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Leftorium

21.07.2007 web stats Feed RSS

Clementina falli sognare

Tanto tuonò che piovve. Il Gip di Milano Clementina Forleo ha intimato al Parlamento italiano di concedere l'autorizzazione ad utilizzare le intercettazioni telefoniche per "rendere possibile la procedibilità penale nei confronti dei suoi membri - inquietanti interlocutori di numerose conversazioni, intervenute soprattutto sull'utenza in uso su Giovanni Consorte" l'ex Ad di Unipol.

I politici, a cui fa riferimento l'ordinanza, sono i vertici dei Ds. L'atto, in se formale, fonda su un singolare teorema. S'indaga su Consorte, gli si mette il telefono sotto controllo, si trascrive ogni conversazione per poi indagare su chiunque sia venuto in suo contattato. Non c'è che dire, un bell'esempio di come in Italia si conducono le indagini: anziché formare le prove accertando i fatti e trovando i riscontri attraverso l'investigazione, si mette sotto controllo il telefono, la posta, i conti bancari ecc. di un - fino a prova contraria - sospettato e chi si è visto si è visto (o sentito) per poi applicare, lo stesso metodo d'indagine, a chiunque, venuto in contatto col malcapitato, desti ulteriori sospetti. Questa particolare catena di Sant'Antonio sta facendo dell'Italia una vera propria anomalia nel panorama giudiziario mondiale. Siamo, nel mondo, il paese che più utilizza lo strumento delle intercettazioni; eppure i risultati sono sotto gli occhi di tutti, per non parlare dei costi, tanto da far dubitare i più sull'effettiva utilità di questa metodologia.

Gli uomini nelle cose generali s'ingannano assai, nelle particolari non tanto - Niccolò Machiavelli

I politici, ancora, fanno parte di una categoria tutelata. Infatti, nel caso in esame, sarà il Parlamento, con il voto delle Camere, a concedere oppure a negare il "placet" richiesto dal Gip milanese. Agli altri cittadini di questa Repubblica va - molto - peggio. Si pensi alla mole d'inutili intercettazioni - prive d'alcun riscontro probatorio - rispetto a quelle poi effettivamente utilizzate nelle vicende "vallettopoli" o "calciopoli". Eppure, in barba alla legge, quasi tutte sono finite sui giornali. Anche nell'affaire Bnl-Unipol le intercettazioni sono state illegalmente - ma questo è un mero dettaglio - pubblicate. Tanti così, sia pure parzialmente, si sono fatti un giudizio morale e, soprattutto, moralistico della vicenda e quasi tutti - ed io tra questi - hanno avuto modo di costare quanto deboli o semplicemente inesistenti fossero invece le implicazioni penali a carico di Fassino, Latorre e D'Alema.

Detto questo, io auspico che i tre politici diessini rinuncino al loro diritto e concedano l'autorizzazione a procedere. Solo così avranno una - sia pur minima - possibilità di fare chiarezza della loro posizione. Certo la possibilità di un rapido chiarimento, con i tempi della nostra giustizia kafkiana, è pressoché inesistente, ma, in caso contrario, non si conteranno i savonarola e moralizzatori a buon mercato pronti a rimestare nel torbido del sospetto. Il calderone mediatico-giudiziario in questo paese è continuamente alimentato: tanto a destra che - ahimè - a sinistra.

Probabilmente, tra 8-10 anni, arriverà una sentenza di prescrizione - in Italia gran parte dei giudizi finisce così. I savonarola, di cui sopra, torneranno alla carica e dai loro giornali, blog e trasmissioni tv - sono pronto a scommetterci - ci ricorderanno di quella "ordinanza-sentenza", datata 20 luglio 2007, emessa dall'allora Gip Clementina Forleo - che nel frattempo, come avviene per tutti i magistrati, senza alcun merito, sarà diventata presidente di Corte d'appello...

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