La manifestazione anticamorra indetta dall'amministrazione comunale di Castellammare di Stabia in seguito all'omicidio del consigliere comunale del Partito democratico Gino Tommasino, è stata molto partecipata. Gli organizzatori hanno parlato della presenza d'almeno quattromila persone. Il corteo si è sciolto proprio nel piazzale antistante Palazzo Farnese, la sede del Consiglio comunale.
Presenti oltre a numerosi esponenti di tutte le forze politiche locali, alle delegazioni di diversi comuni dell'area vesuviana e al sindaco di Castellammare Salvatore Vozza, anche il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, il presidente della Provincia Dino Di Palma e il commissario provinciale del Pd Enrico Morando.
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"Soli non vi avremmo lasciati. Soli mai". Queste le parole rivolte dalla Iervolino a Vozza, prima di iniziare il percorso che ha visto il corteo snodarsi per le vie del centro cittadino. Alla manifestazione ha preso parte anche la vedova del consigliere Tommasino, il fratello ex assessore e medico all'ospedale San Leonardo, ed il figlio miracolosamente scampato all'agguato. Inoltre, hanno aderito tantissimi studenti e parecchi operai dell'Avis e della Fincantieri, aziende che si dibattono, a loro volta, in una pesante crisi industriale con conseguenti risvolti negativi che, oramai, già si ripercuotono sull'intera area stabiese.
C'era, come detto, anche il commissario provinciale del Pd, Enrico Morando. Il senatore, una settimana, aveva invitato il sindaco di Castellammare a trovare una soluzione della crisi politica che sta attraversando la giunta comunale stabiese. "Quanto è successo a Castellammare - ha detto - è un episodio d'efferata violenza, che dimostra, ancora una volta, quanto è forte la pressione camorrista su questo territorio. Ma Castellammare ha dimostrato che ha gli elementi giusti per poter reagire. La magistratura deve fare per intero il suo lavoro e la politica deve supportarlo creando il clima giusto".
Forse, almeno me lo auguro, questa manifestazione è stato il primo importante segnale per provare a radicare una nuova presa di coscienza collettiva. Vicende come questa ci sconvolgono, ma allo stesso tempo ci debbono far riflettere. La criminalità organizzata va ostacolata non solo attraverso la costante attività di contrasto da parte della magistratura e delle forze di polizia. Bisogna agire innanzi tutto sui giovani, perché loro sono l'elemento fondante per costruire il futuro di un'intera comunità. E' soprattutto a loro che bisogna trasmettere principi come la partecipazione democratica, la solidarietà, l'onestà, la giustizia e il rifiuto d'ogni forma di violenza.
Peccato poi che appena torni a casa, sfogli un giornale, accendi la tv oppure navighi un po' per il web e scopri che, proprio a cominciare da chi ci governa, questi valori sono denegati (vedi le norme razziste e xenofobe del sedicente decreto sicurezza o alla deriva eversiva contro il Capo dello Stato sul caso Englaro) e ti cascano così, francamente, le braccia.
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