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18.12.2008 web stats Feed RSS
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La questione morale c'è ed è inutile negarla

Nel linguaggio politico la geometria la fa da padrona. Si è soliti dire: riunione al vertice, sentire la base, allargare l'area del consenso, sviluppare il raggio d'azione, fare quadrato. Ora sta tornando a spopolare una funzione trigonometrica. La tangente.

Tangente viene dal latino tàngere, toccare. In geometria, la tangente è una linea retta che tocca in un sol punto una linea curva. Sfilare per la tangente vuol dire svignarsela. Ma la tangente, come detto, oggi è più nota per i suoi risvolti penali. Infatti è diventato sinonimo di corruzione di pubblico amministratore. Si potrebbe parlare anche di "bustarella" ma l'eleganza geometrica del termine sembra nobilitare la volgarità penosa del contenuto. Al barbiere si dà la mancia, all'impiegato la bustarella, all'assessore la tangente.

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Da tangente deriva anche tangenziale, la strada di scorrimento attorno ai grandi centri urbani. La tangenziale snellisce il traffico degli autoveicoli, la tangente quello delle pratiche burocratiche ed amministrative. Dalle aule scolastiche la tangente è passata a quelle dei tribunali. Per il filologo Cesere Marchi "Ci fa venire in mente sempre Euclide, però non è più una cosa retta".

La ruberia è un vizio antico. Persino la Chiesa, qualche anno fa, fece presente ai sacerdoti che bisogna distinguere tra la cassa del parroco e quella del parrocchia. Tangentopoli, quindi, non è la città delle tangenti. E' uno stato, forse un impero di cui siamo più o meno inconsapevolmente cittadini.

Certo non è vero - come spesso si dice - che tutti sanno: molti intuiscono, ma pochi sono in grado di valutare l'ampiezza, se non a posteriori, del fenomeno. Mentre qualcuno riempie il sacco, altri lo nascondono.

"I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società, della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze ed i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune". Lo sosteneva Enrico Berlinguer nella famosa intervista rilasciata ad Eugenio Scalfari su Repubblica nell'ormai lontano 28 luglio del 1981.

Le cronache di oggi confermano che poco o nulla è cambiato.


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Ci sono 13 commenti all'articolo

XXX scrive: poche parole

Fuori questa gentaglia!

corsaro rosso scrive: Caro Left

di quella stessa intervista di Berlinguer a Scalfari mi piace ricordare quest'altro passaggio. ''I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le universita' la Rai Tv, alcuni grandi giornali. Insomma tutto e' gia' lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire''. Hai ragione nulla e' cambiato se non i nomi dei protagonisti di questo malcostume. Anche per questo ho deciso di lasciare la ''vostra'' terra ferma e navigare solitario nel mare aperto...

Tess scrive: Cominciamo col dire che

la questione morale e' sempre esistita. almeno da quando fare politica e' diventato un mestiere. Il posto fisso. E soprattutto da quando la politica ha invaso enti e istituzioni. Nel Pd, ma qui sarebbe piu' esatto parlare di Ds e Margherita perche' il fenomeno viene da lontano il processo era da tempo in atto. Quindi cosa e' cambiato rispetto agli anni in cui Berlinguer si interrogava sulla questione morale? E' cambiato che i partiti hanno subito una disgregazione che li ha allontanati anche dai propri eletti. Dalla capacità di controllo sul loro operato. Se oggi un partito non riesce a convincere Bassolino a farsi da parte nonostante i 4 ( credo ) avvisi di garanzia ma allora bisogna interrogarsi su quale deve essere la funzione di un partito oggi. La stagione dei sindaci, del ''facciamo tutto da soli'' la politica delle mille padelle si e' conclusa. E purtroppo per noi, anche troppo amaramente.

corsaro rosso scrive: Ho letto che

Di Pietro lascia tutte le giunte campane. Quindi anche Castellammare. Quindi... non sa di un suo consigliere indagato per rapporti con la camorra?

Redskin scrive: Jatevenne!

O' spettacolo e' fernuto!

debora scrive: Un articolo che

mi e' molto piaciuto.

davide scrive: Caro Left, in molte occasioni

abbiamo avuto l' opportinità di notare come le clientele presenti nei partiti e in particolare nel Pd campano permettano a quest' ultimo di avere un buon bacino di voti. Qualche ''furbetto'' che occupa posti di interesse strategico (per se stesso sia chiaro) poco tempo fa mi ha fatto notare che senza questi personaggi i partiti perderebbero ''consensi'' anche perche' i giovani non sono capaci di poter ottenere risultati in breve tempo. Oggi ci ritroviamo nelle condizioni che sappiamo. Ricordo nel 1996 con l' Ulivo, a C.mare il pds prese il 35% oltre 13000 voti. Quelli non furono voti derivanti da clientele, ma da un' idea politica di rinnovamento. Mentre oggi il Pd (ds+dl) 10000 voti non riescono a raccimolarli. Questo dovrebbe far riflettere qualche neo poltronaro. Cambiare si deve, per il futuro, quantunque esso arrivi.

antonio scrive: E chi nega niente!

il problema, e' qui parlo a titolo personale, e' che siamo tanto coglioni da non riconoscere piu' il problema, o addirittura non vederlo piu'! comunque, ''CHE TRISTEZZA!''

corsaro rosso scrive: @davide

Nel '96, evidentemente eri ancora troppo piccolo... per ricordare (o sapere...)

davide scrive: hai stuzzicato la mia curiosita'!

Spiega pure, sono tutto ''occhi''.

Leftorium (ADM) scrive: @davide

a vederti.... direi tutto ''orecchi''. :-D

corsaro rosso scrive: @davide, ancora...

Strano hai scritto in passato di essere stato un militante del Pds/Ds, possibile che non sapessi quali imprenditori girassero intorno a certi ''gruppi'' politici di quel partito? Niente di penalmente rilevante, sia chiaro... Del resto di processi andati a conclusione non ce ne sono stati. Solo qualche avviso di garanzia se non erro e qualche prescrizione. Qui alla Tortuga ne parliamo spesso tra noi pirati, bucanieri e corsari... Ma, fortunatamente, la ''morale'' dei politici non si misura solo con gli avvisi di garanzia o i semplici rinvii a giudizio, vero davide?

davide scrive: La questione ''morale''

si misura prima ancora dalla capacita' di creare consenso, non di ''acchiappare consensi''. Oggettivamente questo vizietto pidiessino vige ancora oggi a Castellammare. Ottima riflessione corsaro.

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