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22.02.2009 web stats Feed RSS
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Oggi il Pd ha perso un altro voto... Il mio

L'assemblea Costituente (non saprei dire di che o di cosa) ha deciso di accettare la proposta della nomenclatura - tutta, meno qualche rara eccezione - di nominare un segretario di transizione nell'attesa dell'ormai "solito" Congresso che poi dovrà segnare la "solita" palingenesi ecc. ecc.

Così il "Caronte" a cui è stata affidata l'anima perduta di un partito ormai moribondo, è Dario Franceschini. Ho ascoltato per radio il suo discorso: l'ho trovato deludente, vuoto, scontato, sostanzialmente inutile. In un certo senso però, ben rappresentativo dello stato "vegetativo" di un partito che, da qui ad ottobre, si appresta ad una tornata elettorale proibitiva, che si annuncia forse devastante per le stesse sorti della democrazia in questo paese.

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Io avrei voluto le Primarie, subito! Primarie finalmente vere, con leader che si presentano con proposte diverse, magari contrapposte e non coperti da una cappa d'inutile e falso unanimismo. Gli oppositori delle primarie assicurano che "distruggono i partiti". Niente di più banale. Le primarie sono l'effetto della debolezza dei partiti e non già la causa. Le stesse primarie americane nate, è bene ricordarlo, per "bipartizzare" un sistema mono-partitico, col passare del tempo hanno finito con lo smantellare le tradizionali strutture partitiche (le party machines) che controllavano la politica del primo Novecento di quel paese, con metodi da far impallidire i partiti di governo della nostra prima repubblica.

Addio!?

Si è invece scelto la via opposta. La soluzione è stata calata dall'alto, dalle stesse oligarchie che da vent'anni sopravvivono ai loro numerosi insuccessi, politici ed elettorali. L'ennesimo atto di miopia, arroganza ed insensibilità di una classe politica chiusa ed ammuffita. Si è così deciso di soffocare sul nascere la sola possibilità che restava ai cittadini per "contare di più" in prima persona: partecipare per davvero alle decisioni.

La speranza era che a seguito dell'ennesima sconfitta elettorale (vedi la disfatta sarda di Soru che seguiva agli altri tracolli in Abruzzo ed in Friuli) anche qualche "mente più avveduta" sentisse ancora l'esigenza di rinnovare l'organizzazione (peraltro, finora, raro esempio di pasticciata disorganizzazione), di ampliare la partecipazione, di iniettare aria fresca in circuiti arrugginiti, rituali ed imbalsamati, in ogni caso ristretti ed inadeguati. La speranza è stata invece vanifica, si è fatto "spallucce" con la consueta boria di chi ormai non ha più alcun rapporto con la realtà.

Ricorrere alle primarie era un imperativo, pena il rischio dell'emarginazione e del declino a cui il Pd ormai tristemente si avvia. Uno strumento e un percorso, il solo con qualche speranza di successo, per un possibile rinnovamento. La dirigenza "nominata" del Pd al contrario ha scelto un'altra via. Via che percorrerà, d'ora in poi, senza il mio appoggio e quello di questo blog.


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