CHI SIAMO


Internet news

Il mio computer

La repubblica



Software per medici


LE MALATTIE DEL CUORE


Le malattie che colpiscono il cuore (CARDIOPATIE) possono interessare le varie strutture che abbiamo appena descritto. Semplificando distingueremo pertanto:

- malattie che interessano primitivamente il muscolo cardiaco, ma di cui non conosciamo le vere cause (MIOCARDIOPATIE IDIOPATICHE); - malattie che interessano il muscolo cardiaco secondariamente: ad esempio per valori di pressione arteriosa elevati (CARDIOPATIA IPERTENSIVA), per abuso di alcolici (MIOCARDIOPATIA ALCOLICA), dopo un'infezione (MIOCARDITI) o come conseguenza di una grave malattia dei polmoni (CUORE POLMONARE); - malattie che colpiscono le valvole (VALVULOPATIE). Possono provocarne un restringimento (STENOSI), ostacolando il passaggio del sangue; oppure impedirne una corretta chiusura (INSUFFICIENZA), provocandone un cambiamento di direzione. Spesso entrambe queste alterazioni sono presenti nella stessa valvola (STENO-INSUFFICIENZA); - malattie che colpiscono l'impianto elettrico o che alterano il normale battito cardiaco (ARITMIE); - malattie che interessano il "sacco" che avvolge il cuore (PERICARDITI); - i rari tumori del cuore (il pi frequente �il MIXOMA); - malattie che interessano le arterie coronariche (CARDIOPATIA ISCHEMICA). Quest'ultima e' la malattia di cuore piu' frequente.

LA CARDIOPATIA ISCHEMICA


Cos'e' la cardiopatia ischemica?

Ischemia significa ridotto apporto di sangue ad un tessuto. Un'ischemia pu�infatti interessare altri distretti, oltre al cuore: il cervello, il rene, gli arti inferiori, ecc... Le coronarie, quando si ammalano, possono ridurre tale apporto di sangue temporaneamente, provocando dei dolori al petto per alcuni minuti (ANGINA PECTORIS); oppure definitivamente, provocando dolori piu' prolungati, con conseguente danno irreversibile del muscolo cardiaco (INFARTO MIOCARDICO). In quest'ultimo caso le cellule morte verranno sostituite da una cicatrice, che ovviamente non sara' piu' in grado di contrarsi. Molto spesso gli episodi ischemici decorrono senza causare disturbi (ISCHEMIA SILENTE), ma possono venire evidenziati con particolari esami da parte del cardiologo (Test da sforzo, Holter, Ecocardiogramma con stress farmacologico, Scintigrafia miocardica).

Qual e' la malattia che colpisce le coronarie?

Tale malattia e' l'ARTERIOSCLEROSI (o ATEROSCLEROSI, che dal punto di vista pratico possiamo considerare sinonimi), cioe' la perdita di elasticita' della parete e la formazione di incrostazioni al suo interno, che ne riducono il diametro (STENOSI CORONARICHE).

Queste incrostazioni possono predisporre alla formazione di coaguli di sangue, detti TROMBI, che occludendo improvvisamente, in parte o totalmente, il vaso sanguigno, aggravano la malattia portando all'infarto; cioe' alla morte di quelle cellule che non ricevono piu' l'ossigeno necessario al loro funzionamento.

L'arteriosclerosi colpisce solo le coronarie?

No! Possono essere interessate le arterie presenti anche in altri tessuti: cervello, rene, arti inferiori, ecc...

Qual �la causa dell'arteriosclerosi?

L'arteriosclerosi e' una malattia in gran parte ancora sconosciuta. Tuttavia la ricerca scientifica ha permesso di individuare alcuni fattori che possono facilitare la sua comparsa ed accelerarne l'aggravamento. Essi costituiscono i FATTORI DI RISCHIO e possono venire distinti in:

- fattori non modificabili

1) SESSO MASCHILE. I maschi vanno incontro piu' frequentemente e piu' precocemente all'aterosclerosi. 2) ETA'. Con l'avanzare dell'eta' aumentano le probabilit�di ammalarsi. Nelle donne ci�avviene soprattutto dopo la menopausa. 3) FAMILIARITA'. Alcune famiglie sono piu' predisposte di altre.

