Un giorno , sul forum di Aenigmatica comparve questo messaggio    

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti/e!
In questa stanza si potranno scrivere dei racconti.

Queste le regole:
TRAMA

"Appuntamento al buio..."
dove il tono potrà essere intrigante, piacevolmente osè, divertente (perchè no?...)

LIMITAZIONI (attenzione!!!)
I racconti NON devono contenere descrizioni TROPPO spinte, il sexy-osè è ammesso nei limiti della decenza  .
No a parolacce e ad allusioni troppo marcate.

LUNGHEZZA DEL TESTO
Piena libertà...

e fu così che accadde....l'irreparabile

Astory, Ketina, Wiseman, Dragonheart, Giulianabye, Saimon, Mik, Chiagia

si gettarono a capofitto a scrivere,

 e questi sono i risultati......in ordine sparso

 

 

 

 

Appuntamento al buio 1

Ero stufa della solita monotonia, la mia vita era tutta uguale sembrava di vedere sempre lo stesso film tutte le sere, non ne potevo più.
Eppure il coraggio non mi mancava, mi alzai di scatto dal letto, erano quasi le due di notte, andai al bagno, accesi lo scaldabagno e aprii l'acqua della doccia, una doccia calda era proprio quello che mi serviva per pensare e riflettere.

Mentre aspettavo che l'acqua si riscaldasse mi guardavo allo specchio e mi dicevo:

Lo sai che non sei niente male?
Lo sai che sei tutta scema?
Mah! parlo persino da sola con uno specchio! meglio accendere la radio

Mi spogliai lentamente quasi al ritmo della musica, stavo bene, la musica è una di quelle cose che mi rilassano e mi distendono.
Ottomila pensieri cominciavano ad affollarsi nella mia testa, mi stavo inebriando con il vapore dell'acqua e con la musica.
Sognavo di ballare con qualcuno, qualcuno senza un volto ma reale, reale come le mie mani.
Sognavo che mi stesse accarezzando la schiena, e che mi spostasse i capelli dalle spalle e baciasse dolcemente la mia pelle, chiusi gli occhi e mi infilai sotto la doccia, l'acqua era calda al punto giusto, alzai la testa e cominciai a bagnarmi il viso, il mio corpo si nutriva di tutte quelle sensazioni, era bello sentirsi viva almeno un momento, immaginare qualcuno lì con te, qualcuno che ti accarezza il viso e che ti bacia dolcemente.
Quanto stavo aspettando un uomo d'amare, sospirai e presi la mia spugna, misi il bagnoschiuma alle mandorle e cominciai a lavarmi.
Quella sensazione di seta era intrigante da morire, avevo la pelle d'oca e ridacchiando pensavo sarà l'acqua o i miei pensieri, ma non volevo smettere e cominciai a passarla cominciando dal collo e piano piano scendevo lentamente.
Ogni millimetro della mia pelle reagiva al contatto, ogni mio poro si stringeva e si inturgidiva, la schiuma riscaldava le mie parti più sensibili, mi sentivo donna mi sentivo una favola.
Posai la spugna e mi girai, inclinai la testa verso il muro e misi il mio collo in perpendicolare con il getto dell'acqua, che calda scendeva lungo la schiena fino ad arrivare alle mie caviglie, che bello non volevo finisse mai, mi sembrava quasi di sentire il respiro di qualcuno dietro di me, le gocce d'acqua era eccitanti da morire sembrava quasi......
Chiusi l'acqua era meglio smettere i sogni durano sempre poco anche se sono così reali.
Mi infilai l'accappatoio e mi asciugai per bene, mi misi un asciugamano in testa per tamponare i capelli e iniziai a tirare fuori tutte le mie creme e l'olio per i capelli.
Un massaggio in testa era quello che ci voleva per farmi rinsavire, e poi adoro l'odore di quest'olio, finita la frizione presi il phono e lo accesi e......

ZAPPPPPP scatta la corrente.

Cavolo il contatore sta sul pianerottolo! Devo uscire spero di non prendermi un colpo.
Aprii la porta di casa era tutto buio, non c'era una luce in tutto il vicinato era propria andata via la corrente in tutto il quartiere.
Feci due passi avanti quanto urtai contro qualcuno, non dissi niente sentii solo il suo odore, portava Jean Paul Gautier è il mio profumo preferito.
Era poco più basso di me sentivo il suo respiro sul mio collo.
Non c'erano parole, non c'era niente da dire sentii solamente una mano sul mio viso, era calda e dolce, non so neanche io perchè ma accettai quella carezza come se fosse il mio attimo fuggente.
Cercai anche io il suo volto, aveva la pelle morbida e i capelli corti quasi a spazzola, lo accarezzai e successe, non so come ma successe.
Sentii il suo sapore era dolce, sembrava quasi aver paura di farmi male, tra un turbinio di sensazioni ci ritrovammo nel mio appartamento, mi stava baciando, mi tolse l'asciugamano e mi passò la mano tra i capelli, accarezzandoli, sentivo il mio cuore battere sempre più forte e mi sembrò che scoppiasse quando sentii le sue mani sulla cinta del mio accappatoio.
Le afferrai dicendo "NO" mentre lui sussurrandomi uno "SHHH" fece cadere tutti i miei dubbi insieme a tutto il resto.
Che dire non c'è niente da dire mi svegliai la mattina nel mio letto cercando di capire se era stato un sogno o se era stato tutto vero.
Mi accucciai sotto le coperte e mi rimisi a dormire volevo gustarmi questo momento ancora un po', domani avrei pensato al resto ora esisteva solo il mio cuore.

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Appuntamento al buio 2

 Non avevo mai fatto caso a quanti "maschi" ci fossero la mattina presto in un vagone della metropolitana.
Di tutte le razze veramente.
Ma anche belli, brutti, giovani, vecchi, biondi, mori, bianchi e neri...
Però maschi da guardare, analizzare, spogliare con la mente...
Dipende dalle mattine, ma a volte faccio questo gioco.
Con lo sguardo, ne cerco uno, fra i tanti, che possa risvegliare la mia eccitazione.
Li osservo tutti, uno per uno, e non sempre, ma alla fine trovo "lui"!
Un collo ben piantato sul quale posare baci piccoli e leggeri.
Spalle larghe da accarezzare per un tempo infinito.
Un petto robusto sul quale lasciarsi morir dopo tanto sesso.
Un ventre piatto, preludio di un paradiso da trovare poco più giù...
E un sedere sodo, ben piantato, da accarezzare, da gustare come un frutto dolce dell'estate.
Ma dov'eri nascosto?
Ti sei accorto di me?
I tuoi pensieri sono i miei?
Avvicinati, parlami, chiedimelo e ti dirò di sì!, sì!, sì!, sì!!!
Chiudo gli occhi. E' a un passo da me.
Ha anche un buon profumo il mio maschio...
"Scusi, per prendere la linea 2, scendo a Loreto?"
 

 

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Appuntamento al buio 3

 

La strana notte di Orbun Stone

Mark si era ormai fatto davvero insistente in quest'ultimo periodo.
Daltronde è mio amico: ne abbiamo passate così tante che davvero non me la sentivo di dirgli di no.

Ha perso la testa per una biondina che lavora al "Jeffrey's Cafè", il "night" dove canta con la sua band. Me ne parla in continuazione: "Dovresti vedere quant'è carina Susie , quant'è dolce Susie, ecc....".

