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Leftorium

18.03.2006 web stats Feed RSS

Il professore, il marziano e l'astronomia

Confindustria nel suo happening vicentino ha avuto modo di ascoltare le proposte, condivisibili o meno, di Prodi e le invettive di un collerico Berlusconi. Il primo mira al rilancio della "macchina" Italia puntando sul taglio del cuneo fiscale del costo del lavoro, ha onestamente - e visto la platea, coraggiosamente - ammesso che l'Irap può essere modificata ma non tagliata (cosa, per altro, non fatta nemmeno dal governo Berlusconi), ha rievocato il valore della concertazione tra le parti sociali e ha tracciato una linea "riformista" tesa a superare l'impasse determinata del quinquennio berlusconiano. Il secondo, invece, ha negato qualsiasi crisi, ha unto di pessimismo la sinistra - e fin qui nessuna novità - i giornali, i loro direttori e tutti quegli imprenditori al soldo della sinistra, rei d'alto tradimento al suo smodato ego poiché "hanno scheletri negli armadi e sono sotto il manto protettivo di Magistratura democratica". Infine, ha intimato l'astante platea a fare meno vacanze e a non piangersi addosso.

A lavare la testa all'asino si perde il ranno e il sapone

E il futuro, sì insomma dopo che l'intero Paese si sarà cosparso il capo di cenere e magari avrà recitato il mea culpa, che ci riserverà? Torneremo a crescere? Migliorerà la competitività delle nostre imprese? Cambierà in meglio la situazione socio-economica? Macché! Il cavaliere-marziano non ha risposto - ne avrebbe potuto farlo -, troppo impegnato ad aizzare la sua festante claque mentre paonazzo in volto e claudicante per i postumi di una lombo-sciatalgia contratta in servizio il giorno prima, durante la "marcia su Milano", lasciava l'assise.

Ad un esterrefatto vice-presidente Pininfarina è toccato chiudere la manifestazione rivendicando per la sua associazione quel futuro che Berlusconi ha consapevolmente depennato dall'agenda di governo: "Non c'interessa ciò che è stato fatto o non fatto in passato, ma quello che sarà fatto in futuro". Come dire, a lavare la testa all'asino si perde il ranno e il sapone... A Viale dell'Astronomia insomma, Montezemolo e soci, non si saranno spellati le mani dalla felicità per l'intervento del Professore ma hanno però potuto costatare che un eventuale governo Prodi non sarà sordo alle richieste e alle proposte dell'organizzazione datoriale e che certamente offrirà qualche competenza e capacità in più rispetto a quello berlusconiano.

Prodi, infatti, nel suo intervento ha evidenziato come il governo Berlusconi ha deteriorato la situazione economica del Paese, mentre le imprese hanno bisogno di respirare. Ha delineato come fin da subito, va attivata "una politica economica in favore delle imprese e in grado di contribuire a risollevare il potere d'acquisto dei lavoratori". "Bisogna - ha sostenuto il professore - partire da una sostanziosa diminuzione delle imposte sul lavoro. Dobbiamo far crescere l'economia italiana attraverso la riforma di questa filiera: costo del lavoro, investimenti, partecipazione e domanda del lavoro". Anche sul lavoro precario, cresciuto in questi anni, Prodi è stato netto: "Si sta creando un numero crescente di lavoratori precari che non accumuleranno mai risorse sufficienti per arrivare ad una pensione decente. Precariato ed equilibri futuri dell'economia s'incrociano, anche perché oggi costa di più il lavoro stabile di quello precario. Bisogna rovesciare questa convenienza. Bisogna che il lavoro stabile costi meno di quello precario. E così faremo".

Il 9 Aprile - forse a sorpresa - la sfida elettorale non sarà tra due diverse visioni e proposte di governo. Il centrosinistra, infatti, seppur tra tante contraddizioni, un'idea di futuro ce l'ha. Il centrodestra, invece, sembra essersi smarrito nei suoi 6X3 alla rincorsa d'incomprensibili cifre, refluo di un passato senza ormai futuro.

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