- fattori modificabili

Sono piu' importanti perche' su di essi possiamo agire per cercare di prevenire o ritardare la comparsa della malattia:
1) IPERTENSIONE ARTERIOSA. E' molto frequente e purtroppo poco curata. Il paziente che ne e' affetto abitualmente non accusa nessun disturbo per cui o non sa di averla o e' restio ad iniziare un trattamento ("perche' devo sottopormi a diete o assumere farmaci se sto bene?").
Niente di piu' sbagliato!
E' oramai ampiamente dimostrato che ridurre la pressione arteriosa con opportune modificazioni dello stile di vita e con farmaci, riduce sensibilmente le complicanze e le morti causate da questa malattia.
Quali sono i valori pressori normali?
Il rischio cardiovascolare inizia gi�da valori pressori di 115/75 mmHg e si raddoppia per ogni aumento di 20/10 mmHg. Le pi recenti Linee Guida Americane ed Europee pubblicate nel 2003, pur con alcune lievi differenze, hanno definito pertanto come NORMALI o OTTIMALI i valori pressori INFERIORI a 120/80, mentre valori superiori a 139/89 sono definiti come IPERTENSIONE.
Valori pressori intermedi, compresi tra 120 e 139 di sistolica e 80 e 89 di diastolica sono ancora considerati normali o normali-alti per gli europei, mentre per gli americani tali valori vengono considerati come PRE-IPERTENSIONE, valori cio�che necessitano di un intervento sullo stile di vita per una adeguata prevenzione delle complicazioni cardiovascolari. Infine bisogna sapere che nelle persone sopra i 50 anni valori pressori sistolici superiori a 140 mmHg sono un fattore di rischio pi importante dei valori pressori diastolici.