Il fatto che io sia ormai "single" da circa due anni ha convinto Mark che io abbia un problema da risolvere ed ultimamente la sua principale attività è: trovarmi una donna!.
Eppure gliel'ho sempre detto: non è così, non ho alcun problema particlare. Il fatto è che non sempre si riesce a trovare la persona giusta e piuttosto che vivere una relazione banale, preferisco riflettere un po' e concentrarmi sul lavoro, tutto quì.

Ma ormai Mark è davvero deciso. Ieri pomeriggio mi ha telefonato: "Ehi, Oburn, domani sera, alle dieci, al night !".
"Al night cosa?" gli ho detto. E lui: "T'aspetta Kim. E' un'amica d'infanzia di Susie. Si è trasferita da pochissimo qui a NewYork e non conosce nessuno. Susie dice che è carina ed interessante e che potreste fare conoscenza. Sai, da cosa nasce cosa........ "

"Mi ha fregato!". Questo è stato il mio primo pensiero. Lo conosco benissimo e so che ormai ha già organizzato tutto e non cambierà idea: devo andare.
Non so da dove cominciare. Relazionare con l'altro sesso non è stata la mia principale occupazione in quest'ultimo periodo. Porto dei cioccolatini? E se è a dieta? Allora dei fiori? o è troppo formale? Vi vesto sportivo? Elegante? Casual? AAAHHH, ....... ma perché Mark non mi lascia in pace.....?!?

Ok, calma, ragioniamo: non devo far colpo per forza su di lei, né sembrare quello che non sono.
I cioccolatini andranno benissimo; per l'abito penso che essendo un night un abbigliamento elegante ma non troppo raffinato sia la scelta più azzeccata. Ci sono: scelgo il completo grigio, quello messo all'ultima cena aziendale...... anche la moglie del capo mi fece i complimenti.....

Continuo a pensare a come vestirmi pur di non pensare al fatto che dovrò incontrare Kim. Che aspetto avrà? Sarà carina come dice Susie o è solamente un modo per dire che è un "tipo"? Non so nemmeno se è mora, bionda o rossa....... eh eh, magari ha i capelli blu!

Mi addormento sul tardi, mentre fantastico sull'aspetto di Kim, sulla sua corporatura, le sue curve, la sua femminilità. Mi accorgo che a quell'ora - saranno state del 2 di notte - l'interesse per la sua personalità, per le sue idee e per il suo carattere è del tutto scemato. Mi convinco che il tutto sia riconducibile ad un'azione ormonale legata all'orario e che l'indomani avrei affrontato meglio il problema:
cosa aspettarsi da quest'appuntamento al buio.

  La giornata trascorse velocemente anche grazie ad una interessante cliente che è venuta nella nostra agenzia per chiederci una consulenza pubblicitaria. La gentile signora ci ha esposto il catalogo dei loro prodotti (calze da donna) e, per finire, ha presentato il loro prodotto di punta - un nuovo modello di calze autoreggenti, mostrandomi senza alcun pudore quelle che indossava sotto la gonna: un vero spettacolo. Temevo che sentisse le pulsazioni del mio cuore quando mi ha chiesto di sentire "l'effetto setoso di questo nuovo materiale". Non c'è che dire: la signora ci sa fare.

Comunque, la sera torno a casa e comincio, in modo metodico, quasi meccanico, a prepararmi. Doccia, barba, il mio Jean Paul Gautier sul collo e poi mi vesto come stabilito. Impreco per un bottone saltato al polsino della camicia, mi pungo mentre lo ricucio e, in anticipo sull'orario, sono pronto.

Il night è a mezz'ora da casa mia, un tempo infinito quando hai fretta, un tempo esiguo quando devi fare qualcosa che proprio non ti va. E' questo il sentimento che pervade i miei pensieri ora: ma chi me l'ha fatto fare!

Arrivo chiaramente in anticipo - sono le 21 e 30 - e già le mie mani sudano per l'ansia. A quest'ora il Jeffrey's Café è ancora semivuoto ma tra un po' comincerà l'andirivieni di gente. Mark è li sul palchetto che prepara la scaletta dei brani con la band: stasera ha in programma una visitina al repertorio di Frank Sinatra.

Mi presenta Susie, una biondina tutto pepe. Ora capisco perchè ne parla così tanto: ha i capelli corti e leggermente riccioluti, un nasino piccolo volto all'insù e un seno non grandissimo ma prominente, data la sua esile figura e due fantastiche gambe messe in bella mostra grazie al mini-gonnelino della divisa del night. Certo è che Susie parla molto, anche troppo per i miei gusti e comincia a parlarmi di Kim, di quando erano piccole e di quanto si divertissero a combinarne di tutti i colori.

A un certo punto non l'ascolto più con attenzione. Susie parla e non si accorge che il mio sguardo era ormai assente, anche perché ormai ho capito una cosa: Susie non ha la benché minima idea di chi sia adesso Kim, e di cosa avesse fatto Kim in tutti questi anni.

Beh, pensai, almeno avrò un argomento sicuro di cui parlare con Kim: il suo passato. Le dieci lentamente giunsero........ anche le dieci e un quarto, .......e mezza...... le undici.......mezzanotte!

Ad un tratto vedo Susie che lascia il suo bancone e si dirige verso il mio tavolino, si siede e, un po' imbarazzata mi dice che Kim ha chiamato dicendole che non sarebbe venuta all'appuntamento e che è stata una sciocca ad accettare questo suo invito. E' visibilmente dispiaciuta, Susie, e continua a chiedemi scusa ma io non sono affatto offeso, anzi........

Mi sento molto sollevato: quell'appuntamento stava diventando un tormento, soprattutto per il mio orgoglio di maschio e la notizia del ripensamento di Kim mi aveva in qualche modo rallegrato. L'ho persino ammirata per la sua onestà e dignità.

Ma qualcosa non quadra. Il mio rallegramento dura poco. Tutto sommato avrei tanto voluto passare una bella serata con una ragazza, di stare a stretto contatto con lei, magari ballando, di annusare la sua pelle, di sfiorarle le guance senza morbosità.......

Questa voglia non mi abbandonava. Son le due passate. Saluto Mark e Susie e decido ti tornarmene a casa: una bella doccia fredda è quello che ci vuole, penso mentre guido un po' distratto, forse anche a causa di qualche aperitivo di troppo che ho bevuto aspettando la fantomatica Kim.

Eccomi sotto il portone della mia palazzina. Parcheggio alla buona e varco il portoncino quando
ZAPPPPPP scatta la corrente.

Improvvisamente è buio pesto. Qualche allarme risuona il lontananza: tutto il quartiere è al buio.

Cavolo, penso tra me e me, bel modo di concludere la serata, Oburn. Se almeno stessi con Kim in questo momento.......
Mah, comincio a salire per le scale e mi rendo conto che non sempre abitare all'attico è una cosa invidiabile. Giunto al pianerottolo del terzo piano, però, il buio è ancora più fitto e non si vede davvero nulla. Vado a tentoni per trovare la rampa delle scale che porta al quarto quando urto qualcosa, o così pensavo inizialmente, e si perché invece era qualcuno, anzi qualcuna. E' la ragazza dell'interno 15, ne sono sicuro. Riconosco la sua corporatura perché è un po' più alta di me. Eravamo immobili, appiccicati l'uno all'altra. Lei ha appena fatto il bagno ed ha un buon odore, i capelli raccolti in un asciugamano e un accappatoio che mi fa immaginare il suo corpo piacente.

La accarezzo sul viso per tranquillizzarla anche se lei non sembra affatto agitata. E' una situazione strana, fuori dal tempo e dallo spazio, quasi in sospensione. Ci baciamo ed è dolcissimo, appassionante ed infine travolgente. Entriamo nel suo appartamento senza staccarci un solo istante finchè raggiungiamo il letto. Lentamente porto la mia mano sulla cinta dell'accappatoio ma lei mi dice "NO!", ma non è convinta mentre lo dice. La zittisco e proseguo. Ora è nuda e in men che non si dica mi spoglio anch'io e mentre in lontananza è un continuo suono di sirene, la passione ci prende e ci travolge.

