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Leftorium

04.10.2007 web stats Feed RSS

A rotta di protocollo

Adesso che le posizioni sono tutte note il dato che emerge è abbastanza chiaro: le sorti del protocollo sul Welfare e quella del governo Prodi appaiono indissolubilmente legate.

Anche in questo caso, gli accordi di luglio - di cui parte rilevante è l'intesa che sancisce il superamento del cosiddetto "scalone" in materia di pensioni - sono diventati una sorta di cartina al tornasole dell'interminabile sfida tra la parte riformista e quella radicale della maggioranza di governo, oltre che il terreno di esercitazione per gruppi e "microrganismi" (dall'Udeur all'Italia dei valori, fino ai diniani) insofferenti verso gli attuali equilibri della coalizione e forse verso la coalizione tout-court.

Ma essere di sinistra non significava battersi per i più deboli? - Massimo D'Alema

Paradossalmente, proprio questo irrigidimento delle posizioni, rende assai improbabili modifiche sostanziali al protocollo sul Welfare. La sinistra radicale è finita, suo malgrado, in un vicolo cieco: una strada quasi senza uscita anche nel caso - dai più considerato assai improbabile - di vittoria dei "No" nel referendum sindacale.

Da una parte, l'ipotesi di una sconfitta nelle fabbriche toglierebbe qualunque senso alla sua azione in sede di governo e Parlamento (e forse perfino alla manifestazione già indetta per il 20 ottobre) per una modifica dell'intesa di luglio; dall'altra, la quasi certezza che anche una improbabile vittoria dei "No" al protocollo non sortirebbe effetti sul piano della modifica degli accordi sottoscritti tra governo e parti sociali l'estate scorsa: salvo, naturalmente, una crisi il cui sbocco più probabile appaiono oggi le elezioni e il conseguente (stando ai sondaggi) ritorno del centrodestra al governo.

Per Massimo D'Alema "Il protocollo sul welfare è molto più di sinistra di quanti oggi a sinistra lo vorrebbero bocciare. Sarebbe singolare che i lavoratori italiani bocciassero il primo accordo sindacale che, dopo tanto tempo, fa un'azione di re-distribuzione: dà ammortizzatori sociali ai giovani, riequilibra le pensioni. Ma essere di sinistra non significava battersi per i più deboli?"

Io credo che una bocciatura del protocollo sarebbe un colpo esiziale in prima battuta per il mondo sindacale e poi, ovviamente, per la stessa maggioranza di governo. La stessa legge finanziaria, che abbassa le tasse sulle imprese ma nel contempo tenta di correggere alcune storture sociali che negli ultimi cinque anni si erano acuite, senza perdere di vista la tenuta dei conti pubblici, nel complesso appare positiva.

Il deficit pubblico nei primi sei mesi del 2007 è sceso all'1,9% del Pil, rispetto al 2,8% del primo semestre del 2006. Anche il saldo primario, nel primo semestre del 2007 rispetto al Pil risulta cresciuto del 3%, contro all'1,8% dell'analogo semestre del 2006. Quindi ottimi fondamentali macroeconomici. Anche i mai troppo teneri Financial Times e Wall Street Journal, proprio in questi giorni, hanno riconosciuto che la Finanziaria contiene diverse cose buone. Cose buone che una singolare quanto sospetta alleanza, che va dalla destra più becera e reazionaria alla sinistra più conservatrice proverà, statene certi, ad oscurare.

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