FARMACI ANTITROMBOTICI: ANTIAGGREGANTI ED ANTICOAGULANTI

La coagulazione del sangue, cioè il passaggio del sangue da uno stato liquido ad uno stato solido, è un processo fondamentale per la nostra salute.

Pensate alle conseguenze della rottura della parete dei vasi sanguigni che si verifica con una banale ferita! Che cosa impedirebbe l'uscita e la dispersione del sangue fuori dal torrente circolatorio?

Fortunatamente ci sono le piastrine ed i fattori della coagulazione a controllare che ciò non avvenga.

Che cosa sono le piastrine?

Sono dei piccolissimi corpuscoli del sangue, di forma rotondeggiante e privi di nucleo, presenti normalmente in numero di 200.000-300.000 per mm3 di sangue.

Come avviene la coagulazione?

In seguito a un'emorragia le piastrine si addensano in gran numero in corrispondenza del vaso sanguigno leso, vi aderiscono e si agglutinano fra loro. Si forma in tal modo il cosiddetto "trombo bianco piastrinico", che occlude meccanicamente la lesione del vaso. In questa fase le piastrine possono liberare delle sostanze che sono necessarie per innescare il meccanismo della coagulazione. Questo processo porta alla "solidificazione" del sangue, cioè alla formazione di un coagulo.

Che cosa s’intende per trombosi?

E’ quel processo che porta alla formazione di un coagulo di sangue, detto anche trombo, all’interno di un vaso sanguigno.

Come si può formare un trombo in un vaso senza che questo sia stato lesionato?

Il danno sulla parete dei vasi causato dall’aterosclerosi può portare alla rottura della "placca aterosclerotica", innescando il meccanismo di adesione delle piastrine e del successivo processo di coagulazione.

Anche il rallentamento del sangue all’interno dei vasi sanguigni o delle cavità cardiache dilatate (soprattutto se presente fibrillazione atriale) può facilitare l’attivazione della coagulazione.

Infine anche corpi estranei, ad esempio una protesi valvolare cardiaca, possono innescare questo processo.

Quali sono le conseguenze della formazione di un trombo?

Le conseguenze dipendono dal distretto in cui si è formato il trombo.

- Nelle arterie può ostruire il passaggio del sangue e causare un’ischemia acuta, cioè un’interruzione del flusso di sangue. Nelle coronarie questo fenomeno è la causa dell’infarto miocardico, nelle arterie del cervello di ictus (paralisi). La fibrillazione atriale (già trattata nel capitolo sui "Farmaci per la cura delle aritmie") ogni anno provoca un’embolia cerebrale nel 7% dei pazienti, ma molto più spesso può provocare degli infarti cerebrali silenti, cioè senza sintomi apparenti, che se si ripetono possono comportare gravi danni cerebrali.

- Nelle vene può ostacolare il ritorno del sangue al cuore. Si parla in questo caso di "tromboflebite", "flebotrombosi" o talora anche solo "flebite". Se il trombo si stacca, viene trasportato dal sangue sino ai vasi del polmone, passando attraverso l’atrio ed il ventricolo destro. In questo caso si parla di embolia polmonare.

- All’interno delle cavità del cuore. Tutto o parte del trombo si può staccare dalla parete ed essere trasportato dal sangue sino ai vasi più piccoli, occludendoli improvvisamente. Si parlerà in questo caso di embolia sistemica. L’embolia può interessare vari distretti: cervello, reni, arti inferiori, ecc…

 

Come abbiamo visto, in alcune situazioni le piastrine e la coagulazione del sangue, possono essere dannosi per la nostra salute. In queste situazioni è necessario usare farmaci che riducono la capacità delle piastrine di aggregarsi (antiaggreganti) od ostacolare la coagulazione (anticoagulanti).

 

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