Ora dorme. Che follia, che dolce follia!
Devo andare prima che torni la luce, prima che questa magia svanisca.
Ora, però, so che anche lei, come me, è alla disperata ricerca di passione e domani mattina tutto sarà più chiaro anche per me: fiori, tanti fiori alla sua porta e un invito a cena per conoscerci.

Che notte, ragazzi, che strana notte!
 

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Appuntamento al buio 4


La decima sigaretta della serata era già morta sotto il tacco della scarpa, e il lampo dello Zippo con cui l'uomo accese l'undicesima illuminò per un attimo un viso teso e preoccupato.
Si era recato all'appuntamento con larghissimo anticipo, per familiarizzare con il territorio. Era un'abitudine ormai radicata, che gli veniva naturale come respirare... Si era già trovato altre volte in questa situazione, non era certo un novellino. Ma questa volta era diversa.
Neanche il familiare peso della Desert Eagle nella fondina ascellare gli dava quel senso di sicurezza che di solito lo accompagnava. Questa volta doveva incontrare un'ombra.
Mancava ancora mezz'ora all'ora dell'appuntamento e di nuovo l'uomo ripensò a come era finito lì, in piena notte, allo scalo ferroviario abbandonato.

Tutto era iniziato quattro mesi prima, quando quel maledetto T-man era capitato per caso sulla pista del gioco di mazzette con cui l'uomo, ex alto ufficiale dei Marines, si era assicurato importanti forniture all'apparato bellico della Nato. Eliminarlo non fu un problema, se ne occupò personalmente, senza nemmeno comunicare la sua decisione ai soci... Ma non poteva prevedere che l'agente del tesoro si era confidato con la sua compagna, un'operativa dell'FBI. Adesso aveva anche i federali alle calcagna, e doveva rimediare. Subito, prima che iniziassero le procedure di sorveglianza continua.
Il suo dossier era largamente incompleto, nessuno sarebbe mai riuscito a scoprire il suo giro d'affari, né i contatti con i bravi ragazzi di Little Italy, che, a scanso di equivoci, lo avevano già scaricato.
Aveva ancora un mezzo per uscirne pulito, eliminare l'unica traccia che lo legava al Governo. Bisognava fare uscire di scena il suo contatto nell'Esecutivo.
Ma non poteva farlo di persona, né poteva fallire nel tentativo. In tutto il mondo clandestino esisteva una sola persona in grado di farlo: l'Ombra. Nessuno ha mai saputo che fosse, nessuno lo ha mai incontrato di persona a parte le sue vittime. L'Ombra era una leggenda nel mondo del crimine organizzato e tra le agenzie sppinistiche, che spesso usufruivano dei suoi servizi. Di lui si conosceva solo una casella di posta virtuale non rintracciabile.
L'Ombra... Lo chiamavano anche il Boia, Sentenza, Castigo Divino... Nessuno dei suoi bersagli era mai sfuggito al suo destino e nulla sulla sua identità era mai trapelato. Nell'ambiente si diceva che fosse stato lui a far sparire Osama Bin Laden, su mandato dei luogotenenti del terrorista. Molti "incidenti" capitati a personaggi di spicco della politica o del crimine internazionale portavano la sua firma.
Normalmente un contatto con lui richiedeva molto tempo, troppe volte le forze di polizia internazionale avevano cercato di incastrarlo in quel modo. Ma l'anticipo di dieci milioni di dollari già versato su un conto non rintracciabile nelle Cayman aveva fatto da leva.
Quello di cui non si capacitava era il motivo di un incontro di persona. Nessuno aveva mai incontrato l'Ombra prima di allora ed era vissuto abbastanza da raccontarlo. Forse la straordinaria procedura era in qualche modo collegata al poco tempo concesso all'Ombra per le sue indagini...

- Non ti voltare.
La voce, bassa e ferma con un tono perentorio che faceva vibrare le terminazioni nervose in tutto il corpo , spuntò improvvisamente dal nulla alle sue spalle. Prima non c'era ed ora era lì, semplicemente.
L'uomo in blu non potè fare a meno di trasalire.
- Ombra?
Chiese con un tono tremante nella voce per il quale si maledisse in silenzio.
- Domanda superflua. Quando vuoi la consegna?
- Al più presto. Non faccio questioni di prezzo, ma la situazione è piuttosto pressante.
Mentre parlava, l'ex marine sentì mani esperte e leggere che prelevavano con sicurezza la Desert Eagle dalla fondina, la Beretta dalla cintura dei pantaloni ed il coltello National Steel dalla cavigliera.
- Bell'arsenale, ma adesso non ti serve. E nemmeno ti servivano i cinque gorilla che hai dislocato qui intorno.
- Li hai uccisi tutti?
- Ti avevo avvertito di venire da solo.
La voce ora si era fatta tagliente, senza minimanente nascondere l'esplicita minaccia che portava.
- Perchè hai voluto vedermi di persona?
L'uomo continuava a sentire quel pizzicore ai peli della nuca che da sempre accompagnava un pericolo incombente, ma lo attibuì alla minaccia del killer. Errore fatale.
- Uccidere il Presidente degli Stati Uniti non è mai cosa da poco. Volevo essere sicuro delle tue intenzioni.
- Mi sembra di essere stato abbastanza esplicito a questo proposito. Ho già versato un consistente anticipo, e avrai il saldo a cose fatte.
Nel buio della notte la nuvola di sangue vaporizzato dal proiettile ad alta penetrazione che trapassò la testa dell'uomo era quasi invisibile, ma lo schiocco delle ossa che si frantumavano e l'acre odore erano assolutamente inconfondibili.

Per la prima volta nella sua carriera, Ombra fu preso di sorpresa. Solo l'altissimo livello di addestramento - il corpo reagiva alle situazioni prima ancora che la mente se ne rendesse conto - gli permise di evitare il secondo proiettile, che devastò il muro nel punto dove un attimo prima c'era la sua testa...
Era già scomparso nelle ombre della notte, tra i cabinotti abbandonati, quando un altro proiettile sibilò pericolosamente vicino al suo orecchio, andando a schiantarsi rumorosamente su un mucchio di detriti.
Puntatore agli infrarossi o termosensibile.
Rumore di un'auto in arrivo, il sicario non agisce da solo. Passi, quattro persone. Il quinto resta in macchina.
Pensare e agire per l'Ombra era la stessa cosa, e, prima che potessero rendersene conto, due dei killer armati di mitraglietta PM12 parabellum giacevano già con il petto squarciato da ue proiettili.
Ma gli altri avevano già individuato la sua posizione. Il mozzicone di muro dietro cui si era rifugiato lo riparò dalle rabbiose raffiche che lo investirono, ma sarebbe bastato per lo sniper che probabilmente sparava dall'alto? Doveva muoversi rapidamente anticipando i suoi avversari.
Coperto parzialmente dall'eco dell'ultimo proiettile esploso dagli assalitori, scavalcò il muretto con un balzo e corse diritto tra le braccia dei suoi nemici, con la sua fidata Smith & Wesson nella destra e la Desert Eagle del suo ex cliente nella sinistra. La sortita ebbe l'effetto sperato: un secondo di esitazione tra i due aspiranti assassini che fu fatale ad entrambi. Ombra vuotò in un unico respiro entrambi i caricatori e, con una mossa fulminea scagliò lontano le armi scariche, impugnò la Beretta che aveva infilato, già pronta al fuoco, nella capace tasca dei pantaloni mimetici neri e freddò con un colpo alla fronte l'autista che si avvicinava con un fucile a canne mozze in mano.
Mentre si lanciava in una elegante piroetta per terra, con la coda dell'occhio notò il lampo dello sparo del fucile di precisione del cecchino. Non doveva dargli il tempo di aggiustare la mira, il prossimo colpo sarebbe stato fatale. Correndogli incontro, sparò tutti e quattordici i colpi rimasti nel caricatore in rapida successione due dita sopra al punto in cui aveva notato il lampo. Non ebbe bisogno di ricaricare.

