Della vittoria su se stessi

"Volontà di verità", o saggissimi, voi chiamate ciò che vi incalza e vi riempie di desiderio?

Volontà di rendere pensabile tutto l'essere: così chiamo io la vostra volontà !

Tutto quanto è, voi volete prima di tutto farlo pensabile: giacché con buona diffidenza dubitate che sia già pensabile.

Ma esso deve anche adattarsi e piegarsi a voi ! Così vuole la vostra volontà. Levigato deve diventare e soggetto allo spirito, come suo specchio e immagine riflessa.

Questa è la vostra volontà tutta intera, saggissimi, in quanto una volontà di potenza; anche quando parlate del bene e del male e dei valori.

Voi volete ancora creare il mondo, davanti al quale possiate inginocchiarvi: questa è la vostra suprema speranza ed ebbrezza (28).

I non saggi, certo, il popolo - costoro son come il fiume, su cui una barca scivola via: e nella barca sono i valori, solennemente assisi e mascherati.

Sul fiume del divenire avete posto la vostra volontà e i vostri valori; ciò che dal popolo viene creduto bene e male si tradisce a me come un'antica volontà di potenza (29).

Siete stati voi, saggissimi, a porre sulla barca quei passeggeri e a dar loro splendore e nomi orgogliosi, - voi e la vostra volontà dominatrice!

E ora il fiume porta avanti la vostra barca: deve portarla. Poco conta che l'onda rotta spumeggi, e collerica si opponga alla chiglia!

Non il fiume, saggissimi, è il vostro pericolo e la fine del vostro bene e male: bensì quella volontà stessa, la volontà di potenza, - l'inesausta feconda volontà della vita.

Ma, affinché comprendiate ciò che io dico del bene del male: ascoltate ciò che io dico della vita e di ogni specie di essere vivente.

Io ho seguìto le orme del vivente, percorrendo le vie più grandi e le più piccole, per conoscerne la specie.

Con uno specchio dalle cento facce ne ho catturato lo sguardo, quando teneva la bocca chiusa: perché mi parlasse il suo occhio. E il suo occhio mi ha parlato.

Ma, ogni volta che ho trovato un essere vivente, ho udito anche parlare di obbedienza. Ogni essere vivente è un essere che obbedisce.

E, in secondo luogo, si comanda a colui che non sa obbedire a se stesso. Questa è la specie della vita.

Infine, e questa è la terza cosa che ho udito: comandare è più difficile che obbedire. E non solo perché chi comanda porta il peso di tutti coloro che obbediscono e questo peso può facilmente schiacciarlo: -

Un tentativo ardito mi è apparso in ogni comandare; e, sempre, quando comanda, l'essere vivente mette se stesso a repentaglio.

Anzi, anche se comanda a se stesso: anche in questo caso deve espiare il suo comandare. Deve diventare il vendicatore, la vittima della sua stessa legge

Perché mai ciò avviene ! Questo mi sono chiesto. Che cosa induce l'essere vivente a obbedire e comandare e a esercitare l'obbedienza anche nel comando?

Orsù, ascoltate la mia parola, voi saggissimi ! Soppesatela attentamente e chiedetevi, s'io non sia riuscito a penetrare nel cuore stesso della vita e fin nelle radici del suo cuore !

Ogni volta che ho trovato un essere vivente, ho anche trovato volontà di potenza; e anche nella volontà di colui che serve ho trovato la volontà di essere padrone.

Il debole è indotto dalla sua volontà a servire il forte, volendo egli dominare su ciò che è ancora più debole: a questo piacere, però, non sa rinunciare.

E come il piccolo si dà al grande, per avere diletto e potenza sull'ancora più piccolo: così anche ciò che è più grande dà se stesso e, per amore della potenza, mette a repentaglio - la vita.

Questa è la dedizione del più grande: temerità e pericolo, e un giuoco di dadi con la morte.

E dove sono abnegazione e servigi e occhiate amorose: anche là è la volontà di essere padrone. Per vie traverse, il debole si insinua nella roccaforte e nel cuore del potente - e vi ruba potenza (30).

E la vita stessa mi ha confidato questo segreto. «Vedi, disse, io sono il continuo, necessario superamento di me stessa.

Certo, voi chiamate tutto ciò volontà di generare e istinto verso lo scopo, verso sempre maggiore altezza, lontananza, varietà: ma tutto questo non è che uno stesso e identico mistero.

Piuttosto preferisco tramontare che rinunciare a questa sola cosa; e invero, dov'è tramonto e cader di foglie, ecco, là la vita immola se stessa - per la potenza!

Che io non possa essere se non lotta e divenire e scopo e contraddizione degli scopi: ah, colui che indovina la mia volontà, indovina certo anche per quali sentieri tortuosi egli è obbligato a camminare!

Qualunque cosa io crei e comunque l'ami, - ne debbo ben presto essere avversaria, avversaria del mio amore: così vuole la mia volontà (31).

E anche tu, uomo della conoscenza, non sai che un sentiero e l'orma della mia volontà: in verità, la mia volontà di potenza cammina anche sulle gambe della tua volontà di verità!

Certo non ha colto nella verità, colui che per raggiungerla lanciò la parola della "volontà di esistere": questa volontà - non esiste!

Infatti: ciò che non è, non può volere; ma ciò che è nell'esistenza, come potrebbe ancora volere l'esistenza!

Solo dove è vita, è anche volontà: ma non volontà di vita, bensì - così ti insegno io - volontà di potenza!

Molte cose per il vivente hanno valore più della vita stessa; ma anche dal suo porre valori parla - la volontà di potenza!». -

Questo mi ha insegnato una volta la vita: e di qui, saggissimi, io risolvo anche l'enigma del vostro cuore.

In verità io vi dico: un bene e male che fosse imperituro - non esiste! Esso deve superarsi continuamente, da se stesso.

Con i vostri valori e le vostre parole di bene e male, voi esercitate violenza, voi che determinate i valori: e questo è il vostro amore segreto e il luccicare, tremare, debordare dell'anima vostra.

Ma una forza più grande cresce dai vostri valori, e un nuovo superamento: per essa si frantuma l'uovo e il suo guscio.

E colui che vuol essere creatore di "bene e male": in verità, costui dev'essere in primo luogo un distruttore, e deve infrangere valori.

Quindi il massimo male inerisce alla bontà suprema: questa però è la bontà creatrice.

Parliamone pure, saggissimi, sebbene sia anche troppo spiacevole. Ma peggio sarebbe tacere; tutte le verità taciute diventano velenose.

E vada pure in frantumi tutto quanto può andare in frantumi per le nostre verità! Vi sono ancora case da costruire!

Così parlò Zarathustra.