TECNICA DI MISURAZIONE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA

Il soggetto deve essere rilassato, in posizione comoda.
Lo strumento utilizzato si chiama sfigmomanometro: �costituito da un bracciale che viene avvolto attorno al braccio del soggetto e mantenuto all'altezza del cuore. La misurazione pu�essere manuale od automatica. Nel primo caso bisogna utilizzare uno stetoscopio cio�uno strumento che permette di udire i rumori che sono generati dal passaggio del sangue nell'arteria del braccio. Lo stetoscopio �appoggiato a livello dell'arteria brachiale, sopra la piega del gomito. Contemporaneamente si palpa il polso radiale cio�la pulsazione dell'arteria che passa a livello del polso, dallo stesso lato in cui si trova il pollice. A questo punto il bracciale viene gonfiato sino alla scomparsa sia dei rumori provenienti dallo stetoscopio che del polso radiale: in questo momento la pressione del bracciale �superiore alla pressione arteriosa. Successivamente si riduce lentamente la pressione del bracciale, facendo uscire l'aria in esso contenuta. Quando la pressione sar�uguale a quella arteriosa, un p�di sangue riuscir�a passare nell'arteria producendo un rumore: il primo rumore udito chiaramente corrisponder�alla PRESSIONE SISTOLICA (detta anche "MASSIMA”). Riducendo ulteriormente la pressione i rumori diventeranno inizialmente pi intensi, quindi via via pi deboli: la completa scomparsa dei rumori corrisponder�alla PRESSIONE DIASTOLICA (detta anche "MINIMA”). La pressione viene quindi indicata con due valori, ad esempio 130/80: il primo valore �la sistolica, il secondo, la diastolica. La pressione arteriosa viene osservata sul manometro, a colonna di mercurio oppure ad aneroide (simile ad una sveglia), in quest'ultimo caso deve essere tarato ogni sei mesi. Se ti sembra troppo difficile misurare la pressione manualmente, con lo stetoscopio (ci dev'essere sempre un breve periodo di apprendimento, soprattutto con l'aiuto di qualcuno che lo fa abitualmente), puoi utilizzare un metodo automatico. Acquista solo apparecchi certificati e valicati. Non acquistare sfigmomanometri da polso: in genere sono poco affidabili.
2) IPERCOLESTEROLEMIA. Puo' essere legata ad una alterazione del metabolismo di natura genetica o ad errori nella dieta. Si distingue un colesterolo "buono" (HDL-colesterolo) che e' lo "spazzino" delle arterie, cio�quello che protegge le arterie dall'arteriosclerosi, ed un colesterolo "cattivo" (LDL-colesterolo) che invece la favorisce. Recenti studi hanno inequivocabilmente dimostrato che l'abbassamento del colesterolo, con alcuni farmaci, riduce la mortalita' da cardiopatia ischemica e le sue complicanze, sia nei soggetti gia' affetti da tale malattia (prevenzione secondaria) che in quelli ancora apparentemente sani (prevenzione primaria). E' chiaro tuttavia che una modifica dello stile di vita (alimentazione corretta ed attivit�fisica regolare) puo' evitare, in molti casi, l'assunzione di farmaci. In prevenzione primaria i livelli "desiderabili" di colesterolo totale devono essere inferiori ai 200 mg/dl, quelli di HDL-colesterolo superiori a 40 mg/dl per gli uomini e 50 mg/dl per le donne e quelli di LDL-colesterolo al di sotto di 130 mg/dl.
3) FUMO DI SIGARETTA. Sono oramai ampiamente noti gli effetti nocivi del fumo: bronchite cronica, tumore del polmone ed aterosclerosi solo per citare i piu' importanti. Infatti il fumo �un fattore di rischio accertato o sospetto di oltre 25 diverse malattie e provoca pi morti di quelli legati all'alcool, all'AIDS, alle droghe illegali, agli incidenti stradali, ai suicidi e agli omicidi considerati assieme. Il fumo di sigaretta �una miscela di oltre 4000 sostanze gassose e corpuscolari che originano dalla combustione delle foglie di tabacco. In particolare citiamo la nicotina (provoca lo spasmo delle arterie, aumenta la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa), l'ossido di carbonio (si lega ai globuli rossi contrastando il trasporto dell'ossigeno) il benzopirene ed altre sostanze cancerogene. Pur essendo in calo in Italia i fumatori abituali, i dati pi recenti indicano una percentuale di fumatori maschi del 30% (in media 17 sigarette al d� e femmine del 21% (in media 13 sigarette al d�.

La nocivita' aumenta proporzionalmente al numero di sigarette fumate: chi fuma 1 pacchetto di sigarette al giorno ha un rischio 3-3,5 volte superiore di andare incontro ad un infarto miocardico rispetto ai non fumatori. Inoltre chi continua a fumare dopo un infarto ha una mortalita' 3 volte superiore.
Ricorda che un pacchetto di sigarette al giorno equivale a:
  • Pressione Arteriosa superiore a 165/95 mmHg
  • Colesterolemia maggiore di 240 mg/dl <> Ipertrigliceridemia elevata da piu' di 8 anni