In un attimo raccolse le armi sulle quali erano rimaste le sue impronte e si soffermò sui volti dei quattro killer che lo avevano assalito.
Abito scuro, cravatta nera, lineamenti mediterranei. Era una firma inequivocabile. Sapeva che i picciotti di Vito Santagata non avrebbero permesso all'uomo di portare a termine la sua missione, quel presidente faceva troppo comodo anche a loro. Ma tentare di ammazzare anche lui era un errore troppo grande, su cui non si poteva transigere. Nessuna voce di debolezza doveva serpeggiare. Non poteva avere nessuna pietà.

Normalmente non era sua abitudine uccidere per vendetta o senza un adeguato compenso, ma presto la mafia di Chicago avrebbe dovuto trovarsi un altro padrino.

***************

 

 



Appuntamento al buio 5

Quel giorno di maggio avevo deciso di fare una passeggiata lungo il parco dietro l'angolo, la giornata era troppo bella per stare chiusa in casa, avevo voglia di respirare e di correre.
Mi infilai un maglietta, calzoncini corti e scarpe da ginnastica tirai su i capelli a coda di cavallo e uscii di casa.

Faceva caldo iniziai piano piano a correre tanto per far fiato, non volevo stancarmi subito volevo solo godermi la giornata.
Imboccai un viale alberato, il sole passava attraverso i rami degli alberi e faceva sembrare il parco come se fosse incantato.
Non mi ero mai resa conto di come ci si potesse sentir bene con così poco, basta spese folli, supermercato, lavoro e solo lavoro oggi volevo solo vivere.

Stavo correndo quando a un tratto senti il cinguettio di un uccellino, mi avvicinai.


Piccolo! sei caduto dal nido la tua mamma ti starà cercando?
Già deve essere caduto

mi girai di scatto e vidi e vidi una creatura meravigliosa, aveva un sorriso dolcissimo.

Che ne dice proviamo a rimetterlo al suo posto?
Proviamo
Lo tenga in mano che intanto vedo dov'è il nido
Eccolo è lì, sopra quel ramo proverò a salire
mi passi l'uccellino, signorina mi sente?
Ehmm sii eccolo.

Cavolo prese il passerotto e se lo mise nella maglietta facendo un piccolo nodo con le estremità, cercava di trovare un appoggio dove mettere i piedi, aveva le più belle gambe che avessi mai visto, per non dire del resto. Porca miseria dovevo aver fatto la figura della scema non gli avevo neanche risposto, ma può una povera ragazza fare una passeggiata e venire colta da un infarto per un di dietro così ben tornito, come lo avrei pizzicato volentieri.

E' troppo in alto
Non ci arriva?
Non c'è neanche uno stramaledettissimo ramo dove appoggiare un piede
e che facciamo?
Credo che dovrà salire lei?
io?
Sù non abbia paura l'aiuterò io
Se lo dice lei
Bene prenda il passerotto e trovi ehmmm un posto dove metterlo
Ok! Presi la maglietta e me la annodai tanto stretta alla vita in modo che non potesse scivolare fuori, con delicatezza presi l'uccellino ce lo infilai dentro

Vidi la sua espressione imbarazzata e diventai tutta rossa anch'io

Mi scusi non volevo imbarazzarla, senta possiamo darci del tu?
Si e non si preoccupi ma lì starà sicuramente comodo
Ne sono sicuro
Bene poggi il piede sopra la mia mano e provi a mettere il piede sinistro in quella fessura
Fatto e ora
Ora metta il piede destro su quel ramo che sporge e faccia forza con le braccia per tirarsi sù
Ci sono, ci sono ed ora?
Ora viene il bello
il bello?

con uno scatto felino era salito dove due secondi prima mi ero appaggiata era alle mie spalle, avevo il suo petto che mi premeva lungo tutta la schiena, mamma mia mò casco mò casco.

Senti ora ti spingerò sù con la mano manca poco vedi?
mancano dieci centimetri si
senti tu metti il piede sinistro lì in alto poi la spinta te la dò io
và bene
allora al tre ti spingo ok?
Si
Uno due tre

Diedi una tale spinta di reni, quando mi sentii una mano sul mio di dietro che mi spingeva verso l'alto, mi girai di scatto e lui

Scusami ma era l'unico modo

Presi il passerotto da dentro il mio reggiseno e lo rimisi nel nido ma mi rilassai troppo che persi l'equilibrio

Oddio cadooo


Insomma cademmo tutte e due, non era altissimo ma ci ritrovammo appiccicati con lui sopra di me.
Mi stava schiacciando ma cavolo potevo dire che gli avevo fatto una lastra total body.

Mi stai soffocando

Tre secondi e stavamo in piedi

comunque non ci siamo presentati io sono Axel
piacere io sono Sabrina
devo dire che te la sei cavata bene
ho avuto una spinta provvidenziale
Scusami ancora ma era l'unica modo che ne dici se per farmi perdonare stasera ti invito a cena?
Mah???
Niente mah!!
ci vediamo alle 19.00 all'entrata del parco ok?
ok ma come mi devo vestire?
stai bene anche così ma credo che con quei tuoi calzoncini corti non ci farebbero entrare, mettiti qualcosa di elegante ma non troppo
Va bene a dopo allora

si allontanò correndo e diamine aveva il più bel fondo schiena che avessi mai visto, feci un salto di gioia e mi diressi verso casa pensando che mi metto mancano solo tre ore alle sette mi devo sbrigare........

Mancavano solo tre ore all'appuntamento avevo il cuore in gola non sapevo neanche perchè avevo accettato.
"Un appuntamento al buio non avevo mai fatto una cosa del genere, di solito sono una calcolatrice prima di decidere una qualsiasi cosa pondero i pro e i contro almeno 100 volte, ma questa volta no i miei "sensi" avevano soggiogato mio "cervello".
buttai in un angolo i vesti che indossavo e mi feci una doccia, non avevo in mente che lui e quello che sarebbe potuto succedere questa sera.

-Oddio e se ci prova che faccio?
-Ma è così carino
-Ma dai non lo conosci neanche non farti strane idee

Quante parole rinbombavano nella mia mente.
Uscii dalla doccia, mi asciugai e con l'accappatoio addosso andai in camera aprii un cassetto e guardai

- Nero o bianco? Rosso o lilla?

Decisi per un completino bordò, lo avevo comprato da poco sembrava quasi di avere una doppia pelle, lo indossai, e infilai anche le calze adatte ora non mi restava che aspettare mancava più di un'ora all'appuntamento.

con un salto balzai sul letto e strinsi al petto un piccolo coniglio di peluche che mi era stato regalato per il mio compleanno, non riuscivo a star ferma un secondo muovevo i piedi e le gambe nervosamente.
Sembravano 60 minuti interminabili così decisi di vestirmi con molta calma.

