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08.06.2008 web stats Feed RSS
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Tra videocrazia e dittatura morbida

Sarà forse l'effetto intrinseco alla cosiddetta "luna di miele" che accompagna nei primi mesi di vita ogni nuovo governo con l'opinione pubblica, ma ultimamente sta diventando davvero difficile trovare qualche editoriale sulla stampa, che ama definirsi "indipendente", critico sull'operato del governo. Eppure, le occasioni non mancherebbero. Dalle critiche mosse - addirittura dall'Onu - sul paventato reato d'immigrazione clandestina, all'allarme lanciato dall'Ocse sulla nostra difficile situazione economica e sul probabile buco che potrebbe aprirsi nei conti pubblici a seguito di certi provvedimenti "manifesto", come il taglio dell'Ici e la detassazione degli straordinari. Macché! E' tutto un incensare continuo alle virtù, quasi taumaturgiche, del nostro premier e del suo gabinetto. Il "ritorno" dell'autorità dello Stato; l'annuncio della "tolleranza zero" verso gli immigrati clandestini e persino le prostitute (senza però colpire i loro sfruttatori). La soluzione dell'emergenza rifiuti a Napoli da tre a più realistici trenta mesi; il superamento della crisi dell'Alitalia trasformando un prestito ponte (fatto con soldi pubblici) in ricapitalizzazione a fondo perduto. La lotta, per ora a soli colpi di slogan, ai fannulloni nella PPAA; i faraonici (e costosissimi) progetti come la costruzione di nuove centrali nucleari e l'onnipresente Ponte sullo Stretto di Messina.

A ben guardare, però, qualche voce fuori dal coro si trova ancora. Per fortuna. Un esempio è stato l'editoriale di Edmondo Berselli su Repubblica intitolato: "Il nuovo conformismo che circonda il Cavaliere". Berselli nel suo lungo articolo sottolinea come: "La scena politica appare amorfa perché un'ondata di consenso aprioristico, in genere non condizionato dalla verifica dei risultati attesi, si è riversata sul centrodestra. Un consenso "a prescindere", come se la società italiana, dopo essersi faticosamente misurata con il berlusconismo per quindici anni, di fronte al Berlusconi statista, al politico improvvisamente consapevole delle difficoltà e moderato negli intenti, avesse deciso che non aspettava altro, che quella destra era la coperta migliore per il paese, tale da aderire confortevolmente a tutte le sue pieghe: una specie di andreottismo screziato di prudente decisionismo, una Dc senza i preti". Infatti, dopo la benedizione ricevuta dal Papa in Vaticano, lo stesso Berlusconi ha tenuto subito a chiarire: "Siamo la nuova Dc".

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"Rispondere a questo pacchetto ideologico è difficile", ammette Berselli - perché prospetta un'economia e forse - aggiungo io - una società corporativa. La destra offre protezione ai vari interessi di categoria a cui chiede voti riducendo la concorrenza e tutelando le rendite di posizione. "Di per sé, - chiosa l'editorialista - si tratta di una notevole antitesi al profilo di una società liberale".

Per questo il ruolo della sinistra ed in particolare del Pd, appare difficile perché destinato a "condurre una battaglia impopolare contro l'idea irresistibile che viviamo nel migliore dei mondi possibili, e in cui l'unico atteggiamento civile è l'applauso. Per questa battaglia, il governo ombra va bene, un'opposizione costruttiva va benissimo, ma una cultura, un progetto condiviso, cioè un'ipotesi di società desiderabile alternativa a quella di Berlusconi e soci, andrebbe anche meglio".

Già, la società di Berlusconi. E' dal 1994 che in Italia discutiamo accanitamente di questo "modello". Basta ricordare lo sdegno dell'allora Senatore a vita Norberto Bobbio che vedeva avanzare nei cittadini una sorta di "analfabetismo di ritorno". "Chiamati a votare - sotto il tambureggiare degli spot televisivi di forza italia - per la pubblicità meglio confezionata". Si parlò di "videocrazia" per indicare come quel potere fosse capace di creare consenso e di manipolare l'opinione pubblica usando la televisione. I francesi, mai teneri quando si tratta di commentare le vicende politiche nostrane, lo ribattezzarono in "tele-fascisme".

Sta di fatto che Berlusconi ha un merito in tutto questo. Memore della sua esperienza nel marketing pubblicitario ha sempre puntato al bersaglio grosso o come direbbe lui al "target vincente". Sa benissimo che un'ampia fascia della popolazione ha un basso livello di scolarizzazione. Questa fascia non l'ha mai colpevolizzata o denigrata ma anzi l'ha sempre vellicata a suo vantaggio: sia quando si trattava di pubblicizzare un programma televisivo "leggero" sia quando si trattava di lanciare un messaggio politico. In poche parole Berlusconi ha creato i suoi elettori ben prima di scendere in campo e poi vincere le elezioni.

Ultimamente Antonio Di Pietro, riprendendo una celebre definizione di Enzo Biagi, è tornato a parlare di "dittatura morbita". Questa formula come ha sostenuto pure Gad Lerner in un vecchio numero di Italianieuropei, "esercita indubbiamente un suo fascino".

