La terza fase si apre con Così parlò Zarathustra: l'opera, di difficile interpretazione, è una requisitoria contro l'ideale della mediocrità e le varie forme di morale della rinuncia, fra cui Nietzsche annovera adesso anche la filosofia di Schopenhauer, causa il suo pessimismo e il suo rassegnato ascetismo.
Il cristianesimo, in particolare, è caratterizzato dallo spirito di risentimento dei deboli verso i più forti, da una morale di schiavi che nega tutto ciò che è differente da sé. Alla morale della rinuncia Nietzsche contrappone l'aristocratica morale della totale affermazione di sé, dell'accettazione di tutto ciò che è terrestre e corporeo, della trasvalutazione di tutti i valori: è la morte di Dio, la fine di ogni trascendenza, religione o metafisica, delle verità immutabili e dei sistemi di valori assoluti.
L'oltreuomo è l'uomo totalmente
indipendente dai valori tradizionali, l'uomo che accetta la vita com'
è. In un mondo dominato dal caso e dall'irrazionalità, la sola
necessità è quella della volontà che vuole riaffermare se stessa; l'oltreuomo
ha saputo identificare la propria volontà con quella del mondo: egli è volontà di potenza
incarnata. Le dottrine del superuomo e della volontà di potenza trovano il
loro senso più compiuto in relazione al tema dell'eterno ritorno.
Contro
la tradizione giudaico-cristiana che attribuisce al tempo una direzione lineare
e una struttura articolata in passato, presente e futuro, Nietzsche nega
l'esistenza di un fine del corso storico che trascenda i singoli momenti.
Significati e direzioni sono solo prospettive interne al gioco di forze della
volontà di potenza: ogni momento, e ciascuna esistenza in ogni attimo, ha tutto
il suo senso in sé. Il superuomo, grazie all'amor fati, all'accettazione
della vita così com'è, deve costruire un'esistenza in cui ogni momento abbia tutto
intero il suo senso: l'eterno presente della vita.
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