Leftorium

15.04.2005 web stats Feed RSS

Addio senza rimpianti

Se n'è andata in modo clamoroso, roboante e drammatico: un vero e proprio colpo di teatro. Ersilia Salvato lascia i Democratici di Sinistra ufficialmente dopo averli avversati per tutto il tempo trascorso tra lo scioglimento anticipato del consiglio comunale (30 aprile 2004) e la sua discesa in campo con una lista "alternativa", dichiaratamente contro il "centrosinistra dei partiti" e i Ds, per le elezioni comunali dello scorso 3 e 4 aprile.

Per perdere la testa, bisogna averne una - Albert Einstein

La Salvato ha perso la sfida delle urne raccogliendo, in ogni caso, un lusinghiero 30% ma soprattutto, in queste ore, sta perdendo ogni barlume di buonsenso denunciando condizionamenti, "pratiche spregiudicate e accordi sottobanco finalizzati a vincere comunque e a ogni costo" da parte della criminalità organizzata a vantaggio, evidentemente, di chi le elezioni le ha vinte.

Mi chiedo se ha le prove di quanto asserisce perché non si reca alla Procura della Repubblica a denunciare questi gravissimi illeciti?

Prontamente anche la destra si è avventata sulle dichiarazioni dell'ex sindaco "rosa" e, con il sen. di An Luigi Bobbio, ha chiesto l'apertura di un'inchiesta da parte della Commissione parlamentare antimafia ravvisando inquietanti "presenze" presso alcuni seggi, stranamente tutti situati nei quartieri periferici dove, storicamente, la presenza malavitosa è purtroppo radicata, con buona pace degli introvabili "poliziotti e carabinieri di quartiere" di berlusconiana memoria. Bene ha fatto il neo sindaco Salvatore Vozza a sollecitare, a sua volta, indagini accurate e a non sottovalutare alcun allarme, fermo restando che "il contrasto alla camorra è problematica di tale rilevanza che nessuno dovrebbe utilizzarlo a fini di sterili e strumentali polemiche".

Ma alla Salvato, evidentemente, non basta solo mestare nel torbido; del resto ce lo ricorda il buon Arthur Bloch "errare è umano; dar la colpa ad un altro lo è ancora di più". Ha preso carta e penna ed ha inviato una lettera al vetriolo a Piero Fassino in cui annuncia il suo l'addio ai Ds. Nella missiva l'ex sindaco ripercorre - per la verità, parzialmente - il perché della sua adesione nel 1998 ai Ds "dopo una battaglia difficile e sofferta dentro Rifondazione comunista per contrastare la linea politica che portò alla caduta del governo Prodi, scelsi di aderire ai Ds come luogo e comunità di una sinistra plurale in cui poteva essere feconda la ricerca del nesso tra riformismo e radicalismo". Peccato che la Salvato ometta le brevi e poco fruttuose soste prima nei Comunisti italiani di Cossutta e poi nei Verdi… "Dopo 30 anni - continua la Salvato - di militanza nei partiti della sinistra, voglio continuare in altre forme e in altri luoghi, sociali e culturali, il mio impegno politico". Parole che sembrano ispirate ad un altro grande della sinistra incompresa (ed incomprensibile) di oggi, come Achille Occhetto. Vuoi vedere che a breve ce li ritroveremo assieme?

Ma il tono della lettera si fa più struggente al suo crepuscolo in cui condensa, a suo dire, la vera ragione dell'addio. Dapprima rende omaggio alle sempre verdi riflessioni di Enrico Berlinguer (lei, ingraiana di ferro) sulla questione morale che rendono impossibile, per lei, "un certo modo di intendere e praticare la politica". Poi chiosa in un crescendo emozionale: "Sta in quella presenza così inquietante della camorra da destare allarme in tanti cittadini la ragione principale della mia scelta".

Einstein una volta disse che: "Per perdere la testa, bisogna averne una"… In bocca al lupo e senza rimpianti.

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