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23.01.2009 web stats Feed RSS
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Social card, escluso l'84% delle famiglie italiane

Torno ad occuparmi della "Social card", argomento che sta assumendo, ogni giorno che passa, lineamenti sempre più farseschi.

I dati forniti dall'INPS (al 15 gennaio 2009) e ripresi in una nota dell'Istituto Nens sono eloquenti. Innanzitutto, per la ristrettezza della platea finora coinvolta, rispetto alle famiglie in condizioni di povertà presenti nel nostro paese. Poi per la distribuzione sul territorio nazionale, con quasi il 70% delle carte distribuite nel Mezzogiorno. Infine per una limitata, ma non irrilevante, divergenza tra diffusione delle carte e diffusione degli indici di povertà sul territorio nazionale.

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Il numero di carte "caricate" - spiega la nota -, cioè quelle dei titolari che rispettano i requisiti e su cui quindi l'Inps ha accreditato i "buoni spesa" (40 euro mensili): sono state 423.868, coprendo non più di un terzo della platea originariamente stimata dal Governo con riferimento al possesso dei requisiti richiesti. Tenendo poi conto che le famiglie in condizioni di povertà sono, secondo l'Istat, 2 milioni 653 mila (anno 2007), le carte coprono meno del 16% delle famiglie povere mentre ne resta escluso oltre l'84%.

Va rilevato qui che, oltre a combinare l'età anagrafica o la presenza di figli sotto i tre anni con limiti reddituali decisamente bassi, la normativa detta ulteriori requisiti - su casa e sue pertinenze, utenze e risparmi - che possono aver limitato al di là del previsto la platea dei richiedenti. Si noti infatti come le domande sono state circa 580 mila, ma di queste oltre 147 mila non rispettavano i requisiti richiesti e 9 mila mancavano di dati anagrafici completi: di conseguenza, le loro carte - oltre un quarto del totale - non sono state "caricate".

La distribuzione territoriale delle Social Card, su cui si sono concentrati alcuni commenti di stampa, sconta in realtà la ben nota distribuzione territoriale delle famiglie povere: le famiglie che si trovano sotto la soglia di povertà relativa calcolata dall'Istat sono 631 mila al Nord, 297 mila al Centro e 1 milione 725 mila al Sud. In percentuale, il 24% delle famiglie povere risiede nelle regioni del Nord, l'11% al Centro e il 65% al Sud. La concentrazione delle carte nel Mezzogiorno era quindi scontata.

Semmai, rileva una distribuzione delle carte in parte diversa dalla distribuzione delle famiglie povere: al Nord affluisce il 17% delle carte a fronte del 24% delle famiglie in condizioni di povertà, al Centro il 13,5% delle carte contro l'11% delle famiglie povere, al Sud il 70% delle carte a fronte del 65% delle famiglie in condizioni di povertà.

Al di là di questi elementi da chiarire - spiega il documento dell'istituto di ricerca -, un fatto emerge con evidenza: uno strumento pensato per le situazioni di povertà più estreme non può che investire soprattutto le aree in cui quelle situazioni sono maggiormente presenti. Ciò che risulta allarmante, oltre alla pochezza quantitativa del sostegno offerto a fronte di un problema di dimensioni ben più ampie come appunto la povertà, è il fatto che quel sostegno non rientra nel quadro di una più complessiva strategia di welfare rivolta a tutti i cittadini in condizioni di bisogno e a quelli a rischio di impoverimento, un fenomeno che si sta ampliando in modo preoccupante nel nostro paese e che la crisi economica non potrà che aggravare.


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Ci sono 4 commenti all'articolo

corsaro rosso scrive: Grande Crozza

E grandissimo il suo autore. Tremonti! :-)

XXX scrive: ROTFL

E si, con Berlusconi il bagaglino e' diventato classe di governo. :-(

davide scrive: ...Un po' di zucchero e

la pillola va giu'... Silvio ''Poppins'' Berlusconi e i suoi sorrisi alla melassa. Bhleaaaaa!!!

Homer S. scrive: Diciamo pure che

molta gente ha ricevuto la tessera ''vuota'' senza nemmeno un euro dentro. Vergogna!

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