Platone

Platone: un grande "Cagliostro"- si pensi a come lo giudicò Epicuro; a come lo giudicò Timone, l'amico di Pirrone. E' forse fuori dubbio la probità di Platone? Ma noi sappiamo per lo meno che pretese di insegnare come una verità assoluta qualcosa che lui stesso non riteneva una verità, neppure condizionata: ossia l'esistenza particolare e l'immortalità personale delle anime. (La volontà di potenza, af. 428)

Consideriamo i filosofi della Grecia, ad esempio Platone. Separò gli istinti dalla polis, dalla lotta, dal valore militare, dall'arte e dalla bellezza, dai misteri, dalla fede nella tradizione e negli antenati... Fu il seduttore dei nobles, sedotto lui stesso dal roturier Socrate... Negò tutte le premesse del 'greco eccellente' di vecchio stampo, introdusse la dialettica nella pratica quotidiana, cospirò coi tiranni, predicò una politica dell'avvenire e diede l'esempio della più perfetta separazione degli istinti da ciò che é antico. E' profondo e passionale in tutto ciò che é antiellenico... (La volontà di potenza, af. 435)

La filosofia di Platone ricorda gli anni medi della trentina, in cui una corrente fredda e una calda sogliono ribollire l' una sull' altra, sicchè si formano polvere e delicate nuvolette e, in circostanze favorevoli e sotto i raggi del sole, un incantevole arcobaleno. (Umano, troppo umano)

Per Platone, la cui sensualità e il cui fanatismo erano sovraeccitabili, il fascino del concetto diventò così grande che finì inavvertitamente per venerarlo e divinizzarlo come una forma ideale. Ubriacatura dialettica: coscienza di esercitare con essa un dominio su di sè- strumento della volontà di potenza. (La volontà di potenza, af. 431)

Due uomini tanto fondamentalmente diversi come Platone e Aristotele concordavano su ciò che costituisce la suprema felicità, non soltanto per loro e per gli esseri umani, ma anche in sè, perfino per gli dei delle estreme beatitudini: lo trovavano nel conoscere, nell'attività di un intelletto ben esercitato, che sa rinvenire e inventare. (Aurora, af. 550)