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23.05.2009 web stats Feed RSS
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L'altra metà del cielo

Perché le donne non arrivano ad occupare posizioni eminenti nella politica e nella società? Tempo fa lessi un interessante articolo sul Corriere della sera del sociologo Francesco Alberoni, su questo tema. Ricordo che suscitò nei giorni successivi tra molte lettrici un corposo dibattito.

Una lettrice scriveva che la vita politica, per la donna, è troppo assorbente, noiosa, non ha orari. La donna vuol trovare anche uno spazio per sé, per l' amore, per i figli. Un'altra osservava invece che le donne si fidano di più dei maschi che delle altre donne. Perché gli uomini sono abituati a prendere impegni. Certo anche loro non sempre li rispettano, ma le donne sono più influenzate dai sentimenti, dalle simpatie, dall' invidia oppure dalla gelosia.

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Una terza poi brutalmente affermava che le donne non fanno carriera in politica per gli stessi motivi per cui non la fanno nelle imprese, nella magistratura, nell' esercito, dappertutto. Guardiamo, scriveva, una inaugurazione dell' anno giudiziario, un convegno della Confindustria, una conferenza della Banca d'Italia: quante donne si vedono? Sono gli uomini a tener lontane le donne, punto e basta.

Ho l'impressione che tutte e tre abbiano elencato delle ragioni vere. Ma ci deve essere un elemento che le unisce. Avete mai visto una "banda" formata solo da femmine? Le amiche si riuniscono, certo, magari per farsi confidenze. Ma solo i maschi formano bande che controllano il territorio e impediscono agli altri di entrarvi. Anche nei movimenti politici avviene, più o meno, la stessa cosa. E questo avviene da sempre; è quasi certamente l'ultimo retaggio delle società primitive dove i maschi si riuniscono in gruppi per il domino delle stesse. Questa è probabilmente la vera ragione. Da migliaia di anni i maschi formano gruppi compatti con cui controllano il territorio, le istituzioni e dominano sugli altri.

Come ha spiegato il sociologo Gaetano Mosca e a suo modo pure lo stesso Lenin, è una minoranza organizzata che governa la grande maggioranza disorganizzata. Grandi città ed immensi imperi sono stati conquistati da bande di poche migliaia di predoni. E, nella vita politica, nelle grandi imprese, ancora oggi chi decide tutto? Un pugno di uomini che si coalizzano per una scalata, per formare un sindacato di controllo di un consiglio di amministrazione, e nei partiti per decidere le candidature. Sono sempre bande maschili. Poi magari litigano, si dividono, ma solo per formare altre bande che prendono il posto delle prime.

Le donne, sempre divise, vengono associate alla banda solo come ausiliarie di complemento, mogli o amanti, ma il nucleo forte dei "guerrieri" e dei predoni è fatto dai maschi. Per questo occorrerebbe una svolta radicale, certo senza illusionismi e senza neppure facili demagogie in "salsa rosa". Occorre invece l'impegno in prima persona proprio delle donne o almeno di quelle donne a cui questa triste realtà del mondo e delle cose proprio non sta bene.

Donne che con la loro passione, il loro coraggio e con la loro "feroce" determinazione possono riuscire, se non ad abbattere, almeno a far pesantemente incrinare quel muro fatto di nostre (di maschi) incrollabili, ma talvolta erronee, "certezze". E quando questo avviene, meritate almeno il nostro grazie. In fondo, è proprio vero che non si smette mai di imparare.


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