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Leftorium

23.09.2008 web stats Feed RSS
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L'abbaglio del federalismo solidale

Un nuovo fantasma s'aggira... per l'Italia. Il federalismo fiscale: più che un progetto di riforma dello Stato è un vero e proprio luogo comune, figlio del "pensiero debole".

Sembra esserne consapevole Pietro Soldi che sulle pagine napoletane di Repubblica scrive: "Ambiguamente sottaciuto nella campagna elettorale, da quattro mesi il federalismo, o più propriamente il federalismo fiscale, alimenta, non solo tra le forze politiche ma anche nel Paese, uno stucchevole dibattito".

Il federalismo, come principio, non fa una grinza. Maggiore responsabilità delle autonomie locali, controllo della spesa, gestione più oculata della fiscalità, snellimento della burocrazia ecc. In linea di principio, come detto. Così come in linea di principio, anche il centralismo statale e il liberismo economico appaiono concetti difficilmente confutabili. Chi non vorrebbe uno Stato che tuteli con un livello di vita dignitoso ad ogni suo cittadino? Uno Stato capace di assicurargli il benessere (welfare state, do you remember?) dalla culla alla tomba? Oppure, viceversa, chi non vorrebbe intraprendere l'attività economica senza i lacci di un fisco considerato troppo opprimente o di una burocrazia giudicata invasiva, che impediscono ai "migliori" di emergere?

Peccato, però, che sia lo statalismo, sia il liberismo, hanno mostrato tutti i loro limiti. Ha cominciato prima lo statalismo con la necessaria dismissione da parte dei governi delle "partecipazioni statali" e con l'avvio delle cosiddette privatizzazioni. Poi è toccato al liberismo. Basta guardare la crisi che sta scuotendo proprio in queste ore i mercati e, in particolare, gli USA. Curiosamente, da quelle parti, proprio lo Stato sta tornando a stendere la sua mano "protettrice". Quasi a dimostrare che quella famosa "mano invisibile" del mercato è, di fatto, monca.

Tra i grandi paesi - scrive Soldi - l'Italia è afflitta da un incomparabile ritardo strutturale, di carattere economico-sociale e civile. La fisionomia dell'economia e della società italiane è segnata dal dualismo, dalla diversità di struttura e di sviluppo che separa il Nord e il Sud del Paese. Il dualismo italiano, si può dire, è uno dei più "profondi" che la storia moderna ricordi. Uno dei campioni del "nuovo meridionalismo", Pasquale Saraceno, infatti, definiva questo dualismo come la condizione anomala di due diversi "modelli di sviluppo"che convivono in una stessa realtà statuale.

Ora, se tale è il carattere del ritardo strutturale del Paese, bisognerebbe che i fautori del federalismo - quanto si voglia "equo" o "solidale" o "a geometria variabile" - spiegassero come possa essere lo strumento principe e senza alternative, per generare un "nuovo" processo di sviluppo, capace di rendere più competitivo e dinamico il sistema economico nazionale e di ridurre in termini accettabili il divario Nord-Sud. Finora nessuno l'ha fatto.

Il punto centrale - precisa Soldi - è che comunque il federalismo fiscale sottrarrà risorse al governo nazionale, ne ridurrà così il potere in materia di programmazione dello sviluppo, vale a dire le leve di politica economica e di politica interna che, concepite e governate con visione unitaria, sono le sole che possono spezzare il perverso meccanismo del dualismo e riequilibrare e in modo dinamico il trend di sviluppo del Paese. Il federalismo fiscale, invece, darà luogo ad un'impari competizione tra regioni forti e regioni deboli, lasciando queste ultime sfinite e mortificate sul terreno.

Per dirla tutta, il federalismo fiscale è l'ultimo prodotto del "pensiero debole" di chi ha scarsa o nessuna conoscenza dello sviluppo economico moderno. Ci pensi bene il Pd prima di avventurarsi, addirittura "collaborando", a questo viaggio dal difficile ritorno.


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Ci sono 10 commenti all'articolo

corsaro rosso scrive: ed invece...

caro Left, molti esponenti del tuo PD hanno voglia di ''collaborare'' con Calderoli&Co. La breccia, forse suo malgrado - ma non ci giurerei... - l'ha aperta la bicamerale di D'Alema e, mano mano, il ''pertuso'' e' diventato un vero e proprio buco nero. Come giustamente hai scritto, il federalismo come principio non e' ne migliore ne peggiore delle altre forme di organizzazione dello Stato. Il problema, allora, e' come lo si fa e, permettimi di scrivere, chi lo fa. Nell'ottica leghista il federalismo fiscale e' il primo passo per scardinare la Costituzione. E questo, notoriamente, piace assai anche ai fascisti. Corcodiamo tutti che la Costituzione, che ha egregiamente assolto alla sua funzione, necessita di una messa a punto nella parte che attiene all'ordinamento politico. Ma e', appunto, una riforma organica e complessiva quella che ci vuole, non un do ut des a questo o a quel commensale che siede al tavolo ''delle cene'' il lunedi' sera ad Arcore. Una riforma organica e' una riforma di sistema capace di produrre stabilita' di governo, che esige un nuovo equilibrio fra i vari organi costituzionali e, soprattutto, una maggiore capacita' della societa' civile di esprimere forza di controllo e di contrappeso; organi di informazione indipendenti, un sistema televisivo pluralistico, una presenza piu' autorevole della scuola e dell'univerista'. Mi rendo conto di parlare, pero', di un altro paese. Non certamente della Repubblica delle banane di Berlusconia, a cui oggi e' ridotto questo paese.