Lerner, in quell'articolo, riportò questa suggestiva - e forse profetica - citazione dello scrittore inglese Aldous Huxley che voglio qui riproporvi per intero. "Non esiste, ben inteso, alcuna ragione perché i nuovi totalitarismi somiglino ai vecchi. Il governo basato su manganelli e plotoni d'esecuzione, carestie artificiali, imprigionamenti e deportazioni di massa, non è soltanto disumano, ma provatamente inefficiente e questo, in un'era tecnologica avanza, è un peccato contro lo Spirito Santo. Uno Stato totalitario davvero "efficiente" sarebbe quello in cui l'onnipotente comitato esecutivo dei capi politici e il loro esercito di direttori soprintendessero ad una popolazione di schiavi che ama tanto la propria schiavitù da non doversi neanche essere costretta. Fare amare agli schiavi la loro schiavitù: ecco qual è il compito ora assegnato negli Stati totalitari ai ministeri della propaganda, ai caporedattori dei giornali e ai maestri di scuola". Sic!


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Ci sono 8 commenti all'articolo

Star69 scrive: Come il Cav. non c'e' nessuno

Quando qualche anno fa, con Berlusconi ancora al governo, l'Economist scrisse che l'Italia stava diventando una repubblica delle banane arrivo' questa pronta risposta. "L'Economist e' diventato l'ala estrema dell'opposizione. Sono critiche che lasciano il tempo che trovano. Non sono rappresentative, per la loro faziosita' della stampa internazionale". Quindi anche questi erano comunisti? "Il club della menzogna esiste ed e' una delle cose piu' inaccettabili della nostra democrazia". Chi ha dato questa "geniale" risposta oggi e' stato ricompensato... con la seconda carica dello Stato. Cosa vuoi di piu', un lucano?

davide scrive: Opposizione... alternativa

La televisione strumento ipnotico, a servizio dei potenti? Putin, o Berluconi, nel nostro caso, sono da esempio. Possiamo discutere con centinaia di "video amanti" del cavaliere, dimostrare fatti e azioni negative poste in essere da Silvio, la risposta è tra le più semplici, quanto assurde : "ma è uno che si è fatto da se". Con buona pace di Mangano o della loggia massonica p2. Quello che più mi preoccupa, è quanto è scritto nella prima parte dell' articolo, a riguardo dell' assenza di un progetto alternativo, ben visibile e attuabile da un opposizione più... o meno... . Troviamo insieme le parole adatte. Il premier oggi si è vantato della durezza della pena per chi non rispetta la privacy in merito alle intercettazzioni telefoniche. Giusto rispettare, soprattutto quando non hanno valenza giuridica o possono inficiare un processo. Da oggi chi fa fuoriuscire una intercettazzione e chi la pubblica, sara condannato a cinque anni di carcere. Il ministro ombra vuole intervenire per sottolineare l' inutilita dell' enfasi del premier. Vuole magari sollecitare una legge per i reati verso le donne, bambini,per chi socconbe alla criminalita mafiosa, camorristica, alla loro infiltrazione nell' economia e nella societa? Berlusconi è sempre lo stesso "statista". Il Pd deve uscire da questa "inutile melassa". Smettere di scambiare la parola "opposizione cos truttiva" con "supinismo politico"!

red nose scrive: Gutta cavat lapidem...

... non vi sed ertiam. La televisione forgia le menti dei telespettatori, giorno dopo giorno. Questo potrebbe essere un detto moderno. Per evitare che un imprenditore poco avveduto, ne possa approfittare a proprio vantaggio, peggio a svantaggio altrui. Basta fare una civile legge sul conflitto di interessi. Cosi se un personaggio con tali "poteri", entra in politica deve avere le stesse potenzialita dei suoi concorrenti. Caro Walter, dopo un quindicennio, non è stato ancora fatto. :-(

corsaro rosso scrive: Complimenti

Un articolo cosi' bello è davvero difficile di questi tempi leggerlo sulla stampa. Complimenti vivissimi.

gennaro scrive: lo sciabordio delle parole

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XXX scrive: parole, parole, parole...

Ma gennaro è la versione "napoletana" di google? :-D

davide scrive: No...

Gennaro si è rotto. Pero' parlando cosi' rischia di apparire come don Chisciotte in più alla casta non piace esser derisa. Bene Gennaro

Leftorium (ADM) scrive: Ricevo e posto sull'argomento

MA I CITTADINI NON DEVONO SAPERE. Quello che si profila è mettere il bavaglio alla stampa, preoccuparsi che i cittadini non sappiano nulla di quello che sta accadendo in sede di Istruttoria, quando si profila un processo. Molti dei nostri connazionali non vuol sentire parlare di politica: ci pensano altre istituzioni (si fa per dire), loro la politica non la seguono. Si sta profilando un nuovo fascismo, di coloro che non vogliono sapere, conoscere e......delegano. Non importa a chi, ma a qualcuno che pensi per lui. E se uno è bravo e ha fatto tanti soldi (a spese di chi?) gli lasciano il POTERE perchè lui è abituato al potere. Che poi si cauteli per non passare nelle mani della Giustizia, ebbene avrà fatto il suo dovere, cosa c'è di più ''legittimo'' quando si ha il potere in mano? Non sappiamo dove rivolgerci: fare manifestazioni è inutile, protestare è impopolare, rivolgerci al Capo dello Stato, forse, è l'unico modo per essere tutti cittadini normali e uguali di fronte alla Legge. - Simona Giovannozzi (Comunitas2002)

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