Peter Gast

Nietzsche conobbe Heinrich Köselitz nell'ottobre del 1875. All’inizio del semestre invernale, Köselitz arrivò a Basilea, per seguire le lezioni di Nietzsche e di Overbeck: diventerà uno dei discepoli più fedeli del filosofo.

 gast.jpg (38921 byte) Köselitz era  musicista compositore. Fu Nietzsche che gli trovò lo pseudonimo di Peter Gast, pseudonimo che Köselitz portò per tutta la vita. Nietzsche riteneva che il nome, pressoché impronunciabile in lingua italiana,  non lo avrebbe certo favorito nel suo cammino artistico. 

Nel 1876 Nietzsche parte con Paul Rée per l’Italia. A Ginevra si unisce a loro Albert Brenner, un allievo di Nietzsche. Il 22 ottobre arrivano a Genova, da dove si imbarcano per Napoli. Il 27 ottobre sono a Sorrento, ospiti di Malwida von Meysenbug, nella Villa Rubinacci, da lei presa in affitto. La sera stessa, Nietzsche rende visita ai Wagner, anch’essi a Sorrento. Prima della sua partenza, Overbeck si era sposato e Rohde aveva annunciato il suo fidanzamento. In giugno e luglio aveva dettato a Peter Gast degli aforismi per una ulteriore Inattuale: questi aforismi confluiranno in Umano, troppo umano.

Il 2 settembre 1877 Nietzsche comincia a dettare a Peter Gast il testo di Umano, troppo umano, che già il 3 dicembre viene offerto all’editore Schmeitzner,che dovrà tenerlo segreto fino al maggio dell’anno successivo. Riceve l’ultima lettera di Cosima Wagner. 

Il 10 febbraio 1880 Nietzsche lascia Naumburg diretto a Riva del Garda, ospite presso l’Hotel du Lac e du Parc, dove lo raggiunge pochi giorni dopo Peter Gast. Il 15 marzo raggiungono entrambi Venezia, dove decisero di trascorrere insieme 4 mesi: Nietzsche forniva a Peter un aiuto economico e in cambio Peter alleviava i disturbi dell'amico causati da problemi alla vista, scrivendo e leggendo per lui, decifrando i manoscritti e preparandoli per la stampa.
Il clima inclemente di Venezia, costrinse però Nietzsche ad abbandonare la città, che così definisce, in una lettera a Ida Overbeck:

"da Venezia, la città della pioggia, dei venti e delle oscure viuzze (...) Non creda nulla di ciò che dice George Sand su Venezia (le sue cose migliori sono il silenzio e il bel lastricato)"
(C.P. JANZ, Vita di Nietzsche, tr., Milano, Laterza 1981, p. 45.)

Nel maggio del 1881 lascia Genova diretto a Vicenza, dove lo attende Peter Gast. Insieme proseguono per Recoaro: è durante questo soggiorno viene coniato per Koselitz lo pseudonimo di Peter Gast.

GAST AMICO INFEDELE

Molto si è discusso sulla figura di Gast, fedele amico si, ma fino a che punto? Come abbiamo già visto, dal 1888 Nietzsche forniva a Peter un aiuto economico e in cambio Peter alleviava i disturbi dell'amico causati da problemi alla vista, scrivendo e leggendo per lui, decifrando i manoscritti e preparandoli per la stampa. Buon conoscitore della scrittura dell'amico, Gast continuò a fare il copista anche dopo la morte del filosofo.
Quando si parla dell'opera Volontà di potenza, ad esempio, si fa erroneamente riferimento ad un prodotto letterario di Nietzsche, in realtà trattasi di una compilazione di frammenti postumi conosciuti sotto questo titolo e pubblicati nel 1906 nella sua forma finale, oggi ancora discussa, da
Heinrich Köselitz (alias Peter Gast) ed Elisabeth Förster-Nietzsche, la sorella del filosofo.

Guardando i manoscritti originali si vede che di opera non si tratta, ma anzi emerge il carattere provvisorio di tutte quelle note, la loro complessità e una intenzionalità non ancora concretizzata, manca quindi l'unità dell'opera.
Certamente l'opera tradotta da Elisabeth e Gast è una forzatura per dimostrare che il loro lavoro ha finito con il dare chiarezza al lavoro di Nietzsche, a tutte le sue meditazioni filosofiche e a tutti i suoi prodotti letterari. 
Appurato che non è così, viene spontaneo chiedersi come mai Gast, buon conoscitore del pensiero di Nietzsche, non abbia impedito una tale costruzione tendenziosa per salvaguardare l'intenzionalità del maestro.
Fino a che punto Peter Gast conosceva il pensiero del suo maestro e fino a che punto ne era plagiato?
Quasi certamente Gast conosceva perfettamente il pensiero dell'amico e si è reso conto del lavoro poco onesto messo in atto dalla sorella nel rimaneggiamento tendenzioso delle opere di Nietzsche, ma non ha avuto il coraggio di intervenire... lui, mediocre musicista davanti ad Elisabeth, erede di un immenso patrimonio culturale ma soprattutto amica di Hitler.