In uno studio su 34.000 medici britannici la durata della vita nei fumatori �stata pi breve di 6,5 anni. E' stato calcolato inoltre, che l'abolizione del fumo ritarderebbe di 10 anni l'insorgenza della malattia coronarica. Anche il fumo passivo, cioe' quello inalato in ambienti saturi di fumo, per la presenza di altri fumatori, e' dannoso alla nostra salute.
4) DIABETE MELLITO. Il soggetto diabetico presenta un aumento della quantit�di zucchero nel sangue (GLICEMIA). Questo aumento pu�dipendere da una ridotta produzione di un ormone chiamato INSULINA o da una insufficiente risposta dell'organismo all'insulina stessa. Oltre alla glicemia, il vostro medico potrebbe prescrivervi il controllo dell'emoglobina glicata, che fornisce una valutazione dell'andamento delle glicemie nei 2-3 mesi precedenti. Se non sono curati bene, con la dieta e con i farmaci quando necessario, gli elevati valori di zucchero nel sangue aumentano notevolmente i danni a livello delle arterie (50% di probabilit�in pi di sviluppare una cardiopatia ischemica). Esistono delle situazioni in cui la glicemia a digiuno �normale ma aumenta considerevolmente dopo un carico di zucchero assunto con il cibo. Questa situazione viene definita come "intolleranza agli idrati del carbonio", una sorta di pre-diabete, e puo' essere scoperta misurando la glicemia dopo aver somministrato al paziente una quantit�nota di zucchero (curva da carico con glucosio).
5) OBESITA'. L'obesita' favorisce la comparsa degli altri fattori di rischio. Quando il grasso si accumula nelle parte pi alte del corpo (collo, spalle, la parte dell'addome sopra l'ombelico), come avviene pi spesso negli uomini, si parla di obesit�centrale. In questo caso sono pi frequenti le malattie cardiovascolari, il diabete, l'ipertensione arteriosa e la gotta. Un sistema molto semplice per individuare l'entit�del rischio dipendente dall'obesit��quello di misurare la circonferenza addominale: se questa �superiore a 94 cm nell'uomo e a 80 cm nella donna il rischio per la salute "moderato". Quando tale misura �superiore a 102 cm nell'uomo e 88 cm nella donna si parla di rischio "alto". Istruzioni per misurazione della circonferenza addominale:
Con il soggetto in piedi si individua la cresta iliaca di destra (L'Osso Iliaco �colorato in giallo, la linea rosa passa a livello della Cresta Iliaca). Il nastro di misurazione �posto in corrispondenza di un piano orizzontale tutto intorno all'addome a livello del punto individuato. La misurazione deve essere effettuata senza comprimere l'addome.
Infine bisogna tener presente che l'obesit�presente al momento della pubert� aumenta il rischio per malattie cardiovascolari anche qualora in et�adulta si modifichi lo stile di vita e si raggiunga un peso normale.
6) SEDENTARIETA'. Una recente indagine italiana, coordinata dall'Istituto Superiore di Sanit�e dall'Associazione dei Cardiologi Ospedalieri (ANMCO), ha evidenziato che nel tempo libero oltre 1/3 degli uomini e quasi la met�delle donne sono sedentari. Chi non pratica un'attivita' fisica moderata e regolare favorisce l'obesita', l'aumento del colesterolo totale, dei trigliceridi, della glicemia e della pressione arteriosa. Inoltre la sedentariet�aumenta il rischio di depressione ed osteoporosi. Infine nei soggetti fisicamente attivi l'HDL-colesterolo, cioe' il colesterolo buono, aumenta.

Un'analisi su soggetti di sesso femminile di 65 anni, ha fatto rilevare una riduzione dell'aspettativa di vita di 5,7 anni nel gruppo di soggetti sedentari rispetto al gruppo di quelli pi attivi.
7) STRESS. Da tempo e' stato rilevato che i soggetti piu' a rischio di eventi coronarici, sono quelli che vivono in uno stato di continua tensione emotiva, ansieta', arrivismo; soprattutto se associato a frustrazioni, a mancato raggiungimento degli obiettivi che si sono imposti nella carriera e nel proprio stato sociale. Una particolare attenzione deve essere posta anche alla depressione: recenti studi hanno dimostrato essere infatti un fattore di rischio indipendente di nuovi eventi cardiaci e mortalit� soprattutto nei soggetti gi�affetti da una malattia delle coronarie.

La probabilita' di ammalarsi nel corso degli anni, aumenta notevolmente se un soggetto ha pi fattori di rischio.