Elegante ma non troppo. Uhmm. Il completo nero andrà benissimo

Infilai i pantaloni, e misi un sottogiacca color lilla molto trasparente ma non mi importava avevo la giacca e quel vedere non vedere giocava a mia favore.
Mi avvicinai allo specchio e mi guardai, lui era il miglior amante che una donna potesse avere, mi diceva tutto quello che volevo e non volevo sentirmi dire, era tristre o allegro esattamente quando lo ero io e riusciva a farmi sentire meno sola.
era come se qualcun altro stesse dall'altra parte, qualcuno con cui si voleva dividere un sogno, qualcuno che era un sogno, qualcuno che non sarebbe mai stato lontano e che non ti avrebbe abbandonato mai, già le persone ti lasciano e ti tradiscono i sogni sono solo tuoi.
Misi un filo di rossetto, un pò di matita e di rimmel e scesi, mancavano 5 minuti alle sette.
Avevo il cuore in gola non sapevo nè dove saremmo andati e cosa più importante non mi era passato per la mente che non lo conoscevo affatto, sapevo solo il suo nome Axel.

Torno indietro, forse è meglio ho fatto male ad accettare
Ciao
Andiamo?

Salii in macchina, aveva una 307 grigia metallizzata .

Dove andiamo?
E' una sorpresa
Uhmmm
Non ti preoccupare sono un bravo ragazzo
Davvero???
Direi proprio di si!!!

Viaggiammo per circa un'ora stava quasi facendo buio

Manca molto?
Siamo quasi arrivati, hai fame?
No! per niente ma è parecchio che stiamo in macchina
Eccoci
Ma è il cancello di una villa è casa tua?

Non mi rispose fece solo un sorriso, mi stavo innervosendo non andava per niente bene, odio i sotterfugi e non sopporto giocare a nascondino.
Perchè avevo accettato volevo solo andarmene a casa.
Era una villa grandissima con un giardino immenso, il profumo delle magnolie e delle bouganville era fortissimo quasi stordiva.
Davanti alla porta c'era signora, una giapponese in Kimono che ci aspettava ansiosamente.

Buonasera Axel san
Buonasera Kioko, ti presento Sabrina, questa sera è mia ospite
Bene Axel san
Vai con lei, Kioko si prenderà cura di te, ci vediamo tra poco


Non mi aveva dato neanche il tempo di rispondere che era scomparso.
Con un cenno della mano mi fece capire che doveva seguirla.
Mi portò in una stanza e con molta calma mi disse

Indossi questi io aspetto fuori
Ma come questi??

Mai visti degli indumenti così strani sembravano due pezzi di seta bianca con i gancetti

Kioko!!
Sono qui
Scusa ma come si mettono?
Posso entrare?
Si per cortesia
Ihh Ihh
Perchè ridi??
La molto onerevole signorina ha indossato al contrario venga che l'aiuto
Grazie

Un costume era meno scandaloso, 3 gancetti e 2 fiocchetti tenevano in piedi tutto, una fascia di seta bianca comprimeva il seno e i tre gancetti stringevano quanto basta.
Mentre un'altra fascia bianca messa intorno alla vita con le stesse proporzioni di un costume da bagno mi cingeva in basso tenuta su da due fiocchi che tramutai immediatamente in due nodi.
Kioko mi fece indossare un kimono di seta color avorio, era una sensazione stupenda mi stavo rilassando.

Kioko è molto che conosci Axel?
Axel san è una brava persona sono a servizio della famiglia da quando lui era piccolo.

Mi ero calmata ora ero solo incuriosita per quello che sarebbe successo.

Venga con me mi segua
Arrivo Kioko

Percorremmo un lungo corridoio fino ad arrivare ad una porta, rimasi sorpresa nel vedere il vapore uscire da sotto.

Venga signorina

Rimasi a bocca aperta quando entrai, mi era apparso agli occhi un posto da favola.
Proprio davanti a me c'era una piscina gigantesca mimetizzata nel verde e dalle rocce, più che una piscina sembrava una fonte di acqua calda che sgorgava dal terreno.
Il silenzio veniva interrotto solo dal battere del bambù che ricadeva su un masso quando era pieno d'acqua e dal rumore dell'acqua in movimento.
Sembrava di stare in paradiso.

Venga signorina si accomodi sul lettino.
Kioko dov'è il signor Axel?
Non si preoccupi Axel San arriverà presto si rilassi e si distenda, chiuda gli occhi e pensi al mare, alle onde che si infrangono sulla riva.

Kioko apri una bottiglietta e un profumo di fiori si diffuse nell'aria, chiusi gli occhi e mi rilassai tanto quanto bastò per non accorgermi che Axel aveva preso il posto di Kioko.



Mi sembrava come se stessi distesa su una nuvola, una dolce musica si sentiva nella stanza era "Eternity" di Robbie Williams avevo gli occhi chiusi e le labbra semi serrate come se fossi in attesa di qualcosa di dolcissimo da assaporare, il profumo di quell'olio mi cullava lentamente in quell'oblio.

Uhmm Kioko hai delle mani favolose
Potrei morire adesso lo sai, come sapevi che mi faceva male liìì


Aveva il mio corpo in mano, lentamente cominciò a massaggiarmi dapprima i piedi con un movimento rotatorio dal basso verso l'alto per arrivare alle caviglie.
Quelle mani così delicate ma così forti, toccavano tutti miei muscoli, sentivo il mio cuore accellerare ogni volta che saliva e che con una fermezza tale che rinvigoriva tutto il mio corpo.
Non feci caso neanche a quando mi inclinò prima una e poi l'altra gamba per estendere il massaggio anche all'interno era stupendo.
Non avevo neanche la forza di reagire, ero in mano sua, il calore del vapore mi riscaldava stavo sudando, delle piccole gocce cadevano dalla mia fronte fino a rigare il mio viso.
Sentii una mano sfiorare il mio viso, quasi a volermi accarezzare e subito dopo del fresco sulle mie labbra, un cubetto di ghiaccio mi stava rinfrescando.
La mia schiena si inarcò quando cominciò a premere verso il basso avevo lo sterno che si fletteva all'unisono con le sue mani, ogni volta che si univano in un punto ben preciso delle mie spalle e che imprimevano una spinta verso il basso i polmoni si svuotavano e si riempivano di nuovo come se volessero assapporare quell'aria stregata.
Aveva detto che kioko si sarebbe presa cura di me e lo stava facendo benissimo, malefico cubetto di ghiaccio stava facendo ribollire il mio sangue "è una tecnica ne sono sicura prima mi mette nelle mani di questa strega e poi sarò in mano sua già lo so".
Cominciò a massaggiarmi le tempie, sentivo il contrasto con il caldo dell'olio e il freddo del ghiaccio ma non riuscivo a reagire, poi dolcemente le sue mani scesero sul mio collo e poi poco più giù sentii aprire i gancetti ma lasciai stare, quelle mani stavano esplorando tutta la mia schiena ed era strepitoso.

Hai due nei a forma di stella su tutte e due le spalle lo sapevi?
Axel???

Mi tirai sù di scatto senza ricordarmi che aveva sganciato tutto..............

Tu!!!! Sei tu che mi stavi massaggiando?
Sì sono bravo eh
mi potevi avvertire
e perchè eri così rilassata, dai girati che chiudo il corpetto e poi vieni in acqua con me.
obbedii e tempo 2 minuti entrai in acqua con lui

Vieni che finiamo il massaggio distenditi in acqua e lasciati andare
Va bene
Chiudi gli occhi e respira lentamente, sù non ti faccio bere


Prese il mio collo con le sue mani e iniziò a farmi scivolare sull'acqua, sentivo tutto il mio corpo contorcersi, sembrava quasi si spezzasse, piccoli movimenti destra e sinistra, sinistra destra.
Continuò così per 10 minuti buoni quando alla fine mi disse

Come ti senti?
magnificamente, sei bravo lo sai
è il mio lavoro

Mi sorrise in tal modo che avrei voluto baciarlo lì nell'acqua ma lui si girò e si diresse verso l'uscita.

