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16.03.2006 web stats Feed RSS

La banda del buco

Silvio Berlusconi & Giulio Tremonti per tutti questi cinque anni di governo, pur di sfuggire alle loro responsabilità, hanno continuato a raccontare la storiella di aver trovato un "immane" buco nelle casse dello Stato, lasciatogli nel 2001 dal governo del centro-sinistra, che gli avrebbe impedito di mettere in atto un'adeguata politica di risanamento delle nostre finanze.

L'abilità politica è l'abilità di prevedere quello che accadrà domani, la prossima settimana, il prossimo mese e l'anno prossimo. E di essere così abili, più tardi, da spiegare perché poi non è accaduto - Winston Churchill

E' davvero andata così? Davvero c'è stato questo "buco" lasciato dal centro-sinistra e, soprattutto, il governo Berlusconi non ha alcuna responsabilità della disastrosa situazione in cui oggi versano i nostri conti pubblici?

Questo tormentone nasce cinque anni fa, poco dopo l'insediamento di Berlusconi a Palazzo Chigi, quando l'allora governatore della Banca d'Italia Fazio lanciò l'allarme sui conti pubblici poiché si era creato un "buco" nel Fabbisogno della Pubblica Amministrazione, cresciuto dal 2,2% al 3,2% del PIL. Tremonti, colse la palla al balzo, e con tanto di grafici e di fido giornalista al guinzaglio annunciò in televisione, si noti non in Parlamento, la presenza di questo "buco" confondendo ad arte l'incremento del disavanzo con il deficit complessivo, contraddicendosi, per di più, nel giro di poche ore quando a Bruxelles affermò risolutamente che la situazione era sotto controllo per avere il via libera sulle decantate misure dei primi "100 giorni".

Siccome le bugie hanno le gambe corte, fu la stessa Ragioneria dello Stato, nel settembre del 2001, a smentire le tesi sostenute da Tremonti. Il patto di stabilità, infatti, riguarda una grandezza diversa dal Fabbisogno, l'Indebitamento, che si può accertare solo a fine anno e che le due grandezze possono discostarsi anche per importi considerevoli. "Fattori esterni - scrisse la RdS - come il rallentamento dl tasso di crescita determinerà per il 2001 un indebitamento sul PIL che crescerà dallo 0,8% previsto dal DPEF 2000 al 1% e che l'Unione europea ha accettato la correzione invitando il nuovo governo ad "intraprendere quelle misure correttive" che il vecchio governo si era impegnato a porre in essere.

Non e' superfluo ricordare che Tremonti queste misure correttive non le attivò per niente ma anzi andò in senso completamente opposto infarcendo il famoso provvedimento dei primi "100 giorni" con scelte inefficaci quali l'abolizione dell'imposta di successione per i grandi patrimoni ed elargendo inutili finanziamenti a pioggia alle imprese con la "Tremonti bis".

In conclusione o il disavanzo era quello previsto dal DPEF del governo Amato del 2000 e il governo Berlusconi non ha adottato nessuno dei correttivi indicati perché riteneva la situazione sotto controllo oppure, se come ancora oggi Berlusconi e Tremonti raccontano, l'indebitamento sul PIL era più alto di quello previsto (Tremonti ha parlato del triplo) allora non si capisce perché il governo non abbia predisposto un pacchetto di misure tese a risanare la situazione anziché farla marcire portando all'attuale disastro con rapporto deficit/PIL ben oltre il 4%?

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