Vuoi valutare il tuo rischio?

Da tempo sono state elaborate alcune CARTE DEL RISCHIO CORONARICO, che tengono conto di pi fattori di rischio eventualmente presenti per stimare la probabilit�di avere un "attacco cardiaco” nei prossimi 10 anni. Una delle pi recenti �quella elaborata da alcune societ�scientifiche europee nel 2003, che permette di calcolare la probabilit�di avere un evento cardiaco fatale entro 10 anni.

Come usare la carta del rischio coronarico in prevenzione primaria?

Questa carta pu�essere utilizzata dai soggetti che non hanno mai sviluppato una malattia coronaria sintomatica o altra malattia aterosclerotica:
  1. identificare la tabella corrispondente al sesso, alla condizione rispetto al fumo e all'et�
  2. all'interno della tabella individuare il quadratino colorato (ad ogni colore corrisponde un rischio diverso), incrociando la colonna corrispondente ai valori di colesterolo totale, con la riga corrispondente ai valori di pressione arteriosa sistolica;
  3. se il soggetto �sedentario oppure obeso, ha una storia di malattia cardiovascolare in famiglia, una intolleranza agli zuccheri, bassi livelli nel sangue di HDL-colesterolo o livelli elevati di trigliceridi o altri componenti (proteina C-reattiva, fibrinogeno, omocisteina, apolipoproteina B o Lp(a)), il rischio coronarico pu�essere pi elevato di quello calcolato dalla carta;

    i soggetti ad alto rischio sono quelli il cui rischio di sviluppare un evento coronarico mortale entro 10 anni, supera il 5%. <> La carta pu�essere usata anche per stimare gli effetti delle variazioni da una categoria di rischio ad un'altra, per esempio quando una persona smette di fumare o riduce altri fattori di rischio.


I soggetti gi�affetti da malattia coronarica e quelli con un singolo fattore di rischio molto alto (colesterolo totale >320 oppure LDL-colesterolo >240 od una pressione arteriosa >180/110) o diabetici sono considerati gi�ad alto rischio e richiedono pertanto un intervento intensivo sia sullo stile di vita che farmacologico, se necessario.

Quali disturbi puo' provocare la cardiopatia ischemica?

L'aterosclerosi delle coronarie inizia spesso gia' nei primi anni di vita. Per fortuna la sua evoluzione e' molto lenta, ma puo' essere accelerata dai fattori di rischio precedentemente analizzati.
Quando l'entita' dell' ostruzione coronarica ha raggiunto una determinata gravit�compaiono i primi segni di ischemia, cioe' di ridotto apporto di sangue ad una parte del nostro muscolo cardiaco. Come abbiamo gia' visto, in molti soggetti, non compaiono disturbi significativi: il cuore soffre in silenzio!
Manca cio�quel "campanello d'allarme" che �il dolore (ISCHEMIA SILENTE).
E' questo infatti uno dei motivi per cui quando si vuole iniziare un'attivita' sportiva intensa (soprattutto per i soggetti sedentari e di una certa et�, e' consigliabile sottoporsi ad una visita cardiologica. Il cardiologo potr�poi richiedere altri esami. Molto spesso pero' il cuore fa "sentire" la sua sofferenza: compare cioe' l'ANGINA PECTORIS!

Quali sono i sintomi?

Angina pectoris significa dolore al petto, ma il dolore puo' presentarsi sotto diverse forme:
- piu' spesso inizia al centro del petto, sotto forma di oppressione, di bruciore o di costrizione; aumenta progressivamente sino a raggiungere la sua massima intensita' e quindi si riduce per scomparire nel giro di alcuni minuti;
- puo' propagarsi al collo, alla mandibola, alle spalle, alle braccia, all'epigastrio (cioe' a quella zona posta subito al di sotto dello sterno, dove si trova lo stomaco) o al dorso. Talvolta il dolore pu�localizzarsi unicamente in queste sedi;
- puo' provocare sudorazione fredda, debolezza marcata, mancanza di respiro e palpitazioni;
- talora puo' essere confuso con un'indigestione per la comparsa di nausea e vomito.