Leftorium (ADM) scrive: Caro corsaro...

...a parte quel ''tuo Pd'' che non condivido, visto che ''questo'' non e' il mio Pd (!), permettimi di sottoscrivere pienamente il tuo commento. Adesso le cose sono due. O tu hai deciso di aderire al ''mio'' Pd, oppure presto mi dovrai offrire ospitalita' sul tuo vascello, magari in qualita' di cuoco come Long John Silver... :-D

antonio scrive: l'ennesimo schiaffo alle regioni del sud

In particolare campania e calabria, poiche' la sicilia a statuto speciale non credo venga toccata piu' di tanto dalla questione. Facciamo un attimo il punto della questione! iniziamo dall'occupazione del regno delle due sicilie, con conseguente saccheggio delle casse del regno per ripianare i debiti dei piemontesi. In campania abbiamo il problema della disoccupazione che incide particolarmente sul ritardo strutturale della nostra regione, perche' ce' tanta disoccupazione? Perche' le aziende non vengono ad investire per paura della malavita organizzata, e ha chi fa' e ha fatto comodo questa situazione? A politici ed imprenditori del nord (vedi traffico rifiuti tossici dal nord al sud!!!) oggi i maggiori fruitori dei prodotti delle industrie del nord e' il sud! Allora se parte questa devolution fiscale con conseguente taglio dei fondi destinati al sud, risponderemo con la devolution dei consumi, non compreremo piu' prodotti delle industrie del nord!

Tess (wow) scrive: Le macchine Fiat

sono considerate prodotti del Nord o del Sud? - makìa

davide scrive: Le macchine prodotti del nord

costruite da operai del sud con paghe da contadini del terzo mondo!!! :-(

Leftorium (ADM) scrive: ho la vaga impressione...

...che per qualcuno il federalismo e' chiaro almeno quanto lo e' la storia per il figlio di Bossi...

antonio scrive: mi compiaccio

e allo stesso momento mi spaventa l'aver sollevato un po' di polemiche con il mio post. pero' vorrei sapere a chi si riferisce left quando dice che ha l'impressione che per qualcuno non e' chiaro il federalismo. se e' riferito a me vorrei le scuse per avermi paragonato al figlio di bossi.

Leftorium (ADM) scrive: Diciamo, caro antonio

che la mia risposta e' un po' cumulativa. Leggo di boicottaggi di merci, di sfruttamento su base etnica dei lavoratori e addirittura di un possibile "Aventino" dei consumi manco la devolution l'abbia imposta Lapo Elkan o Benetton! Guarda caso, proprio quest'ultimo, prospera come monopolista sulle concessioni "statali" per le autostrade. Le tue argomentazione fanno il verso, in chiave locale, a quelle dei no-global su scala globale. Peccato che come quelle dei no-global, pero', fondano sul pregiudizio e non sulla forza di un ragionamento. Il federalismo, con buona pace della Lega, s'occupa di altro. Si puo' essere d'accordo o meno sul principio e sulla sua applicazione. Si puo' essere d'accordo o meno sulle tante bozze presentate da Calderoli (ed io non lo sono) ma bisogna farlo confutando nel merito quella proposta. Attardarsi su una sorta di revanscismo neo-borbonico come fai tu, a mio avviso, rafforza proprio le tesi dei leghisti e dei loro sodali politici. Noto che nessuno ha intuito la portata della provocazione di Tess. Cit. Le macchine Fiat sono considerate prodotti del Nord o del Sud? Pensi che i soldi dovuti all'irpef o all'irap ecc. che paga la Fiat, che costruisce macchine a Pomigliano, Melfi, Termini imerese (stabilimenti quindi tutti in Terronia) restano a Torino? Circa il paragone col figlio di Bossi non dolerti piu' di tanto. E' stato bocciato su una tesina dedicata a Carlo Cattaneo, uno dei primi fautori dell'idea dell'Italia federale. Evidentemente, a giudizio dei suoi insegnanti, nemmeno lui deve averci capito gran che del federalismo.

corsaro rosso scrive: Il punto e'...

...proprio questo Left. I padani vogliono il federalismo perche' lo interpretano in chiave ''locale'', tanto e' vero che sono contrari al mercato globale, all'Europa unita ecc. Vorrebbero poi i dazi per proteggere i ''loro'' prodotti, spesso, a bassissimo contenuto tecnologico, difendono aziendine che non producono alcuna economia di scala e competono direttamente sul costo del lavoro con i concorrenti asiatici. Tuttavia, anche io trovo inutilmente vittimiste le tesi di antonio. Mi ricordano quelle di un tizio che su Tele Akery narra in dialetto napoletano le virtu' dei Borbone e predica la ''secessione'' del sud dal nord... Mah?!

davide scrive: Cari compagni

e cara compagna, e' palese il fatto che gli Italiani siano uniti solo dal denaro. Comprendendo questo la lega avanza la proposta di legge per il federalismo fiscale. Parlare di risorgimento o rinascimento e' inutile, gli i...taliani si uniscono o separano solo per il vil denaro. Grave e' che la destra di governo che si professa conservatrice permette una tale divisione. Ma sappiamo bene che B e co. nel loro bagaglio culturale hanno solo il ventennio fascista. Di cui vanno tanto fieri. :-(

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