è alcun fine, ma solo eterno ritorno

11. "L'uomo è qualcosa che va superato", in vista della creazione dell'oltreuomo, dotato di volontà di potenza

12. Nietzsche avrebbe rifiutato l'identificazione nazista di Stato e popolo, né gli interessava il potere dei grandi capitalisti, e rifiutava l'antisemitismo della borghesia tedesca. Disprezzava il cristianesimo (religioni da schiavi, forma isterica dell'onestà), la democrazia (preferisce l'aristocrazia) e il socialismo (ne condivide l'appello alla potenza, ma per lui gli operai sono strati inferiori del popolo, che non devono essere educati alla vendetta dovuta a risentimento; inoltre se gli operai diventassero padroni, non ci sarebbe più nessuno disposto a lavorare con sacrificio).