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09.12.2008 web stats Feed RSS
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Se pure Gramsci lo trovi in fondo a destra?

Ho ricevuto una bell'e-mail a firma di Davide Nota, un giovane poeta e giornalista, redattore de "La Gru". Questa sorta di "lettera aperta" dal titolo "Gramscisants? (Se la destra cita Gramsci. Invito alla battaglia culturale)" ricostruisce, a mio modo di vedere, diligentemente l'operazione di "egemonizzazione culturale" che la destra di governo sta provando ad imbastire "nell'assordante silenzio" della sinistra tout court (politica e culturale).

La lettera si apre con una serie di precise citazioni gramsciane per bocca di "insospettabili" personalità più o meno organiche al centrodestra. Citazioni sorprendenti: di certo assai ambigue, che però sono la spia di un'operazione "carsica", con evidenti fini politici e culturali, la cui portata può risultare - come detto in particolare, per la sinistra - dirompete. L'operazione, peraltro - com'evidenzia lo stesso autore della lettera - sarebbe in atto già da diverso tempo.

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"E ora che abbiamo perso, ci vuole Gramsci". Non sono parole di Bertinotti, Ferrero o magari del duo "rinsavito" Veltroni-D'Alema... subito dopo la debacle elettorale dello scorso Aprile. Si tratta, invece, del fulcro dell'analisi di Angelo Crespi, attuale consigliere del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali Sandro Bondi, docente di "Storia del giornalismo" presso l'Università Cattolica di Milano e collaboratore de "Il Giornale" e "Il Foglio", pubblicate su "Il Domenicale", settimanale di cultura ideato da Marcello Dell'Utri, proprio all'indomani della vittoria "mutilata" di Romano Prodi nel 2006.

L'operazione è persino più datata. In un meeting di Comunione e Liberazione del lontano 2000, con ospiti d'onore Berlusconi ed Andreotti, Giancarlo Cesana inveì così: "Antonio Gramsci, che non era un chierico, sosteneva che il Risorgimento fu borghese e antipopolare". Ovviamente, Gramsci lo sosteneva da sinistra. Evidenziava cioè criticamente l'esclusone delle "masse" popolari da quel processo. Insomma, con buana pace di Cesana, il suo fine non era certo quello di restaurare la monarchia del Papa Re!

L'opera revanscista della destra, da allora, procede inesorabile. Così capita che il Gran maestro "venerabile" della loggia massonica P2, Licio Gelli - oggi, pare, apprezzato anchorman televisivo, tanto da ospitare nella prima puntata, guarda caso, proprio i già citati Andreotti e Dell'Utri... - può riformulare, a suo modo, la storia del fascismo e consegnare pubblicamente - senza alcun'indignazione dell'opinione pubblica - il testimone a Silvio Berlusconi per il completamento del "suo" Programma di Rinascita democratica. "L'unico che lo può portare avanti".

Persino alcune antologie dedicate a poeti di sinistra (come la raccolta curata da Davide Rondoni, intitolata "I disobbedienti. Da Teognide a Pasolini: poeti dell'impegno civile, Saggiatore editore) vengono dirette da intellettuali apparentemente organici alle gerarchie vaticane ed al centrodestra.

La tesi avvalorata da Davide Nota è perciò la seguente. "E' in atto un processo di "riscrittura" della Storia d'Italia, dal Risorgimento al Secondo Stato degli anni '70 (P2, Gladio, servizi deviati), passando naturalmente per la storia del Fascismo e della Resistenza. Attiguo a questo processo vi è poi un progetto non meno insidioso, che consiste nella "neutralizzazione" delle radici culturali della sinistra italiana. Si pensi a tutte le false notizie diffuse negli ultimi tempi su Gramsci. Ucciso dai compagni di Partito, poi suicidato ed infine - addirittura - redento in punto di morte..."

Per non parlare poi di Giulio Tremonti, per il quale ogni occasione è buona per citare a vanvera Marx. Si pensi alle sue strumentali tesi contro il mercatismo, il neo-liberismo, la finanza "derivata" ecc. alla luce dei provvedimenti partoriti dal suo governo. Ovverosia la solita perversa ricetta della destra compassionevole: elemosine ai poveri, e caterve di soldi a Confindustria ed alle banche.

"Il re è nudo!" - grida il re. E' l'amara quanto oggettiva chiosa dell'autore, che io mi sento di sottoscrivere.

* Il testo integrale della lettera di Davide Nota lo trovate a questo link.


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Ci sono 5 commenti all'articolo

XXX scrive: E' intollerabile!

Un vero e proprio furto con scasso, un'operazione davvero rivoltante. Del resto dalla destra italiana cosa altro ti puoi aspettare?

Redskin scrive: La cosa piu' patetica

e' la sistematica alternazione della verita' storica e politica. Se proprio hanno bisogno di crearsi un ''Pantheon'' ci mettano dentro i loro ''veri'' riferimenti. Mussolini, Bava Beccaris, Craxi e appena tirera' le cuoia pure il loro ''venerabile'' Gran maestro!

corsaro rosso scrive: Iniziativa condivisibile

nel merito anche se dubito che sortira' gli effetti sperati. La sinistra, come scrivi Left ''tout court'', ha da tempo abbandonato i suoi riferimenti storici. E' naturale quuindi che se qualcuno lascia uno spazio, prima o poi, qualche altro lo riempia. Cerami, intellettuale di sicuro valore, chiamato da Veltroni nel suo ''governo ombra'' a fare ''ombra'' al ministro (ministro!) Bondi dichiaro' candidamente che per Gramsci non c'era posto nel costituedo ''Pantheon'' democratras... Piu' del lampante conflitto d'interesse, piu' delle sue vittorie elettorali, piu' di una societa' edonista e pateticamente compassionevole... la vittoria finale di Berlusconi emerge da fatti come questi descritti nella lettera del ''compagno'' (parola di cui non ho dimenticato il significato e che, ancora oggi, orgogliosamente pronuncio) Davide Nota.

Tess scrive: Se qualcuno lo vuole riciclare

e' chiaro che poi arriva il Bondi di turno tutto felice di poter mettere le zampe su l'intellettuale di riferimento della sinistra.

davide scrive: Il potenziale propagandistico di Banana

puo' sostenere facilmente questi tentativi di revisione storica. La vera difficolta e' a sinistra, dove tutto viene fatto scorrere a fronte di un avversario come il cdx che non cede mai, anzi e' talmente diabolico da perseverare in tutto quello che fa. Tanto la sinistra si aggroviglia da se! :-(

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