Lutero
Lutero, il grande benefattore.
Quel che costituisce il più considerevole risultato dell'azione di Lutero sta
nella diffidenza destata da lui nei riguardi dei santi e dell'intera vita
contemplativa cristiana: soltanto da allora é divenuto di nuovo accessibile in
Europa il cammino verso una vita contemplativa non cristiana, ed é stata posta
una meta al disprezzo dell'attività mondana e dei laici. Lutero, che restava
pur sempre il figlio gagliardo di un minatore, allorchè fu rinchiuso nel
convento, e qui, in mancanza di altre profondità e "cavità", cominciò
a salire dentro se stesso e a trivellare orribili e oscuri cunicoli, finì per
notare che una santa vita contemplativa gli sarebbe stata impossibile e che la
sua innata "attività" nell'anima e nella carne lo avrebbe trascinato
alla perdizione. Troppo a lungo tentò di trovare, a furia di macerazioni, la
via della santità, ma finalmente prese la sua decisione e disse: "Non
esiste alcuna reale vita contemplativa! Ci siamo fatti abbindolare! I santi non
hanno avuto più valore di noi tutti". Indubbiamente era questo un modo di
aver ragione proprio da contadino,- ma per i Tedeschi di quel tempo era l'unico
modo e quello giusto; li edificava assai leggere ora nel loro catechismo
luterano: "Fuori dei 10 comandamenti non c'é opera alcuna che potrebbe
piacere a Dio,- le magnificate opere religiose dei santi sono loro
invenzioni". (Aurora, af.88)