Vieni è quasi ora di cena

Rimasi allibita e delusa, ma in fondo ero felice felice che non ci avesse provato.
Kioko era apparsa come un fantasma mi porse un asciugamano mi slaccio il corpetto e il resto e mi fece indossare un kimono meraviglioso.
Ci dirigemmo verso la sala, ero contenta, e poi mi sembrava di camminare a 10 cm da terra.
Cenammo insieme e per la prima volta nella mia vita assaggiai il sake, e scoprii che non lo reggevo, crollai dopo 15 minuti, mi addormentai su un cuscino e l'ultima cosa che vidi fù Axel che mi guardava sorridendo.
Mi risvegliai in una stanza, quando aprii gli occhi realizzai.

Che stupida ho fatto proprio la figura della stupida mi sono addormentata chissà quanto avrà riso.

Guardai la sveglia era quasi l'alba, uscii di soppiatto dalla mia stanza in cerca della cucina, avevo sete avevo la gola secca.
Passai davanti alla porta della sauna e sentii un rumore, la porta era semisocchiusa, entrai.
Era ancora più bello di notte che di giorno, la luce della luna illuminava l'acqua e lì lo vidi.
Era immerso fino alla vita, stava facendo joga in acqua, rimasi immobile a spiarlo vedevo quei movimenti caldi e sensuali che erano carichi di passione.
Vedevo quelle gambe uscire dall'acqua per essere un tutt'uno con la superficie, le braccia distendersi fino a tirare l'ultimo dei suoi muscoli.
Feci un passo avanti e mi vide.

Sei sveglia
Si
Sei crollata
lo so scusa
ma figurati
io, ....... io ti volevo ringraziare
per cosa?
per la serata
lieto che ti sia piaciuta, ma..
ma cosa?
niente

mi avvicinai alla vasca e entrai in acqua, vicino a lui, non mi importava se non ci saremmo rivisti era tutto troppo perfetto non sarebbe mai potuto essere uguale.
Accarezzai il suo viso e lui accarezzo il mio.

Si lo so
che cosa sai
che ho dei nei a forma di stella sulle spalle

Feci cadere il kimono nell'acqua e.......................................


Poi immaginate quello che volete la fantasia è il succo della vita, le emozioni sono il sale quotidiano per chi vuol sentirsi più vivo.


 
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 Appuntamento al buio 6

 

 

Le tue mani mi accarezzano il viso mentre i tuoi occhi mi guardano con un'espressione che non ho mai visto...
Abbassi il viso sul mio collo e cominci a baciarmi.
Baci leggeri come volo di farfalla e che si spostano lentamente vicino alle mie orecchie.
Zona pericolosissima, quella!
Tu lo sai bene.
Quante volte ho ceduto alle tue richieste quando le facevi seguire da questi baci stupendi?
Le tue bellissime mani cominciano a spogliarmi. Sono mani calde, sapienti che sanno dove una donna vuole essere toccata, accarezzata, amata.
Mi stringi tra le tue braccia.
Mi parli d'amore.
Mi sussurri che mi vuoi...
E improvvisamente esistiamo solo noi.
Per tutto il tempo che vorremo.

 

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 Appuntamento al buio 7

"Perchè no?",si disse facendo uscire il cane dalla stanza.Controllò che tutto fosse a posto:lo spumante ben ghiacciato gli rinfrescò piacevolmente la mano,una carezza gelata che diede sollievo al suo volto bruciante.
Il profumo acuto dei narcisi ,confuso col vago afrore del suo dopobarba,dava alla stanza un vago sentore di attesa. Come sarebbe stata stasera? Gli faceva bene pensare a lei e alla prima volta che si erano incontrati a quel concerto: la mano tremante che gli tentava gentile il braccio abbandonato,l'acuto odore di muschio che emanava dal suo corpo sinuoso,la pesante sericità dei suoi capelli,che le scendevano in ciocche scomposte sul suo viso,la voce sommessa che gli sussurrava calda nell'orecchio,per non disturbare gli spettatori.
Ma stasera sarebbero stati soli e finalmente avrebbero gustato a pieno il sapore del frutto proibito.Ebbe un attimo di paura,la paura di sempre che gli attanagliava lo stomaco e come se la verità stesse per togliersi l'ultimo velo,respirò forte e spense la luce.La consapevolezza del buio lo confortò cosi' come il calore della lampada al lato del letto:miriadi di sensazioni
passate gli facevano pregustare nuovi piaceri...Un suono leggero lo riportò alla realtà:socchiuse la porta,la senti' calda e vibrante fra le sue braccia,pronta a lui e al suo desiderio struggente.
"Aspetta,lei disse,accendiamo la lampada,vuoi?"."No,disse lui,no..ti guido io.Senti il silenzio ovattato di questa stanza?Riesci ad ascoltare le voci del buio?..ecco,vieni...!".
Si lasciò spogliare,docile,come se avesse atteso quel tocco da sempre,leggero ma esperto;lo senti' dolce ma fermo,tenero e terribile al tempo stesso.
L'uomo sembrava impazzire:era nata e modellata per lui,la sua bocca si adattava perfettamente alle curve della sua pelle,mentre le lunghe gambe della ragazza lo avvinghiavano in un'ultima,estrema offerta d'amore.
"Voglio vederti,gli disse."No,disse lui,toccami il volto,ecco brava,fa' che rimanga sulle tue dita l'impronta del mio corpo!".
Ma lei era assetata dello sguardo di lui sulla sua carne bruciante,magari un piccolo barlume per guardarlo un attimo,perchè potessero vedere la grande gioia che si davano.Allungò la mano....Una luce impietosa invase la stanza e mise fine al sogno e la ragazza scrutò i tratti dell'uomo con avidità,ma l'uomo non se ne accorse:rimaneva,nei suoi occhi vuoti,privi di vita,un lume di ineguagliabile gioia.
 

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….. Appuntamento al buio 8

Non so esattamente chi mi aspettassi di trovare.
Di certo non Brad Pitt, o Clint Eastwood.
In realtà, non so bene nemmeno perchè decisi d'accettare. O meglio, non lo sapevo ieri sera, mentre andavo tranquilla in metrò ad uno strano appuntamento. Pensavo magari d'aver bisogno di un po' di emozioni, di lasciarmi trasportare dalla febbre leggera dei primi istanti di un innamoramento senza preoccuparmi d'altro.
Niente di più sciocco. E falso.
In realtà, credo che l'unica cosa ad avermi sedotto furono tutte le sue lusinghe. Sulla mia intelligenza, sul mio essere interessante, irresistibile, intrigante, e tutte quelle cose che fanno salire pericolosamente le endorfine.
Uno bravo a parlare, almeno in chat e nelle centinaia di e-mail che ricevetti.
Diceva d'avermi visto, lui, in un negozio di acquari, l'hobby che ci mise in contatto sul web. Quindi per lui non fu una sorpresa.

Quando arrivai al pub, quello che mi trovai davanti fu un tipo normale.
Una faccia come tante, solo con uno sguardo un po' asimmetrico, un po'... obliquo.

Fu sorprendente arrivare a casa sua in un paio d'ore di conversazione e un gin tonic. Liscio, senza forzature, nè incomprensioni. Scivolava via.

