David Strauss studiò teologia a Tubinga ed ebbe come
insegnante l'hegeliano F.C.Baur.
Nel 1831 si recò a Berlino per ascoltare le lezioni di Hegel e solo dopo la sua
morte, tornò a Tubinga per insegnare.
L'opera "Vita di Gesù", del 1835, gli procurò una discreta fama tra
gli ambienti giovanili, ma gli procurò seri guai e scatenò molte polemiche in
ambito accademico. Perse il posto presso l'università a causa di queste idee.
Seguendo Hegel, Strauss considera la religione come destinata ad essere superata
nella filosofia. Ma si differenzia da Hegel, criticandolo per non aver
affrontato con rigore filosofico l'interpretazione delle sacre scritture.
Strauss negò il carattere storico dei Vangeli e considerò la vita di Gesù
soltanto come un mito, anche se dotato di verità simbolica.
Per Strauss Gesù non era figlio di Dio, cioè concepito da Dio nel ventre di
Maria per opera di un miracolo extrabiologico, ma fu creduto tale dai suoi
discepoli che scrissero una serie di narrazioni con pretesa di storicità.
Per Strauss esiste tuttavia una verità simbolica nel mito cristiano espressa
nel dogma dell'incarnazione di Dio nell'uomo.
Tuttavia non è accettabile la tesi che Dio si sia incarnato in un singolo uomo.
Bisogna infatti credere che Dio si incarni in tutta l'umanità, o meglio, che
l'unico Dio sia la stessa umanità.
A David Strauss si deve la distinzione dei filosofi seguaci di Hegel, in
tre categorie: destra, centro e sinistra.
La polemica di Nietzsche contro Strauss nasce dal suo sguardo sull'insieme della
cultura occidentale: il suo interesse ruota ancora intorno alla cultura
tedesca; egli crede nell'alta missione di essa, ma teme fortemente che possa
andare perduta a causa della fondazione del nuovo stato egemonico di Bismarck,
della politica, dei compromessi democratici e della compiaciuta sazietà dopo la
vittoria.
La sua inattuale contro David Strauss
è l'esempio di questa critica di un imborghesimento saturo e fiacco, che
minaccia di privare lo spirito tedesco di tutta la sua profondità.
Occorre dire, tuttavia, che Nietzsche, nelle polemiche hegeliane, o non entrò, o rimase sempre un isolato; le sue concezioni non si introdussero mai all’interno di quelle che erano, al tempo, le lotte delle correnti filosofiche. Il suo attacco a David Strauss non è una intromissione polemica nei riguardi della scuola hegeliana. La sua critica non prende infatti mai posizione contro la scuola che rappresenta, che anzi mostra di non conoscere.