Tengo subito a precisare, onde evitare maliziose e scurrili insinuazioni, che il "buco" di Tremonti è quello dei Conti Pubblici dello Stato. Infatti, per la Commissione europea nel 2009 torneremo a sforare (come nel 2005, guarda caso sempre con lo stesso governo) il tetto del 3% del rapporto tra Deficit e Pil (questa volta con il 3,9%), mentre il nostro Debito pubblico (il più grande nei paesi dell'Euro) riprenderà nuovamente a crescere verso quota 110% del Pil.
Questo mentre l'Italia si appresta ad affrontare una crisi globale in modo sperequato ed ingiusto. I costi si stanno scaricando finora solo sui lavoratori dipendenti, soprattutto precari, sia attraverso la perdita del lavoro, sia attraverso la crescita della pressione fiscale relativa. Quello che però lascia più dubbi è l'atteggiamento ambiguo se non remissivo dell'esecutivo berlusconiano di fronte alle difficoltà.
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Gianni Del Vecchio su Europa ha evidenziato come Tremonti sia passato disinvoltamente nel giro di qualche anno da "Alfiere delle cartolarizzazioni, dei derivati e dell'inutilità dei parametri di Maastricht", "a vestire i panni del fustigatore dei profeti della tecnofinanza nonché a quelli dell'inflessibile guardiano dei conti pubblici". Una vera e propria metamorfosi culturale sulla quale molta stampa colpevolmente sorvola, quando assegna al capo del MEF capacità di "guru" od addirittura di profeta. A quella di novello Robin Hood, oramai, non crede più nessuno.
Proprio in questi giorni, il ministro dell'economia ha inviato all'Anci, l'associazione dei comuni italiani, una circolare che rischia di metterli definitivamente in ginocchio. Il testo della disposizione prevede un'interpretazione restrittiva del patto di stabilità interno, per cui i proventi della vendita di immobili non rientrerebbero più fra le entrate che vanno a bilanciare le uscite comunali. Per fare un esempio, un comune che decide di vendere propri beni (come appartamenti, stabili, terreni ecc.) per finanziare nuove infrastrutture non potrà più farlo, visto che finirà inevitabilmente per sforare i vincoli di spesa stabiliti dal MEF. Un vero e proprio schiaffo tirato in faccia ai circa ottomila comuni italiani e alla loro capacità di creare sviluppo, in particolare in questo momento di dura recessione.
L'Anci ha minacciato per bocca del suo presidente (il sindaco di Firenze, Dominici) la rottura di ogni trattativa col governo, mentre l'opposizione, ed in particolare il Pd, ha denunciato il provvedimento come vero e proprio "cappio al collo" ai comuni. Anche nella maggioranza di destra si registrano dubbi e timori specie a livello di amministratori locali.
La strategia di Tremonti - precisa Del Vecchio - "E' infatti quella dello spietato centralismo, con tanti saluti alla svolta federalista tanto strombazzata dalla Lega. Oltre alla circolare incriminata, il ministro in questi giorni sta tentando in tutti i modi di sottrarre più di due miliardi e mezzo di Euro alle regioni dirottandoli al fondo che alimenta la cassa integrazione. Senza dimenticare il saccheggio, presente e futuro, dei fondi Fas destinati soprattutto alle regioni del Mezzogiorno" e a quelle meno sviluppate.
Insomma - è la chiosa dell'articolo - "Il titolare di Via 20 settembre va avanti nella sua politica accentratrice" e statalista. Stupisce - fino ad un certo punto, per la verità - il silenzio dei leghisti. Evidentemente, pur di poter mostrare nelle loro valli la bandierina del "federalismo fiscale", sanno bene che hanno ancora tanti bocconi amari da ingoiare.
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