Le immagini che seguono riassumono brevemente quanto è accaduto in circa due anni di lavoro, sia pure dedicando in concreto solo poche ore nei fine settimana.

AVVISO

OVVIAMENTE NON E' PERMESSO, SENZA IL MIO CONSENSO, LO SFRUTTAMENTO COMMERCIALE DELL'IDEA, DI QUESTO PROGETTO, E DI TUTTO IL MATERIALE CONTENUTO IN QUESTO SITO, MENTRE SARO' LIETO SE QUALCHE ALTRO AUTOCOSTRUTTORE REALIZZERA' UNA  BARCA PER SE, SEGUENDO QUESTE INDICAZIONI E MI SPEDIRA' UNA FOTOGRAFIA DEL NATANTE, CON I SUOI SUGGERIMENTI E GIUDIZI.

------- I PIANI CHE HO DISEGNATO

 

Tutte le misure sono in cm. da riportare su compensato marino a 5 strati dello spessore di 6-7 mm. Le immagini raffigurano il piano di taglio del fasciame/fondo dello scafo, una vista delle linee principali ed infine la forma e le principali misure dello specchio di poppa e gavone di prua

 

-------    LA PREPARAZIONE  -------

Prima di tutto ho realizzato alcuni prototopi in scala 1/5 del solo scafo. Come materiale ho utilizzato del comune cartoncino unito con del nastro adesivo, poi ho usato della masonite,  spessa 2mm, unita con filo di rame, ed incollata con la resina epossidica caricata di fine segatura di legno. Ciò consente di valutare la presenza di difficoltà ed errori.

Ovviamente nell'utilizzare la resina epossidica, che è un materiale tossico , devono essere usate tutte le precauzioni, prescritte dal fabbricante, e dalle norme di comune prudenza e prevenzione.

 

 

-------    INIZIA LA COSTRUZIONE   -------

          Si riporta sul foglio di compensato il disegno del fasciame/fondo, e si ritaglia fin dove possibile. Infatti il foglio di compensato è generalmente lungo cm.250, e pertanto i prolungamenti andranno disegnati, ritagliati e quindi incollati, come in fotografia, con una fascia di circa venti centimetri. Io ho usato chiodi di rame che poi sono stati ripiegati e lasciati a rinforzo, una volta essiccata la resina.

           Una volta che le parti sono pronte, si eseguono dei fori attraverso i quali passa del filo di rame da 1mm, che tiene provvisoriamente il tutto, si poggia lo scafo su due X tenute insieme da due traverse, si verifica il corretto allineamento delle parti e quindi si resina............

 

    

Per "resinare" si possono usare due metodi.

Il primo, più rapido (inizialmente) consiste nel sovrapporre uno o due strati di tessuto di lana di vetro lungo tutte gli spigoli di congiunzione, all'interno ed all'esterno dello scafo.

L'alternativa è realizzare un cordone di resina/caricata di addensante (io uso fine segatura di legno), lungo tutte le unioni.

Il primo metodo richiede una lunga e poco salutare successiva levigatura,

il secondo una notevole quantità di resina.

Io iniziato con il secondo metodo, si vede bene in prua, poi optato per il tessuto di vetro, e per una levigatura spartana.

 

 

E' anche possibile sostituire il cordone di resina con rinforzi in legno (io ho usato pino di prima scelta), che si intravedono sullo specchio di poppa.

E' opportuno anche rinforzare tutta la zona poppiera, perchè le torsioni dello scafo tendono a deformare quella parte.

Una volta indurita la resina interna, ho incollato un corrente in pino 3*1.5cm. lungo tutto il fasciame, dalla parte interna unitamente ai rinforzi della prua.

Quindi ho predisposto due gavoni/sedili a poppa, che rinforzati con il listello di pino sono stati poi fissati allo scafo con tessuto di fibra di vetro e resina.

Mentre la resina indurisce si può passare alla realizzazione dell'albero del timone e della deriva. Devo precisare che in un primo tempo non avevo previsto l'uso della deriva, pensando che lo skeg (sorta di pinna a poppa) fosse sufficiente, e che al limite avrei usato delle derive esterne, sullo stile olandese Le successive prove in acqua hanno evidenziato l'assoluta inadeguatezza delle scelte suddette, e quindi ho realizzato una deriva, che a dire il vero poi si è rivelata sopra dimensionata. L'albero si realizza unendo due listelli di pino di prima scelta, tagliati da una tavola commerciale 180/22/4000mm. Le misure da me scelte sono state 50*22, e di conseguenza l'albero ha una sezione 50*44 alla base, rastremata di circa un centimetro per ogni lato in cima, partendo da un terzo dell'altezza (tre metri). Si piallano prima i quattro angoli, ricavando un ottagono, poi si piallano tutti i nuovi spigoli e poi si leviga.

 

Dalla foto si evidenzia che il timone è realizzato con listelli incollati, secondo la migliore tradizione. Tuttavia si può tranquillamente usare anche del compensato marino da 18mm, e lo stesso vale per la deriva.

 

 

Terminata la costruzione ho levigato quel tanto che basta.

 

 

Poi, con l'aiuto della in fotografia, la barca è scesa dal 1° piano

 

 

al piano terra.

 

 

E quindi a mare........

Questa è la prima versione, senza deriva e con la vela al terzo.

 

Le prove in acqua hanno sancito la irrinunciabile necessità della deriva e di un timone con la pala più grande. Inoltre ho iniziato a pensare a cambiare l'armo velico e prevedere anche un bompresso.

In compenso avevo azzeccato i materiali ed i pesi e la barca si poteva caricare senza alcuna fatica sul portapacchi, ed altrettanto facilmente e rapidamente era pronta a salpare.

 

Queste due foto si riferiscono all'anno successivo.

Si nota il cambio del piano velico e l'introduzione del bompresso, deriva, e pala del timone maggiorata e mobile.

 

 

 

La velatura 

Questo è il piano di costruzione della randa.

Attenzione le misure sono quelle finali, quindi devono essere aumentate della lunghezza necessaria per realizzare i falsi giunti

Il materiale usato è un comune telone di plastica con trama in nylon, del tipo comunemente utilizzato per la copertura di attrezzi, autovetture, cucito con una macchina di uso domestico. L'unica accortezza necessaria per la riuscita delle cuciture è costituita dall'acquisto di un piedino in teflon, altrimenti il telone non avanza e le cuciture si accavallano su sè stesse.

Per ottenere la concavità della vela è necessario effettuare le quatto riprese che si vedono.

Le riprese, o falsi giunti, si ottengono accavallando il tessuto per un 1 cm nella parte mediana, allargando sino a 2 cm nella parte esterna. Sugli angoli si devono applicare due rinforzi per lato, costituiti da ritagli di tela jeans o di resistenza analoga. Lungo tutti bordi deve essere applicata, per entrambi i lati, una fettuccia larga 2- 3 cm, oppure ricavare dal resto del telone una fettuccia di analoga misura e cucirla.

Sulla parte superiore e sulla parte anteriore devono essere inseriti dei rinforzi ove poi rivettare gli occhielli.

La randa ed il picco sono imbisciati sulla vela.

Non è previsto il Boma, quindi le capoccie sono al riparo da ogni imprevisto, e non è poco su una barchetta di appena tre metri.

Il fiocco deve essere realizzato con lo stesso procedimento, dopo aver realizzato il tutto e verificate le misure dei punti di mura previsti.

Scrivetemi per eventuali chiarimenti, e buon lavoro

francesco_brindisi@yahoo.it