Schopenhauer come
cadenza finale (stato enteriore alla rivoluzione): compassione, sensualità,
arte, debolezza della volontà, cattolicesimo dei desideri spirituali- questo 'au
fond' é buon secolo XVIII. L'equivoco fondamentale sulla volontà in
Schopenhauer (come se le brame, l'istinto, l'impulso fossero l'essenziale nella
volontà) é tipico: svalutazione della volontà, fino a misconoscerla. Così
pure l'odio contro il volere: tentativo di ravvisare nel non voler più, nell'
'essere un soggetto senza scopo nè intenzione' ( nel 'soggetto puro, privo di
volontà') qualcosa di superiore, anzi la cosa suprema, ciò che ha valore.
Grande sintomo della stanchezza o della debolezza della volontà: perchè la
volontà è precisamente ciò che tratta da padrona i desideri, prescrive loro
il cammino e la misura... (La volontà di potenza, af. 84)
Schopenhauer appare come un tenace uomo morale che
finisce per diventare un negatore del mondo al fine di mantenere la legittimità
della sua valutazione morale. E da ultimo diventa 'mistico'. Io stesso ho
tentato una giustificazione estetica: come é possibile la bruttezza del mondo?
(La volontà di potenza, af. 416)
Anche nel nostro secolo la metafisica di Schopenhauer
ha dimostrato che anche adesso lo spirito scientifico non é ancora abbastanza
forte; così l'intera concezione del mondo e il sentimento dell'uomo medievali e
cristiani poterono ancora celebrare nella dottrina di Schopenhauer, nonostante
la distruzione già da gran tempo raggiunta di tutti i dogmi cristiani, una
resurrezione. Molta scienza echeggia nella sua dottrina, ma non essa la domina,
bensì il vecchio e ben noto 'bisogno metafisico'. Certo é uno dei massimi e
affatto inestimabili vantaggi che traiamo da Schopenhauer il fatto che egli
faccia temporaneamente indietreggiare il nostro sentimento verso antiche e
possenti forme di contemplazione del mondo e degli uomini, a cui altrimenti
nessun sentiero ci condurrebbe così facilmente. Il guadagno per la storia e per
la giustizia é molto grande: io credo che oggi a nessuno potrebbe riuscire così
facilmente, senza l'aiuto di v, di rendere giustizia al cristianesimo e ai suoi
affini asiatici: cosa che é specialmente impossibile muovendo dal terreno del
cristianesimo ancora esistente. (Umano, troppo umano; af. 25)