Sono abbastanza giovane, non ho ancora trent'anni, e ho un fidanzato da un paio di mesi con cui non va nemmeno male. Ma il serpeggiare di una frustrazione sottile mi spingeva a non fermarmi, ieri sera. Non era vero, ma mentre lui mi toglieva i vestiti, mi pareva fosse tanto tempo che non facevo l'amore con qualcuno.

In fondo, non ci conoscevamo per nulla, avrei potuto trovarmi davanti ad un pazzo psicotico. Pensandoci ora, il pensiero non mi sfiorò mai seriamente. Non sentii mai lo sgradevole brivido di pericolo.
Per la verità, non sentii nulla.

Credo che fu soprattutto questo, l'inizio. Vedevo il mio corpo reagire, vivere, contrarsi e rilassarsi, eppure non sentii nulla. Nessuna emozione, intendo.
Fui sorpresa, tuttavia non mi spaventò.

Ricordo esattamente un bivio. Da un lato c'era l'abisso più scuro che si possa immaginare. E lo scelsi.

Se mi interrogassero, potrei dire che fu un incidente.
E non mentirei... non molto, almeno. Tecnicamente avrebbe anche potuto esserlo... Un momento di follia, un raptus.
Eppure io ricordo distintamente il momento in cui ho deciso di non fermarmi, di non smettere. Lucidamente, semplicemente. Ho scelto di togliergli la vita.

Se mi intervistassero, risponderei che non so perchè l'ho fatto. E nemmeno qui, mentirei.
Una parte di me che ancora sopravvive, e presiede alle funzioni biologiche necessarie a vivere, quella non sa il perchè.
Ma c'è la parte di me così perfettamente non umana, priva di odori e brividi, eppure fulgidamente lucida, che sa.
Quella me ha desiderato prendersela, quella vita. Mangiarsela voluttuosamente, per tenerla ferma e nutrirsene.
Il primordiale desiderio di potere, di dominio assoluto, di avere, di possedere, di... assorbire.
Senza violenza alcuna... no, senza prevaricare, nè desiderare sofferenza o dolore. Solo per avere.

Mica me lo sono mangiato tutto, non sono il dottor Lecter, io.
L'ho soffocato dolcemente e ne ho assaggiato un po'.
Il resto, lo farò sparire con calma. Tanto sono un chimico, far sciogliere un uomo nella calce è una questione di pazienza e un po' di perizia, ma non è complicato. Basta avere un paio di giorni di tempo. 

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  Appuntamento al buio 9

 

Non so cosa sia. Non so spiegare cosa mi prende in questi momenti. Forse il piacere della sfida, della conquista, forse il voler andare contro le leggi della probabilità... O più semplicemente la indescrivibile e irresistibile senzazione che si prova quando si dissimulano i propri sentimenti, cercando di aggirare le difese di chi li sta dissimulando a sua volta.
E' impossibile capire o solo immaginare cosa passi nella mente delle persone in momenti come questo, ma è l'unico modo di superare i limiti ed uscirne con la sensazione di avere dominato la situazione.
Quello era uno di quei momenti in cui senti che un attimo dopo la tua vita non sarà più la stessa, magari migliore, magari peggiore ma sicuramente niente sarà più come prima.
E' il momento in cui devi fare la tua mossa, devi prendere una decisione. E il non decidere è esso stesso una decisione, con tutte le sue conseguenze.
Era un momento così. Mi sentivo come se tutto il mondo mi guardasse, come se l'intero universo fosse lì, in attesa della parola che avrebbe in ogni caso cambiato il corso della mia esistenza.
Impossibile cercare di dare ordine ai miei pensieri, anzi, non si può nemmeno parlare di pensieri: nella mia mente solo una disordinata accozzagli di sensazioni, di attimi rubati, di piccoli involontari cenni che, interpretati, potevano svelare un'infinità di situazioni.
Sentivo lo sguardo su di me. Ora ansioso, ora speranzoso, ora indagatore.. L'orologio sulla parete scandiva i secoli con il suo regolare ticchettio, un frastuono nel silenzio della stanza. Non sentivo più nemmeno il mio respiro.
La parola era lì, bloccata tra i denti, sembrava quasi che spingesse per uscire, incurante delle conseguenza che avrebbe potuto avere sul mio mondo.
Avevo perso il raziocinio, non potevo più agire con la mente. Ora ero pura emozione. L'istinto animalesco del predatore si era impossessato di me.
Ancora qualche battito di ciglia e finalmente, come una liberazione agognata da tempo immemorabile lo dissi:
- Vedo.
E, mentre Jack girava lentamente le sue carte, capii: non avrei mai potuto mancare quell'appuntamento al buio.

 


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Appuntamento al buio 10

NOTTE

Atto1^



Non ho nemmeno la forza per ipotizzare
Ciò che può essere...
Eppure qualcosa
Si muove, ma se non fosse?
aspettare, d’altronde non può cambiare nulla, bisogna .... ...ma si...

Atto 2^


Non ci sono, le parole non bastano, almeno le mie......
.....e ne vorrei inventare...per succhiarmele, piano piano....
Ma nessuna è sufficiente
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
Si
 
 Atto ultimo

Ma perchè poi “ultimo”?
Forse penultimo...o....uno di altri tanti ancora...certamente..
Inconfutabilmente esistito ma non passato

 

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  Appuntamento al buio 11

 
Non fate quelle facce. Non è come credete. Niente chat, niente mail, niente sms. Nessuna di quelle diavolerie tecnologiche che oggi ci fanno dire non è stata colpa mia, sai, la tentazione.
Niente di tutto questo.
E' successo come succedeva una volta. Con un bigliettino trovato sulla scrivania. Inchiostro viola di quelli che probabilmente non si trovano più. Una calligrafia ricercata, qualche lettera che svolazzava per il foglio.
Solo le parole erano fuori sincrono, con la loro modernità. Un orario, un albergo, una camera.
E quasi mi scocciava quel contrasto tra il romanticismo della forma e la concretezza della sostanza. Quasi. Perchè in realtà da quando l'avevo visto non ero più riuscita a lavorare.
Avevo attraversato in apnea le ore che mi mancavano alla fine del mio turno spargendo in giro dei si e dei no senza neppure sentire le domande.
Poi avevo telefonato a lui. La scusa mi era venuta banale. Sapevo fare di meglio, ma non quel giorno. Ci aveva creduto, questo solo contava.
Come dite? Vi chiedete come mi sentivo?
Non lo so. Di sicuro curiosa. Forse eccitata. Ripensandoci oggi mi sembra incredibile che io, con il mio carattere pauroso, mi sia buttata così. Eppure in quel giorno tra tutti i sentimenti che mi stavano giocando nello stomaco mancava solo la paura.
L'albergo faceva schifo, una topaia.
Quel coglione all'ingresso aveva capito al volo. Appena mi ha vista entrare ha rilasciato uno di quei sorrisetti idioti che conserva per le occasioni speciali e mi ha sussurrato qualcosa.
Non ho neppure capito. Ho guardato i numeri sulla parete e mi sono avviata verso la stanza.
La porta era accostata, come nel più classico degli appuntamenti al buio, la luce del corridoio che tagliava come una lama una fetta di stanza.
Entrai piano cercando di rallentare il mio respiro che si stava facendo affannoso e la scena si rischiarò.
La finestra, il comodino, il letto, vuoto, l'altro comodino, un tavolino.
Non c'era nessuno. Nè lì e neppure tra i marmi ingialliti e sporchi del bagno. Nessuno.
Mi lasciai cadere sul letto senza accendere la luce. Mi dissi un sacco di cose che non vi sto a ripetere. Mi sentivo stupida. Ero caduta in uno stupido scherzo. Ma soprattutto ero delusa. Sentivo l'aspettativa che mi colava via con il sudore che mi bagnava la fronte.
Poi con la mano sentii qualcosa, sul copriletto lurido. Una busta.
Accesi l'abat jour e la aprii, con la schiena appoggiata allo schienale.
La stessa scrittura, lo stesso inchiostro viola.
"La prego di scusarmi se l'ho disturbata e se l'ho fatta venire in questo squallido posto. Lei meriterebbe ben altro ma purtroppo non ho potuto permettermelo. Venendo qui lei mi ha fatto un grande regalo. Mi ha fatto sognare di poter stare una notte vicino a lei, senza sfiorarla, solo per guardare i suoi occhi addormentati e sentire il suo respiro. L'ho seguita fino all'albergo. L'ho guardata entrare. Ho immaginato di essere lì con lei. E questo mi basta. Grazie."
Ripiegai la lettera, sconvolta. Scesi le scale e ripassai davanti al coglione che sorrideva.
Nella strada mi guardai intorno, alla ricerca di quell'uomo. Doveva essere ancora lì, da qualche parte.
E c'era. Appoggiato all'angolo più lontano, aggrappato a un lampione. Legato alla spalla il sacco con i cartoni, addosso i suoi vestiti luridi e stracciati, un cappello di lana. Mi sorrise e fece un cenno con la mano che spuntava tra i brandelli dei guanti. Poi scosse la testa come per chiedere scusa, alzò di nuovo la mano e si voltò.
Lo guardai allontanarsi nel viale con il suo sacco sulla spalla. Un pò sorrisi e un pò piansi. Poi mi avviai verso casa.

