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25.10.2008 web stats Feed RSS
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Di Pietro sia coerente, si dimetta

Di Pietro è finito in minoranza nel suo partito. Non su un qualsiasi ordine del giorno, magari uno di quei documenti che spesso si presentano alla fine di lunghe ed estenuanti discussioni a dirigenti distratti se non annoiati, ma sulla sua stessa proposta strategica avanzata al movimento. Lo psicodramma è andato in scena martedì. Non a Ballarò, dove pure l'ex PM di "mani pulite" era stato invitato alla discussione con Walter Veltroni, ma al centro congressi "Capranichetta", proprio dalle parti di Montecitorio.

Come detto, non era mai successo e di certo nessuno proprio se l'aspettava: Antonio Di Pietro, padre-padrone dell'Italia dei Valori, è stato messo in minoranza dai suoi stessi uomini, gli stessi che lui ha nominato personalmente negli organismi dirigenti. Il documento "strategico", sostanzialmente, prendeva atto della "rottura" col Pd e sanciva, di fatto, la "competition" in vista dei prossimi appuntamenti elettorali col partito di Veltroni. Europee ed amministrative incombono, inutile e deleterio aspettare ancora, avrebbe detto il leader dell'Idv. Davanti all'esecutivo del suo partito Di Pietro si è spinto fino all'equiparazione: "Pd uguale Pdl". Veltroni e Berlusconi pari sono. Sta di fatto, però, che per la prima volta da quando ha fondato il partito "a sua immagine e somiglianza", Di Pietro si è trovato in netta minoranza e alla fine si è dovuto adeguare, con una piroetta degna di una pattinatrice sul ghiaccio, al "niet" dei suoi ex fedelissimi.

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Dovendo tuttavia salvare capra e cavoli: ovvero la faccia a Di Pietro e l'unità del partito, si è raggiunto una sorta di compromesso che però non attenua la distanza tra Pd e Idv. Insieme in piazza il 25 ottobre, cercando di sfruttare così l'attesa grande partecipazione di "popolo", per raccogliere altre firme per il referendum "anti-lodo" Alfano, ma divisi per il resto, a cominciare dalle elezioni regionali in Abruzzo a meno di clamorosi quanto inaspettati colpi di scena.

Resta comunque il fatto che se fosse successo per esempio a Veltroni di finire in minoranza su un documento politico così importante, a quest'ora tutti, nel partito, sugli organi di informazione e, magari, pure dalla maggioranza invocherebbero un "atto di responsabilità politica". Le dimissioni. Questa "responsabilità", sicuramente, mancherà a Di Pietro. Del resto il movimento-partito dell'ex PM ha una concezione singolare della "moralità" pubblica e dei "vizi" privati. Qualche esempio?

Il tribunale civile di Milano - secondo Panorama - ha chiesto la messa in liquidazione della stessa Idv che è stata pure segnalata al Consiglio d'Europa (ultimo atto della guerra giudiziaria tra Di Pietro e Achille Occhetto) perché sembra che ad approvarne i bilanci, per milioni di euro di fondi pubblici, sarebbe stato un'unica persona. Un partito - l'Idv - in cui l'ex ministro sarebbe il solo a tenere le chiavi della cassaforte assieme ad altre due donne: la sua ex moglie, ed "un'amica di famiglia" (parole sue) da tempi immemorabili, fatta eleggere poi, dallo stesso Di Pietro, in parlamento. Sta di fatto che "l'onorevole amica" - sempre secondo il settimanale Panorama - sembra sia indagata in un procedimento che cerca di fare luce proprio sulla gestione delle risorse finanziare del partito.

Se dal centro ci spostiamo alla periferia le cose, se possibile, vanno pure peggio. Un ex piduista (tessera 762 della loggia di Licio Gelli) è stato candidato in Sardegna. Per corruzione aggravata è finito in carcere il segretario Idv di Santa Maria Capua Vetere, un paese vicino Caserta, che secondo i magistrati favoriva alcune Spa in cambio di quote societarie. A Castellammare, infine, un consigliere comunale dipietrista (proveniente dall'Udeur) è stato raggiunto da un "avviso di garanzia" ed è stato invitato ad auto-sospendersi dallo stesso sindaco Vozza, per una indagine che ipotizza nessi con la camorra.

Io sono un garantista, non userò la stessa "pratica" dipietrista del "sospetto = reato". Anzi, tutti i casi succitati, fino a sentenza passata in giudicato, non segnano affatto la colpevolezza di alcuno. Tuttavia, quando si finisce in minoranza su un documento "fondamentale" come quello proposto da Di Pietro al suo esecutivo, che riguarda la stessa linea e strategia politica del suo movimento, la logica e il buonsenso imporrebbero solo immediate ed irrevocabili dimissioni.


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Ci sono 12 commenti all'articolo

corsaro rosso scrive: Si direbbe che...

Di Pietro predica bene ma razzola male. Io credo che Veltroni non doveva dire che ''l'alleanza con Di Pietro si e' rotta un minuto dopo le elezioni'', perche', visto che aveva rotto pure con tutti i partiti della sinistra ''radicale'' doveva farlo, a maggior ragione, con Di Pietro che un giorno si e ... l'altro pure ha contribuito a minare lo stesso governo guidato da Prodi.

enci scrive: Da questo pseudo Zorro

dei miei stivali, che non sa neanche come ci e' arrivato li', cosa altro vi aspettavate?

pietro_d scrive: lo conosciamo bene

tonino fa il moralizzatore con il c... degli altri...

davide scrive: L'immagine di Di Pietro

L' immagine di Di Pietro è quella di un arruffone, sempre presente per spargere veleno. Un grillino doc, uno che vive di ''Travaglio'' senza mai partorire qualcosa, se non s..... . L' opportunista incoerente non può sperare di andare avanti allo stesso modo per sempre!

Rigitans' scrive: beh, sei garantista,

però alla fine ne parli degli indagati, quindi fai gli stessi ragionamenti di colro che vengono definiti giustizialisti. quello che si può dire di di pietro vale anche per il pd, tra cui le dimissioni che dovrebbe veltroni per il fallimento elettorale e per le strategie sbagliate. comunque, messo che le cose siano così, si dimostra che in idv c'e' democrazia interna, e si dissente anche.

Leftorium (ADM) scrive: si chiama

diritto di cronaca, mica dietrologia. Basta cercare su una qualsiasi agenzia di stampa...

Anellidifumo scrive: Probabilmente Di Pietro...

si dovrebbe dimettere da segretario di IDV per quell'ordine del giorno sul quale ha perso. Ma che dire del fatto che Veltroni ha deciso di fare e disfare l'alleanza con IDV senza mai coinvolgere alcun organo del Pd?

Leftorium (ADM) scrive: non voglio difendere doppia V

però posso dire che ad aprile non c'era nessun organo del Pd. Pensa che ancora oggi manca un organo di garanzia statutario.

DarioBallini scrive: Anche io ieri son uscito

con un post che parla della stessa questione subito dopo aver letto l'articolo che gli dedica il quotidiano La Repubblica però ho posto più che altro l'accento sul fatto che non vi è traccia di quel documento e di quella votazione ne sul blog di DP ne sul sito dell'IDV. Se ti va passa sul mio blog a dare un occhiata al mio post su www.dariosblog.com

Giacomo scrive: Spazzatura.

El Pocho83 scrive: @giacomo

Trattandosi dell'idv come darti torto.

XXX scrive: Spazzatura?

E come la chiamiamo quella ''roba'' che lui riversa sugli avversari e sugli alleati (spero, per il pd e la sinistra tutta ex)?

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