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Leftorium

10.10.2007 web stats Feed RSS

One more bluff

Navigando per la grande rete, qualche giorno fa, ho trovato un interessante articolo scritto da un ex militante socialista. L'articolo, titolato "Perché sto col Partito democratico", è stato pubblicato su un blog - di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza e di cui, per decenza, non farò menzione - ferocemente anti-Pd.

Della sinistra inutile ed antagonista, a tutt'oggi, non esiste un suo progetto di società. Non se ne conoscono gli attori storici, i processi, gli sbocchi. Di conseguenza, la sua azione politica è, appunto, solamente antagonista. Fine a se stessa

L'autore dell'articolo - che si chiama Paolo Zinna - esordisce scrivendo: "Lo confesso: alla fine, ho deciso di stare col Partito Democratico. Prima di dire perché, devo anche dirvi che sono, con molta determinazione, "riformista". Nel brano, Zinna, ripercorre le sue vicende di militante socialista, il perché di una sua travagliata scelta politica vissuta, però, con onestà e buonafede. Ribadisce, inoltre, i suoi legittimi dubbi sul come sta avvenendo la nascita del nuovo soggetto politico e n'evidenzia taluni limiti ma ne sottolinea, pure, le novità e l'affascinante prospettiva del progetto.

Scrive Zinna: "Io, invece, voglio provare a "fare le riforme": non so a cosa riuscirò, ma ci provo". Un frase coraggiosa che, in un certo senso, fa il verso all'I CARE veltroniano. L'autore, dopo una analisi che il sottoscritto ha trovato piuttosto condivisibile, chiosa il suo articolo, annunciando che domenica, pur non essendo candidato, sarà presente ai seggi delle elezioni primarie come scrutinatore: "per dire - a suo modo - al paese: ci siamo, ci crediamo, siamo capaci di superare il piccolo patriottismo delle vecchie organizzazioni e di impegnarci insieme per qualcosa, senza aspettarci un ritorno tangibile. Solo perché siamo per un paese più giusto e più libero. Vale la pena di impegnare una domenica".

Letto l'articolo, comincio a dare un'occhiata ai vari commenti "postati". Ce ne fosse uno, non dico di condivisione, ma di disponibilità al confronto. Macché! E' tutto un fiorire di: "Impegnarsi a sinistra quindi... Allora hai sbagliato partito. Il Pd è senza identità. Il Partito socialista ti va stretto?" E ancora: "Se proprio volete a tutti i costi stare sempre dalla parte dei vincitori, non cercate di giustificarvi con queste cazzate". Un altro curioso personaggio - che poi ho scoperto essere il moderatore/sobillatore - del blog scrive: "Ho passato notti e giorni a sognare primarie deserte, con pochi militanti e tanta angoscia". Un altro "incazzato" nero - e il nero, vi assicuro, non è casuale - sbotta: "E' proprio grazie al tuo impegno di riformista e dei tuoi amici sinistri riformisti che oggi ci troviamo dove ci troviamo. Il "capitalismo dal volto umano" non esiste, non è mai esistito: esistono solo le frottole che ci raccontate e che continuate - forse anche in buona fede, non mi interessa - a raccontarci e a raccontarvi".

Mi decido perciò ad intervenire, non fosse altro che per solidarietà, e lasciare un commento di condivisone ed apprezzamento del articolo di Zinna. Nel mio commento ricordo che la diatriba tra riformisti e rivoluzionari è roba vecchia, risalente alla prima guerra mondiale, ai tempi di quando la "rivoluzionaria" Rosa Luxemburg avversava le tesi sostenute dal "riformista" Bernstein. Chiudo poi il mio breve commento ricordando un passo dell'articolo di Federico Caffè sulla "solitudine" del riformista.

Apriti cielo. Come tanti mastini con la bava alla bocca vengo assaltato - "metaforicamente" - da uno stuolo di sedicenti rivoluzionari tanto patetici quanto, in fondo, comici. "Quando Rosa Luxemburg [...] i riformisti di Noske chiamavano a Berlino i Freikorps per assassinarla. Noske, ministro della Difesa della SPD. La SPD, il partito che 4 anni prima, votando i crediti di guerra aveva reso possibile il peggior massacro della storia umana (sino a quel momento, purtroppo), la Prima guerra mondiale". Insomma, secondo questo genio, il riformismo sarebbe parente stretto del nazismo e del fascismo. Un altro "antagonista" partorisce la seguente demenza: "la casa dei riformisti nasce per fare con la destra il programma unico. Cemento mafioso, inquinamento, guerra, restrizione dei diritti civili, censura, sfruttamento dei lavoratori precari e non ecc. Ossia niente di più, e niente di meno, dei deliri di una qualunque loggia massonica. E' troppo augurarsi che chi non vuole essere complice di tutto ciò non si faccia infinocchiare dai piddiini il 14 ottobre?".

Ovviamente, capito con chi avevo a che fare, qualche sampietrino dalla scarpa me lo sono tolto pure io. Ho ricordato a questa informe paccottiglia cerebrale, degna espressione della nostra "sinistra inutile", che, a tutt'oggi, non esiste un loro progetto di società. Non se ne conoscono gli attori storici, i processi, gli sbocchi. Di conseguenza, la loro azione politica è, appunto, solamente antagonista. Fine a se stessa. Sono praticamente indistinguibili dai fascisti di cui condividono - consciamente - l'identità politica e le prospettive. Infine, rivolgendomi sempre a Zinna - il quale, a sua volta, mi ha scritto: "Apprezzo il tuo piano di riforme, meno l'idea (tua e di molti autorevoli politici) che possano essere realizzate solo senza la sinistra radicale" - ricordo come senza la sinistra inutile (anzi, contro la sinistra inutile) si governano benissimo città come Firenze e Bologna e che occorre, al più presto, disinnescare la loro unica leva politica che è, come quotidianamente si vede, il ricatto, rompendo ogni vincolo di coalizione.

Sapete cosa succede? Il moderatore/sobillatore del blog mi manda una mail con scritto: "Hai - come dire - rotto il cazzo. O ti calmi o vai. Troll non ne voglio e di pubblicità al tuo sito ormai ne hai fatta anche troppa". Inutile dire, ovviamente, dove l'ho mandato a galleggiare questo rottame della storia... che, con tutta probabilità, sul finire degli anni '70 deve aver preso qualche ceffone di troppo o dalla celere o da qualche militante del Pci... che - come si sà - con gli autonomi e i gruppettari non ci sono mai andati troppo per il sottile.

Tuttavia, anche questa esperienza la dice lunga su quanto sia alto - si fa per dire - il tasso di democraticità della "sinistra inutile" e dei loro mediocri e patetici sobillatori.

P.S. Chi volesse leggere l'articolo di Paolo Zinna può inserire le seguenti keywords in un motore di ricerca - p.e. Google - "Paolo Zinna + il socialista + Partito democratico". Finirete, con tutta probabilità, sul penoso blog in questione. Fatto salvo l'articolo, più che il fegato vi servirà uno stomaco decisamente forte per leggere qualcos'altro di quel sito...

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