Iscriviti a BannerGratis: lo scambio banner di Mr.Webmaster!

Leftorium

20.06.2007 web stats Feed RSS

Venti percento

Venti percento. Secondo l'IPSOS, l'istituto demoscopico di Nando Pagnoncelli, venti elettori su cento del centro-sinistra sono per la "linea dura" contro i Ds e, in particolare, contro Massimo D'Alema, per la condotta tenuta sulla vicenda della scalata alla BNL da parte di Unipol.

Micromega, la rivista in servizio d'indignazione permanente, cara ai girotondi e ai moralisti radical chic di certo sinistra, se n'è fatta subito rappresentante e sul prossimo numero lancerà il suo j'accuse alla sinistra di governo ed invocherà le dimissioni del Ministro degli "affari" esteri.

La frattura ormai insanabile tra le due sinistre: Quella maggioritaria di governo e l'altra proteiforme di lotta

Ma chi è davvero questo venti per cento? Sì, insomma, chi ne fa parte? Chi è il suo riferimento culturale e dove si annida politicamente nel fin troppo ampio spettro dell'Unione? Proverò a farne un semplice identikit, tratteggiando un veloce schizzo di questa porzione d'elettorato perennemente in pena e in "Travaglio".

Questo elettore, probabilmente, non si è perso un libro del duo "Travaglio&Gomez". Li ha letti tutti, ognuno con la stessa voracità di un topo davanti ad una forma di Emmethal e l'indomani, fieramente, recita a memoria al primo malcapitato che gli viene a tiro, quasi fosse il "Cinque maggio", l'intero testo del verbale d'interrogatorio di Tizio o dell'intercettazione telefonica, vecchia di almeno un paio d'anni, tra Caio e Sempronio. Ha, persino, un giorno sacro dedicato al sacrificio umano: il giovedì sera. Alle nove in punto si piazza davanti al suo televisore 16/9, impugna il telecomando come una P38 e preme sul "2". E' l'ora della triade giacobina: Santoro, Vauro e Travaglio. Appunto. Nelle due ore e passa, il "fu esule" salernitano, in format euro-nazionalpopolare, manipola e trasforma il suo pubblico in un insindacabile Giudice e lo chiama a giudicare il Bene e il Male sulle tesi inquisitorie preconfezionate dal trio benemerito.

Ovviamente la componente giacobina è sola una parte di questo venti percento. L'altra parte, probabilmente, maggioritaria è interamente "okkupata" da quella frazione di sinistra che, secondo le convenienze, ama autodefinirsi: radicale, antagonista, alternativa, critica, di lotta e di governo, rosso-verde, socialista, neocomunista, movimentista, noglobal, pacifista, antimperialista, terzomondista, internazionalista, antiliberista, laicista, disobbediente, e… chi più ne ha più ne metta.

I loro capi amano nascondere dietro lo scudo della "Questione morale" di berlingueriana memoria la mazza chiodata - presa in prestito, evidentemente, da qualche loro amichetto Black bloc - da tirare addosso agli altri, gli odiati "alleati" riformisti. "Alleati" che - per ora - hanno molti più voti e quindi, proprio per questo, vanno colpiti per riequilibrare a "sinistra" la coalizione. In realtà, anche il "loro" Berlinguer è in una versione ridotta ed "usa e getta". Infatti, come venti e passa anni fa, non gli hanno ancora perdonato il tradimento consumato sotto "l'ombrello protettivo della NATO" oppure il "paraustiello" (termine napoletano che sta per racconto o parabola) sull'esaurimento della "spinta propulsiva della Rivoluzione d'ottobre". Un modo forbito e raffinato per dire: "Cari compagni, scusateci, ci siamo sbagliati".

A mio modo di vedere, anche da questo sondaggio, emerge, con ancora più evidenza, la frattura ormai insanabile tra le due sinistre: quella maggioritaria di governo e l'altra proteiforme di lotta. Frattura non solo e non tanto tra i gruppi dirigenti, quanto fra gli elettori stessi. Niente di strano, negli altri paesi europei è la norma. Talvolta ci si allea (ormai sempre più raramente) oppure si segna il confine ed ognuno per la sua strada. Cosa aspettiamo in Italia a prenderne finalmente atto?

Commenta l'articolo
Non ci sono commenti all'articolo

Creative Commons License MigliorBlog.it