 

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 Appuntamento al buio 12

 

Il mare era lì sotto di noi, rumoreggiante per una mareggiata non ancora scemata, e faceva tremare la roccia dove avevamo trovato delle piccole conche ove sederci.
I colori lividi del cielo e del mare erano interrotti da qualche chiazza rosa del tramonto incipiente e dagli sbuffi di candida spuma che si alzavano lì dove le onde si infrangevano sulla barriera del molo.
Non faceva freddo, e i nostri abiti ancora leggeri erano a tratti gonfiati da qualche refolo più insistente.
Lì, potevamo essere visti solo dalla strada costiera ma nessuno avrebbe potuto riconoscerci a quella distanza, avrebbe solo visto un uomo ed una donna seduti sulla roccia che guardavano il mare.
Ed era quello che stavamo facendo, quasi in silenzio, assorti da quello spettacolo di indicibile bellezza che commentavamo con poche parole ammirate .
Io tesi una mano, a palmo in su, e lui vi poggiò sopra la sua,ma delicatamente, quasi sfiorandola, e con un leggero movimento circolare la carezzava, mentre io avvertivo una dolcissima vibrazione , il tepore che passava dal suo corpo al mio,il ritmo insinuante che lui mi trasmetteva.
Per circa due ore restammo così, assorti e felici di condividere un momento magico della natura, quasi fatti roccia noi stessi, ed immortalati così nello scenario eterno di quel luogo.
Il sole era già tramontato ed adesso il vento si era fatto più pungente, così un brivido mi scosse, ed a malincuore proposi di andar via.
Quasi meccanicamente accendemmo le nostre sigarette e ci accorgemmo stupiti che per quelle due ore, non ci aveva nemmeno sfiorato l’idea di fumarne una .
Adesso, sulla strada, la nostra clandestina situazione avrebbe potuto essere scoperta, ma ben presto fummo in macchina.
- Fermati, guarda lì sotto.
Dall’alta costa , in quel punto, scendeva un ripido viottolo che portava giù
verso il mare, verso una breve insenatura tra le rocce.
- Dammi la mano
- Non ne ho bisogno, grazie, ho 10 anni più di te, ma ce la faccio ancora
- Allora ne hai 22, perché io ne ho 12
- Veramente anch’io me ne sento 12, 14 al massimo
- Non “ ti senti” “ ne hai”, quindi siamo coetanei
Questo era l’unico pensiero che turbava la mia storia con lui, la differenza d’età, io quasi cinquantenne, un po’ appesantita dall’età, lui non ancora quarantenne, e per di più bello, alto, bruno, spalle larghe, vita sottile,ammirato e coccolato dalle donne , anche dalle più schizzinose.
La prima volta che mi ero decisa ad incontrarlo, avevo rischiato grosso, tutto, era stato quasi un appuntamento al buio:gli piacerò? Non lo deluderò? Ma come è possibile che possa interessarsi- fisicamente- a me?Sarà solo una volta, per passarsi lo sfizio…ed invece, due giorni dopo mi aveva richiamata…
Il mare lì sotto sembrava quasi calmo, almeno quel poco che si intravedeva dietro un grosso masso scavato dalle onde a mo’ di grotta,
o per meglio dire, galleria, che metteva in comunicazione il mare con la spiaggetta.
Adesso, protetti alla vista di chi si fosse trovato sulla strada, ci abbracciammo, prima delicatamente, carezzandoci il viso, le mani,le spalle, poi lui mi prese, con dolcezza, un po’ quasi chiedendo permesso, un po’ con forza, sempre con protezione.Ed io mi sentii dodicenne, trentenne, puttana, regina,quasi sfidavo l’ipotesi di poter essere vista, lì in atteggiamenti non certo consoni al mio stile, all’immagine che gli altri avevano di me.
Qualche punta aguzza di scoglio premendo con maggiore violenza sul mio fianco, mi ricordò che avevamo un luogo più comodo dove fondere i nostri desideri, e così ritornammo in macchina.
La sua mano era sempre alla ricerca della mia, o del mio ginocchio da accarezzare, ed io mi scoprivo sempre fortemente inclinata verso di lui.
Il letto non aveva certo la poesia ed il profumo del mare, non dava il brivido che l’incognita di essere scoperti aveva aggiunto al nostro reciproco trasporto, lì sulla spiaggia.
Accendemmo la radio, fumammo una sigaretta, ma non ne arrivammo alla fine.
Iniziai a massaggiarlo,con lenti movimenti sinuosi al ritmo dolce della musica,a sentire la sua pelle dura da maschio ammorbidirsi sotto il mio tocco, finchè, dopo un lungo abbandono, non si rigirò, cercando la mia bocca, il mio seno, le mie cosce, e prendendomi una, due, quattro, cinque volte, in quelle lunghissime ore passate insieme, senza avvertire il bisogno nè di mangiare né di fumare.
Mentre , disteso su di me prona, mi proteggeva quasi con il calore del suo corpo,mi baciava con caldi baci sul collo, alzai gli occhi verso lo specchio ai piedi del letto, e CI vidi.
Non mi riconobbi:sparito l’incipiente doppio mento, ingranditi gli occhi che brillavano, sfavillavano, colorito il viso, rialzati gli zigomi, biondi i capelli
( ma come naturalmente biondi in una giovane donna),vibranti gli omeri, pressati dal suo peso…
- Guarda
- Sei bellissima, mi piace fare l’amore con te.
Mi aveva sempre detto che non avrebbe mai pronunciato parole come “ ti amo” perché avrebbe rischiato di farmi del male, ma non credo che fosse più necessario, dopo i due anni in cui durava la nostra storia,sempre tenera,intrigante, inspiegabilmente longeva, costellata di momenti vibranti, rischiosi, avventati che sarebbero rimasti eterni nella memoria di entrambi.



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Ho riportato soltanto le prose, non ho abbinato gli autori agli scritti per una evidente questione di privacy.

 

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