GAST AMICO FEDELE

Peter è anche sfortunato sul piano dell'amicizia... non viene compreso dai posteri e la sua amicizia è spesso interpretata come interessata.
Peter Gast resta devoto a Nietzsche fino alla fine della sua vita. 
In quella fase della vita in cui Nietzsche è da tutti considerato in uno stato di demenza oramai totale, il filosofo manda un biglietto della follia all'amico. Il messaggio era intitolato Al mio maestro Peter e il contenuto era il seguente:

"Cantatemi un canto nuovo, il mondo è trasfigurato e la gioia è nei cieli. 
Firmato il crocifisso"

Peter Gast accoglie questo messaggio con un debordante entusiasmo. Nella sua risposta del 9 gennaio 1889, da Berlino e come d'abitudine, si rivolge a lui come "mio onorato professore" credendo di rendersi pienamente conto che era accaduto qualcosa di importante all'autore di Zarathustra, per dichiarare in seguito che il suo maestro era un uomo dalla "salute contagiosa" e che, vista la situazione del momento, una epidemia mondiale di questa salute contagiosa non poteva non prodursi. (Die Briefe Peter Gast an Friedrich Nietzsche, band 2, Munchen, 1924, p. 180)
Queste righe sembrano a molti perlomeno bizzarre, visto che oggi si sa che questa epidemia di salute contagiosa altro non era che il sintomo di euforia causato da una grave malattia.
Si è allora pensato che l'entusiasmo intempestivo di Gast potesse derivare da una insufficiente conoscenza dello stato di salute del maestro.

Personalmente invece credo sia plausibile che Gast rifiutasse di credere nella malattia dell'amico. Gast sapeva molto bene che le ultime riflessioni filosofiche di Nietzsche erano caratterizzate dall'opposizione tra Dionisio e il Crocifisso. Dionisio rappresentava tutto ciò che era senza riserve, al contrario del Crocifisso. Semmai appare singolare come Gast non abbia notato come in quel biglietto Nietzsche si identifichi con colui che per tutta la vita fa oggetto di violenti attacchi.
Perché mai Gast avrebbe dovuto vedere in quel biglietto i segni della follia? 
Anche in una lettera del 30 ottobre 1888 Nietzsche gli scrive di avere tra le mani il destino del mondo (Werke in drei Banden, band 3, Munchen, 1956, p. 1327), anche questo, qualcuno potrebbe interpretarlo come follia di grandezza.
Ma quante altre lettere, quanti aforismi scritti anche molti anni prima rispecchiano questi contenuti?
Siccome troviamo traccia di tutto questo un pò dovunque, sorge spontanea una domanda
: quando Nietzsche è diventato pazzo? Se Gast avesse misurato i toni forti avrebbe concluso che il suo amico è sempre stato pazzo e allora viene gioco forza ammettere che la pazzia è uno stato di grazia. Gast non ha riconosciuto la pazzia di Nietzsche, perché i toni esaltati e forti erano lo stile di scrittura di Nietzsche e l'esaltazione verbale non era altro che l'espressione di uno spirito libero.... la pazzia coincideva con la genialità. 
La pazzia ha consentito ad uno spirito geniale di estrinsecare le proprie idee fino in fondo. Quando mai un individuo perfettamente inquadrato nel sociale, magari ateo, magari dotato di una mente feconda, può riuscire ad esprimere il suo pensiero forte dopo che ha ricevuto una castrante educazione cattolica? Dopo che gli hanno insegnato a controllare i suoi pensieri? Ad uniformare la sua mente a quella di un miliardo di altre stupide menti?

UNA IPOTESI DI RECIPROCHE MENZOGNE
(N. Milochevitch, Nietzsche et Strindberg, Psychologie de la connaissance, L'age d'homme)

Nella lettera che il 10 agosto 1888 Nietzsche indirizza ad Hans de Bülov, Gast viene raccomandato caldamente quale musicista di tutto rispetto. Anzi Nietzsche definisce l'amico come una delle nature musicali più ricche e più profonde che siano nate in questa epoca, al di sopra del talento di Wagner.
Gast era in realtà un musicista molto mediocre. Probabilmente esaltando Gast Nietzsche voleva indirettamente deprezzare Wagner, un pò come ha fatto con la musica di Bizet.
In cambio Gast, prima che Nietzsche diventasse famoso, lo sosteneva e incoraggiava incondizionatamente e senza alcun spirito critico.

http://www.philosophenlexikon.de/gast.htm

http://www.lyber-eclat.net/lyber/montinari/2critique.html