Quanti tipi di Angina Pectoris ci sono?

- L'angina puo' manifestarsi durante uno sforzo (ANGINA DA SFORZO) perch�il muscolo cardiaco sottoposto ad un superlavoro necessita di un maggior apporto di ossigeno, ma l'ostruzione coronarica impedisce al sangue di passare oltre una certa quantit� Solitamente il dolore compare sempre per la stessa intensit�e tipo di sforzo, per cui il paziente che ne �affetto impara a limitare le proprie attivit�prevenendo il dolore.
Alcune circostanze tuttavia possono far variare lo soglia di comparsa del sintomo; ad esempio uno sforzo eseguito dopo il pasto, quando il cuore �gi�al lavoro per aumentare il flusso di sangue all'intestino. Oppure in presenza di basse temperature esterne che provocano, a parit�di sforzo, un maggior incremento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca. Infine anche una forte emozione od il rapporto sessuale possono, per gli stessi motivi, scatenare una crisi anginosa.

- La sintomatologia anginosa puo' comparire a riposo o nel sonno (ANGINA SPONTANEA). In questo caso il flusso di sangue nelle coronarie puo' essere ostacolato da una contrazione temporanea, detta "spasmo delle arterie coronariche", che riduce ulteriormente il diametro interno della coronaria. In altri casi la causa puo' essere la rottura della placca aterosclerotica, che attivando il processo della coagulazione, porta alla formazione di un trombo che ostacola il passaggio di sangue, pur non arrivando alla occlusione completa, come avviene nell'infarto.

- La sintomatologia puo' presentarsi nello stesso soggetto sia durante lo sforzo che a riposo (ANGINA MISTA).
Come si pu�vedere i disturbi non sono sempre uguali, n� sempre caratteristici. In questi casi bisogna parlarne subito al proprio medico curante od al proprio cardiologo, che vi potranno tranquillizzare individuando un'origine diversa dei sintomi oppure consigliarvi alcuni esami per identificarne la causa.
Bisogna sapere inoltre che per una diagnosi esatta e' molto importante eseguire un elettrocardiogramma (ECG) durante la sintomatologia, in quanto la sua esecuzione anche solo pochi minuti dopo la sua scomparsa puo' mostrare un tracciato completamente normale.

Cosa succede in caso di INFARTO MIOCARDICO?

Come abbiamo visto in precedenza l'infarto �causato dall'improvvisa chiusura di una coronaria da parte di un trombo, che interrompe completamente il flusso di sangue. A seconda della sede in cui avviene tale occlusione il danno sara' di entit�diversa.

I sintomi saranno gli stessi dell'angina pectoris, ma con dolore generalmente piu' prolungato (alcune ore piu' spesso) ed intenso.

Cos'e' lo scompenso cardiaco?

Molte delle malattie, che abbiamo in precedenza elencato, possono danneggiare il muscolo cardiaco e portare ad un quadro di scompenso: il cuore non �pi in grado di "pompare" la quantit�di sangue di cui l'organismo ha bisogno.
Cosa succede in questi casi? Che disturbi compaiono?
Il ridotto trasporto di sangue pu�causare una notevole stanchezza, soprattutto per riduzione del flusso a livello muscolare. A livello renale si riduce la produzione di urina (oliguria) che causer�un accumulo di liquidi con aumento del peso corporeo. Se il cuore non �in grado di pompare correttamente il sangue che gli arriva dalle varie parti del corpo, questo si accumuler�nei tessuti: principalmente nelle gambe, che diventeranno gonfie; nel fegato e nell'intestino, con la comparsa di disturbi digestivi. L'accumulo di sangue nei polmoni ostacoler�i normali scambi gassosi (ossigeno ed anidride carbonica) per cui il sintomo predominante sar�la DISPNEA, cio�la mancanza di respiro.
Se avete presentato o presenterete qualcuno di questi sintomi non dovrete necessariamente spaventarvi: il gonfiore delle gambe pu�essere la conseguenza di un disturbo circolatorio locale (ad esempio i portatori di vene varicose) o dell'assunzione di alcuni farmaci (calcio-antagonisti). La dispnea pu�essere conseguenza di molte malattie dei polmoni o essere semplicemente un fattore emotivo (stato ansioso).
Recatevi quindi dal vostro medico curante o dal cardiologo che ricercher�l'origine dei disturbi.

