Andar laggiú - io voglio; d'ora in poi
in me, nella mia presa confidando.
Il mare è aperto, nell'ignoto azzurro
avanza la mia nave genovese.
Nuovo e piú nuovo mi risplende il tutto,
dorme il meriggio sopra tempo e spazio - :
solo il tuo occhio - enorme, o infinitudine,
mi guarda, e vede.
Se Goethe fu a lungo incerto fra la vocazione di pittore e quella di
poeta, Nietzsche oscillò fra la filosofia e la poesia. E anche
quando la prima ebbe il sopravvento, il suo rapporto con la lirica non
si interruppe, come dimostra la presenza organica di poesie nella Gaia
scienza, in Umano troppo umano e soprattutto in Cosí parlò Zarathustra,
dove non è quasi piú possibile distinguere le giunture fra prosa e
verso, e quest'ultimo serve per cosí dire da contraltare alla forte
oralità della prosa. Della produzione poetica nietzscheana - dalla
quale trasse ispirazione la lirica d'avanguardia tedesca del primo
Novecento - il presente volume propone per la prima volta tutte le
composizioni sparse nelle opere filosofiche, gli Idilli di Messina
(l'unica raccolta autonoma edita in vita dal filosofo) nonché i
Ditirambi di Dioniso che Nietzsche preparò per la pubblicazione alla
vigilia della malattia.
Il volume è corredato da una cronologia della vita e delle opere, dalla
bibliografia.
Le opere di Friedrich Nietzsche (Röcken [Lützen] 1844 - Weimar
1900) in Italia sono edite da Adelphi (Milano 1964 sgg.) a cura di G.
Colli e M. Montinari (le poesie sono comprese nei voll. IV, V, VI); l'Epistolario
(1865-1900) è stato pubblicato da Einaudi (1977)