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13.10.2008 web stats Feed RSS
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C'è la crisi? Io mi rileggo Marx

Il male è radicale. E' già da un pezzo che lo sanno i lavoratori del mondo civile; non tutti certamente, ma un gran numero, e questi preparano già i mezzi atti a distruggerlo. Essi hanno considerato: 1. Che la sorgente prima di ogni oppressione e sfruttamento umano è la proprietà individuale; 2. Che l'emancipazione dei lavoratori, (emancipazione umana), non può essere fondata sopra una nuova denominazione di classe, ma sulla fine di tutti i privilegi e monopoli di classe e sull'eguaglianza dei diritti e dei doveri; 3. Che la causa del lavoro, causa dell'umanità, non ha frontiere; 4. Che la emancipazione dei lavoratori deve essere l'opera dei lavoratori stessi. Ed allora una voce presente ha gridato: "Lavoratori del mondo, uniamoci. Non più diritti senza doveri, non più doveri senza diritti. Rivoluzione".

Ma la rivoluzione invocata dai lavoratori non è la rivoluzione di pretesto, non è il mezzo pratico di un momento per raggiungere un dato scopo. Anche la borghesia, come tanti altri, invocò un giorno la rivoluzione; ma solamente per soppiantare la nobiltà, e sostituire al sistema feudale del servaggio quello più raffinato e crudele del salariato. E questo lo chiamano progresso e civiltà! [...]

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La Rivoluzione, presa nel suo senso più largo e vero senso, significa giro, trasformazione, cambiamento. Come tale, la rivoluzione è l'anima di tutta la materia infinita. Infatti, tutto si trasforma in natura, ma niente si crea e niente si distrugge, come la chimica ci dimostra. La materia, rimanendo sempre la stessa quantità, può cambiare di forma in modo infinito. Quando la materia perde la sua antica forma e ne acquista una nuova, essa fa un passaggio dall'antica vita, nella quale muore, alla nuova vita, nella quale nasce. [...]

La materia, dunque, passando da un giro di vita ad un altro, vive sempre cambiandosi, trasformandosi, rivoluzionandosi. Ora, se la rivoluzione è la legge della natura, che è il tutto, deve anche essere necessariamente la legge dell'umanità, che è la parte. [...]

Ma i borghesi sono troppo timorati e pii per poter fare appello alla legge naturale della rivoluzione [...] si sono dati a gridare a più non posso: Ordine, religione, famiglia, proprietà, conservazione! E' così che, dopo essere giunti, con la strage, l'incendio e la rapina, a conquistare il posto di dominatori e sfruttatori del genere umano, credono poter fermare il corso della rivoluzione senza accorgersi che [...] abbattuti gli ostacoli materiali che le si oppongono, e lasciata libera al suo corso, (la rivoluzione) basterà da sé sola a creare fra gli uomini il più perfetto equilibrio, l'ordine, la pace e la felicità più completa [...]

Non più diritti senza doveri, non più doveri senza diritti. Non più dunque lotta per l'esistenza fra uomo ed uomo, ma lotta per l'esistenza di tutti gli uomini con la natura [...] per il vantaggio di tutta l'umanità.

Conosciuto il male, è facile conoscerne il rimedio: la rivoluzione per la rivoluzione. Ma come faranno i lavoratori per ristabilire il corso della rivoluzione? Non è questo il luogo di un programma rivoluzionario, già da lunga mano elaborato e pubblicato altrove in altri libri; noi ci limiteremo a concludere, rispondendo con le parole di un lavoratore e poste in epigrafe a questo volume: "L'operaio ha fatto tutto; e l'operaio può distrugger tutto, perché può tutto rifare".

- Karl Marx.

Si tratta della conclusione del Compendio de "Il Capitale" di Karl Marx scritto da Carlo Cafiero, una delle figure leggendarie dell'anarchismo italiano dell'800. Ultimamente, con la crisi che sta attanagliando i mercati finanziari e un certo tipo di "capitalismo", stiamo scoprendo molti - spesso insospettabili - ammiratori del filosofo di Treviri. Si pensi, per esempio, a Giulio Tremonti. Sic! Non è certamente questa la sede per una nuova disputa teorica. Considerate perciò questa pagina una semplice - e alla buona - rilettura storica. Come, per altro, ho già fatto qualche tempo fa con Gramsci e Pasolini.


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Ci sono 4 commenti all'articolo

XXX scrive: Citazione trovata su un altro blog

''Quando avrete ucciso l'ultimo bisonte, abbattuto l'ultimo albero, prosciugato l'ultimo fiume, vi accorgerete che non potrete mangiare il denaro accumulato nelle vostre banche'' (Tatanka Iyotanka alias Toro Seduto)

valerio scrive: bravo

Se hai del tempo da perdere......

Leftorium (ADM) scrive: Lo so...

nella concezione capitalistica anche quello e' denaro, no? :D

corsaro rosso scrive: Sono commosso :.)

E allora aggiungo sempre dal Capitale che: ''Il denaro e' venuto al mondo con macchie naturali di sangue sovra una delle sue facce, il capitale vi e' venuto sudando il sangue e il fango da tutti i suoi pori''. Il Capitale, Cap. XXI

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