Che cosa sono le ARITMIE?

E' un termine generico per definire qualsiasi variazione del ritmo regolare del battito cardiaco. Questa irregolarit�del battito in alcune occasioni pu�essere percepita dal soggetto come palpitazione: cio�quella sensazione soggettiva, in genere sgradevole, del proprio battito cardiaco.
In altre occasioni l'aritmia non viene assolutamente percepita dal soggetto: in questo caso pu�essere rilevata casualmente durante una visita medica o dopo l'esecuzione di un elettrocardiogramma.
Che tipi di aritmie esistono?
Esistono diversi tipi di aritmie.
Possono provocare un rallentamento del battito (ARITMIE IPOCINETICHE) od una sua accelerazione (ARITMIE IPERCINETICHE).
Possono originare dagli atri (ARITMIE ATRIALI) o dai ventricoli (ARITMIE VENTRICOLARI).
Le pi frequenti sono la FIBRILLAZIONE ATRIALE, la TACHICARDIA PAROSSISTICA SOPRAVENTRICOLARE e le EXTRASISTOLI ATRIALI e VENTRICOLARI.
Che cosa s'intende per tachicardia?
E' un termine generico per indicare un aumento della frequenza cardiaca. Non necessariamente si tratta di un'aritmia, talora puo' essere un fatto del tutto normale. In questo caso si parla di TACHICARDIA SINUSALE: ad esempio durante uno sforzo fisico, un'emozione, in corso di febbre, ecc...
Che cosa significa bradicardia? Ha un significato opposto alla tachicardia, corrisponde cio�ad un rallentamento del battito cardiaco (al di sotto di 60 battiti al minuto). Anche in questo caso pu�essere del tutto normale, soprattutto nei soggetti allenati (negli sportivi di alto livello non �raro trovare valori inferiori a 40 battiti al minuto). In altri casi pu�essere la conseguenza di una alterazione nell'impianto elettrico del cuore (ARITMIE IPOCINETICHE).
Che cos'�la fibrillazione atriale?
In caso di fibrillazione atriale il nodo del seno viene sopraffatto da un'attivit�elettrica incontrollata che si origina negli atri e che invia centinaia di impulsi al minuto al nodo atrio-ventricolare. Fortunatamente quest'ultimo riesce a bloccare la maggior parte di tali impulsi, ma questo blocco �spesso insufficiente, per cui i ventricoli si contraggono con una frequenza troppo elevata, oltre che irregolare.
Che cos'�un'extrasistole?
E' un battito "irregolare" che saltuariamente pu�comparire, spesso anche in una persona normale, con un cuore completamente sano. Che cos'�una tachicardia parossistica sopraventricolare?
E' un'aritmia che compare improvvisamente ed altrettanto improvvisamente cessa. Nella sua forma pi tipica compare quasi sempre in assenza di malattie del cuore ed ha un andamento nel tempo molto irregolare: pu�comparire ad intervalli molto ravvicinati come ripresentarsi solo dopo molti anni.
Sono pericolose le aritmie?
Come avete potuto notare le aritmie sono molto diverse le une dalle altre, possono comparire in cuori sani ed essere del tutto benigne, od in cuori molto malati ed essere rischiose per la vita. Non sempre devono essere trattate con farmaci, in genere solo se sono pericolose o se provocano molti disturbi.