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01.02.2009 web stats Feed RSS
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Per far scordare la crisi il governo suona Battisti

Più passano i giorni e più aumentano i sospetti che il cosiddetto "affaire" diplomatico-giudiziario legato all'estradizione dell'ex terrorista Cesare Battisti, stia diventando una grossa bolla mediatica, gonfiata artatamente dalla maggioranza.

Infatti, non c'è ministro del governo berlusconiano che, a cadenza giornaliera, non esterni la sua "ferma" od addirittura "fermissima" condanna contro il governo brasiliano, reo di aver concesso l'asilo politico all'ex PAC (proletari armati per il comunismo).

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In particolare, tra gli altri, si stanno distinguendo i ministri di provenienza post-missina. Ogni giorno, a getto continuo, ci capita di ascoltare in tv o di leggere sui giornali, proposte condite da quell'involontario humour "nero", tipico della nostra destra "casereccia", che trasforma anche l'idea più seria in goliardica fanfaronata. C'è chi avanza l'idea di una ritorsione, chi di una non meglio specificata rappresaglia e chi, infine prospetta come "estrema ratio" addirittura l'embargo.

Un ministro, accerchiato da microfoni e telecamere, sprezzante del ridicolo, ha consigliato ai propri connazionali di non recarsi in vacanza a Rio. Lui, infatti, ha dato per tempo il buon esempio, passando il Capodanno a Miami Beach. Un altro, per non essere da meno, in occasione del prossimo incontro di calcio tra Italia e Brasile, ha invece suggerito di far indossare il "lutto al braccio" agli azzurri. A questo punto, lo stesso ministro del "Natale a Miami", evidentemente non sopportando l'onta di vedersi scavalcato da un suo collega di governo, ha proposto infine di annullare del tutto l'amichevole.

Di questo passo è facile immaginare che, nell'attesa della sentenza della Corte suprema brasiliana, altre singolari esternazioni seguiranno, tipo: l'embargo del caffè "Paulista", oppure la deportazione in massa presso il Cpt di Lampedusa di tutti i giocatori carioca del nostro campionato di calcio. Del resto si sa, nel spararla più grossa questo governo è imbattibile.

In realtà, in origine, la vicenda di Cesare Battisti ha un suo sviluppo tragico che affonda nella ferita mai sanata dei nostri "anni di piombo". Cesare Battisti si è macchiato a giudizio della giustizia italiana di crimini efferati. La sua successiva fuga all'estero (prima in Francia e poi in Brasile) sa poco d'eroico e molto di vile; ma la sceneggiata recitata in questi giorni da alcuni ministri ed esponenti politici di destra è grottesca e pacchiana: millanta la farsa.

Per risolvere positivamente storie come questa, la via maestra è quella del dialogo e della diplomazia. Qui, invece, ha preso il sopravvento la propaganda chiassosa se non addirittura il fare "ammuina" di borbonica memoria, al solo fine di distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica da altre, ben più stringenti, vicende sociali.

Infatti, mentre suona a tutto volume il disco rotto di Battisti, nessuno dei nostri governanti sente il dovere di rassicurare, magari con analoga baldanza mediatica, tutte quelle migliaia di nostri concittadini che, proprio in questi giorni, stanno perdendo il loro posto di lavoro. Chi atterrando sul terreno in ogni caso disagevole della Cig, chi precipitando nel baratro della disoccupazione.

Forse, come cantava l'altro Battisti (Lucio), ci troviamo a che fare con la cover stonata di quel "Eppur mi son scordato di te"?


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