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02.09.2008 web stats Feed RSS
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Pochi santi e poeti, tanti navigatori evasori

Un antico adagio recita: "Italiani popoli di santi, poeti e navigatori". E' davvero così? Ho i miei dubbi. La categoria dei santi appare in forte crisi. Ultimamente scarseggiano le vocazioni e, ancora di più, le buone azioni. Peccherò d'ingenerosità o peggio ancora di disfattismo antinazionale, ma oggi proprio non me la sento di iscrivere d'ufficio alla sacra corporazione la "cordata dei miracoli" che, ormai, si appresta a rilevare Alitalia a prezzo di favore lasciando, nel frattempo, tutte le passività allo Stato, quindi a noi.

Con i poeti, se possibile, va pure peggio. Siamo passati da Dante, Manzoni, Carducci ed Ungaretti a Sandro Bondi! Ei fu? No, purtroppo Egli è... ministro della cultura, addirittura.

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E con i navigatori come va? Beh, qui il discorso cambia radicalmente. Non tanto per i meriti del velista solitario Giovanni Soldini oppure per i fasti, già datati, di Luna rossa. No, ai nostri navigatori persino l'Odisseo Ulisse fa un baffo in quanto a furbizia.

Da una ricerca condotta dall'associazione "Consumatori.it" risulta che circa due yacht su tre che circolano nei mari italiani sono intestate a nullatenenti o a prestanome ultra-ottantenni. L'indagine rivela che si sta allargando a dismisura il fenomeno dei "ricchi nullatenenti", in altre parole fannulloni nullafacenti che vivono spendendo migliaia d'euro per beni superflui e non dichiarano al fisco quanto guadagnano in realtà.

Intendiamoci, nihil sub Sole novi (niente di nuovo sotto il Sole). Da altre indagini risulta pure che in questo paese gli unici a pagare le tasse sono i lavoratori dipendenti ed i pensionati, anche perché non possono farne a meno, ed è su di loro che il fisco si accanisce. I gioiellieri guadagnano in un anno poco più di 18.000 euro; gli imprenditori superano di poco i 19.000 ossia guadagnano meno di molti loro dipendenti, i pellicciai 13.000 euro. Tremeranno dal freddo. E lasciamo stare i liberi professionisti, che sono così autonomi, emancipati e padroni di sé che proprio non si capisce chi possa pensare di mettere un limite a questa loro indipendenza.

Stesso discorso per i prestanome. Il vezzo è antico e, in un certo, può anche diventare un presagio beneaugurate per una sfavillante carriera. Da un'inchiesta condotta qualche anno fa da Peter Gomez per l'Espresso risulta che: il 14 dicembre 1979 La Palina srl fa "girare" diversi miliardi di lire che ritornano attraverso cinque "giro-conti" tutti riconducibili ad un ex cantante impiegato su navi da crociera (che poi, molti anni dopo, diventerà presidente del consiglio). La Palina non tiene alcuna contabilità, vive per solo sei mesi ed è costituita, appunto, da un prestanome: un invalido di 75 anni - poi colto da ictus - e da una cameriera. C'erano decine di miliardi di lire senza padrone?

Un proverbio napoletano vuole che "per mare non ci stanno taverne". Molto più probabile imbattersi nel canto di qualche interessata sirena proveniente da uno studio commercialista. Del resto, con questo governo che ha cancellato tutte le più importanti norme di contrasto all'evasione fiscale (vedi questa pagina) di certo non ci sono scogli da temere.

E allora buona navigazione a tutti e come sono soliti dire i vecchi lupi di mare "In culo alla balena" (e al contribuente onesto)...


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Ci sono 1 commenti all'articolo

corsaro rosso scrive: In un paese normale...

le persone oneste, quelle che le tasse le pagano, si vergognerebbero. In questo paese, invece, accendono la televisione e si bevono tutte le balle che gli propinano i fedeli tg ammaestrati. Anzi, poi votano quegli stessi che tutelano attivamente chi le tasse le evade. Scriveva Corrado Alvaro: "Pochi italiani sono arrivati a capire che il male di uno e' il male di tutti, e per uno che soffre la prepotenza e la malvagita', tutto il popolo finisce per soffrirne". Ma pensi che l'elettore medio berlusconiano conosce Alvaro? Sì... Vitali.

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