La sensualità di Don Giovanni, che illumina e muove tutti gli altri personaggi in un turbinio di emozioni, offre una preziosa varietà di tematiche. Egli è la più pura qualità dell’eros, vive la realtà in modo assolutamente soggettivo e mostra un totale annullamento nell’amore passionale tanto da trascendere quelli che sono gli strumenti etici e morali degli esseri umani, per dedicarsi completamente alle sue necessità. Scellerato agli occhi “timorati da Dio”, egli appare, in una più amplia visione, paradossalmente un santo nell’esercizio della sua “fede”, che è pur sempre l’Amore, ma superiore al “bene” o al “male”. La presenza oscura dell’anima del Commendatore , che accompagna tutta l’opera, donando un’atmosfera gotica all’azione scanzonata che si svolge, ben si sposa con la natura stessa dei folletti, anch’essi fatti di etere. Questo personaggio soprannaturale, risulta l’unico capace di porre fine al “comportamento” di Don Giovanni, evidentemente altrettanto metafisico. Donna Elvira, amante di Don Giovanni, tenace, iraconda e gelosa si trasforma da donna morbosa e oppressiva, a possibile via di fuga da un triste destino, la morte, altro spunto fortissimo a cui far attenzione. Infine, come non menzionare Leporello, splendida figura da Commedia dell’arte, buffoncello e impertinente, estensione e tramite del suo padrone; complice delle sue conquiste, nonché redattore ufficiale di esse, non perde comunque occasione per rimproverarlo, simbolo del conflitto interiore che un normale essere umano proverebbe al posto di Don Giovanni . Questi sono solo alcuni degli spunti d’analisi e di riflessione sull’opera.
Alexandra Manasse
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