Nietzsche ha condiviso con Marx e con
Freud, come con altri pensatori del passato che hanno messo in discussione le
basi del sistema di valori e del pensiero occidentali, un comune destino di
censura, di fraintendimento e di distorsione. Egli ha posto in discussione in
modo radicale le categorie e i sistemi di valori del pensiero borghese, cercando
di distruggerne persino il linguaggio (l'aforisma, il genere letterario
preferito da Nietzsche, è un modo di rifiutare la tradizione filosofica
precedente).
A differenza di Marx e Freud però, i quali sono stati compresi subito in modo
abbastanza chiaro, Nietzsche è sempre stato poco capito.
Egli non pensa secondo le categorie teoriche e morali del pensiero borghese ed
è proprio questa impossibilità di pensare secondo i valori della teoria e
della morale borghese che il pensiero dominante lo ha censurato, mistificando il
pensiero di "colui che dice no in misura inaudita" ("Ecce
homo") a tutti i valori, trasformandolo nel pensiero di chi dice di sì ai
valori più aberranti e mistificanti, ai valori prodotti dal nazismo.
Doppi censura quindi: prima nella falsificazione, poi nel ripudio acritico di Nietzsche
per quello che il filosofo non ha mai detto.
Il pensiero di Nietzsche è stato
oggetto di diverse interpretazioni. Fra le tante ne emergono due che si
scontrano tra loro: una è quella di Heidegger, secondo la quale bisogna leggere
Nietzsche come un pensatore essenzialmente metafisico, in quanto egli pone al
centro della propria attenzione il problema dell'essere; l'altra
interpretazione, che fa capo a Dilthey, considera Nietzsche da un punto di vista
letterario e culturale, e lo colloca accanto ad altri filosofi-scrittori che
danno della vita una spiegazione non metodica, bensì espressiva e suggestiva,
la cui filosofia può essere definita una filosofia della vita.
In realtà, al di là delle disquisizioni filosofiche, il pensiero di Nietzsche
è chiaro: occorre operare una grande critica dei valori morali, religiosi e metafisici tradizionali
in quanto è l'uomo stesso che ha il compito di dare
significato alla propria esistenza, senza bisogno di ricorrere a Dio. Il mondo è caos originario, Dio è morto, non ci sono fatti ma solo
interpretazioni, la verità è opinione, la scienza è convenzionale.
Così facendo delinea la critica della civiltà
cristiano-borghese e il suo nichilismo.
Così
com'è "L'uomo è qualcosa che va superato", in vista della creazione dell'oltreuomo, dotato di
volontà di potenza.
Tra le tante questioni legate al
pensiero di Nietzsche vi è quella di un'ipotetica derivazione dell'ideologia
nazista dalla sua filosofia. Si tratta di un luogo comune ancora molto diffuso,
sul quale non è stata ancora fatta ampia luce, basta vedere come il pensatore
viene ancora oggi insegnato nelle scuole e come viene erroneamente considerato
da gente anche di livello culturale piuttosto elevato.
Le eventuali responsabilità di questo fenomeno sono state addebitate alla
sorella di Nietzsche, Elisabeth, la quale dopo
la morte del fratello si occupò della pubblicazione dei vari scritti, oltre che
alla cura dei frammenti che il filosofo aveva lasciato: è vero che fu in questa
situazione che fu possibile manipolare certi contenuti del pensiero del filosofo
in funzione nazista, ma è anche vero che questa ipotesi è stata alimentata per
un cinquantennio dalla morale dominante.
Nietzsche, come risulta da alcune corrispondenze, dal suo pensiero ufficiale e
dai frammenti pubblicati postumi, non era antisemita e nemmeno nazionalista,
anzi giunse spesso a disprezzare il popolo tedesco perché non lo riteneva
all'altezza dei compiti che secondo lui avrebbe dovuto svolgere la nuova umanità.