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Leftorium

11.09.2007 web stats Feed RSS

Il Grillo sparlante

È in corso una campagna contro la "politica", i partiti e il personale che li governano, definita "Casta". La manifestazione del comico Beppe Grillo è stata un momento di questa campagna, in cui si sono ritrovate vecchie facce come Di Pietro ma anche tanti giovani: un segnale che non va sottovalutato perché ha una valenza politica. Il successo della manifestazione, infatti, non è dovuto solo all’uso sapiente dei moderni mezzi di comunicazione, ma a una esigenza reale, anche se espressa in forme distorte.

Voglio ricordare che il commediografo Guglielmo Giannini, nel dopoguerra, con un settimanale - si chiamava l’Uomo Qualunque (UQ), testata accompagnata da una vignetta in cui si vedeva un povero uomo spremuto da un torchio - organizzò grandi manifestazioni, diede vita a un partito che vinse elezioni amministrative in grandi città del Sud e fece eleggere un folto gruppo parlamentare alla Costituente. Quel movimento esprimeva una esigenza, all’interno di un vuoto creato dai partiti del Comitato di Liberazione e di governo che monopolizzavano la vita politica. Poi "l’Uomo qualunque" venne sconfitto dalla iniziativa di quei partiti. Oggi, le reazioni del centrosinistra, che addebitano la campagna contro la politica e i partiti a manovre dei "poteri forti", che hanno in mano giornali e giornalisti, è puerile.

Ad un principe è necessario saper bene usare la bestia e l'uomo - Niccolò Machiavelli

Il movimento di Grillo ha caratteri qualunquistici con venature di sinistra massimalista tali da coinvolgere anche gruppi di destra. Ma esprime un bisogno cui i partiti non danno una risposta. Infatti, la destra cavalca la campagna moralisteggiante proprio in nome di un partito e di un leader responsabili della crisi politica ed etica del paese e, nonostante i suoi fallimenti, accresce i consensi. Ma, al tempo stesso, questo disordinato movimento populista, che ha la pretesa di essere la "vera sinistra", chiama in causa chi governa e chi guida i partiti del centrosinistra, riformisti o massimalisti che siano. E chiama in causa i promotori e i costruttori del Pd. I quali hanno consapevolmente rifiutato di fare un’analisi concreta di cosa sono i partiti e di come si esprime la politica, a tutti i livelli. Non basta dire che il Pd vuole combattere la frantumazione, senza vedere cosa effettivamente si va a unificare.

Infatti il paradosso di questa operazione politica sta nel fatto che alcuni "padri nobili" del Pd - Reichlin, Scoppola e altri - disegnano un partito che riassume valori antichi e nuovi per dare soluzione ai problemi antichi e nuovi del paese con un’ispirazione che richiama i grandi momenti della sua storia, mentre in tutte le regioni e tra i detentori del potere locale e nazionale è in corso una guerriglia per ridefinire alleanze e incroci di interesse al fine di controllare il "nuovo" partito.

Intanto il governo arranca e ogni giorno, grazie ai suoi ministri, muore e risorge, senza infamia e senza lode. Perché stupirsi se in questo clima nasce e pasce un movimento populista guidato da un abile predicatore?

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