NUOTARE COL PADRONE
Un ulteriore problema che si è posto con tale tecnica, è
quello del nuoto col padrone.
Infatti nei primi sei otto mesi di corso il cane nuota sempre per conto
suo, va in acqua a prendere il manicotto, nuota dietro un gommone (di questo
ne parleremo più a lungo in seguito), ma non nuota mai insieme al
padrone, fianco a fianco. Da ciò ne consegue che ho visto moltissime
persone che dopo aver insegnato al cane a nuotare col manicotto, non potevano
nuotare insieme al cane poiché nessuno si era preso la briga di
insegnare al cane a nuotare vicino al padrone senza andargli addosso e
graffiarlo.
Il cane non vede sott’acqua e quindi se voi siete immersi nell’elemento
liquido, bisogna addestrarlo a GIRARVI INTORNO, a non venirvi addosso,
che è ben altra cosa che andare a prendere un manicotto lanciato.
Le esercitazioni di salvataggio
Un ulteriore fattore che ci ha fatto abbandonare tale filosofia di
addestramento è scaturito durante le esercitazioni di salvataggio
con la Guardia Costiera e col Soccorso Aereo. Le distanze delle prove di
lavoro tipo francese a cui prima accennavamo erano di venti, trenta, quaranta
metri al massimo. Se vogliamo esagerare facciamo cinquanta, praticamente
impossibile di più. Abbiamo visto che addestrare un cane al salvataggio
in situazioni dove nessuno parla altrimenti il cane si distrae, dove tutto
è artefatto,
dove nulla mai intralcia il cane, dove lavora sempre e solo un cane
per volta, è ben lungi dalle condizioni che si vengono a trovare
in esercitazioni reali di salvataggio e nei salvataggi veri. Le distanze
sono nell’ordine delle centinaia di metri, i rumori, le grida si sprecano.
Lavorano più cani insieme, si trovano in acqua più mezzi
nautici da soccorrere insieme agli equipaggi in acqua che hanno abbandonato
i mezzi. E se vogliamo, come ciliegina sulla torta, mettiamo un bell’elicottero
in hovering sull’acqua che verricella i naufraghi, nebulizzando acqua come
in una tempesta, impedendo col rumore qualsiasi comunicazione a voce, e
ci rendiamo conto di quello che abbiamo dovuto studiare per fare in modo
che i nostri cani potessero essere dei Veri cani da salvataggio.
Il padrone al posto del manicotto
Si è pensato che è inutile usare l’attaccamento del cane
al manicotto se possiamo usare l’attaccamento dello stesso al padrone.
Quindi invece di lanciare il manicotto, “lanciamo il padrone”.
In realtà facciamo in modo che un estraneo trattenga a riva
il cane mentre il padrone entra in acqua chiamando a gran voce lo stesso.
Per fare ciò è meglio usare un’imbragatura da salvataggio
per il cane, altrimenti se usassimo un guinzaglio, rischieremmo di far
male al cane, se questo tira molto.
Quando finalmente il cane verrà lasciato libero, il più
delle volte entrerà con veemenza in acqua per andare dal padrone,
così come avrebbe fatto col manicotto.
Il problema ora sorge col fatto che il cane arrivato dal padrone, non
è ancora in grado di girargli intorno, ma tenterà di avvicinarsi
al massimo rischiando di graffiarlo. |